Lo chef Pietro Leemann lascia Joia per diventare monaco Krishnaita

Il ristorante stellato di Milano che propone cucina vegetariana gourmet

di Redazione Food
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PIETRO LEEMAN
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Joia, Pietro Leeman lascia il timone ai suoi fedeli collaboratori

In una lettera inviata al Gambero Rosso, Pietro Leeman ha annunciato il suo ritiro dalla gestione del ristorante Joia, lasciando il posto ai suoi fedeli collaboratori Sauro Ricci e Raffaele Minghini. Dopo 34 anni di attività, Leeman ha deciso di dare spazio alla nuova generazione, riconoscendo il loro impegno e la loro dedizione nel portare avanti la filosofia culinaria del Joia.

Aperto nel 1989, Joia è il primo ristorante vegetariano d’Europa ad essere stato premiato con una stella Michelin, mentre è l’unico stellato vegetariano d’Italia. In cucina c’è lo chef milanese Pietro Leemann che ha ricevuto l’ambito riconoscimento nel 1996. 

"Il Joia non si è mai adeguato alle mode anzi ne è stato un precursore, con uno standard di qualità in crescita costante. L’unico modo possibile per fare ristorazione di qualità. Al suo successo, con la comprensione chiara del suo valore come pioniere nel suo stile, avete in primis contribuito anche voi e i gourmand di tutto il mondo: indice di apprezzamento altissimo e il ristorante costantemente pieno", scrive Leeman. 

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La decisione di Leeman di passare il testimone a Ricci e Minghini è stata motivata dalla sua fiducia nel loro impegno e nella loro capacità di portare avanti la visione del Joia con creatività e passione. Nonostante il cambio di guardia, il ristorante continuerà a promuovere una cucina biologica, rispettosa delle stagioni e dei produttori locali, mantenendo intatti i principi fondamentali che lo hanno reso un punto di riferimento per gli amanti della cucina vegetariana di alta qualità. In riferimento ai suoi "eredi", lo chef aggiunge nella lettera: "Entrambi lavorano al mio fianco da più di 10 anni, abbracciano lo stesso stile di vita e hanno saputo dare ulteriore carattere espressivo al ristorante, trasformandolo insieme a me in ciò che è oggi e sarà domani". Per un anno affiancherà i giovani, dopodiché si trasferirà in una "comunità spirituale" a 900 metri di altitudine nelle montagne svizzere, nei pressi di Centovalli, a "Raxa", dove abbraccerà una nuova vita da monaco della fede Krishnaita

E conclude: "Nulla cambierà, se non in meglio: li ho osservati in silenzio lavorare e introdurre novità per mesi e mesi, felice della loro crescita nel solco del più autentico rispetto dei principi che ci caratterizzano." Aggiungendo: "Spazio ai giovani ma non troppo, entrambi sono due solidi quarantenni. Dalle idee chiare e saldamente uniti andranno lontani. Ne vedremo delle belle!"