Amatrice 8 anni dopo il 24 agosto, Sergio Pirozzi: “Qui non c'è più niente, l'Italia è fragile, anche il dolore passa di moda”

La “zona rossa” è ancora lì: al posto del corso una spianata del dolore. Sergio Pirozzi: “Mi aspetto altre tragedie”

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Il prossimo 24 agosto, l'anniversario del terremoto che lasciò nella terra 299 persone, 237 ad Amatrice, 51 ad Arquata del Tronto e 11 ad Accumuli e 41 mila sfollati: dopo i numeri delle vite spezzate, il pallottoliere della ricostruzione ha contato 28 miliardi di euro di danni: dopo 8 anni Amatrice non c'è, “non c'è niente” denuncia. Sergio Pirozzi, l'ex sindaco “eroe” porta sul volto le cicatrici di quella notte.


Spalle alla “Zona Rossa”, quel corso da paese delle bambole che in tempo aveva case, negozi e ristoranti, è ancora una spianata. Non si sono né macerie, né cumuli: c'è solo la lentezza elefantiaca di “un sistema Paese che non riesce a ricostruire”.

Pirozzi, quanti Governi si sono succeduti da quella notte del 24 agosto?

“Allora, allora: il Governo Renzi, Gentiloni, Conte 1 e Conte 2, Draghi e Meloni”.

 

 

Cosa è cambiato in questi anni?

“Al di là della prima fase dove c'è stata una grande accelerazione, solidarietà e delle misure immediato molto buone, poi il susseguirsi di tanti Governi e Commissari dove ognuno ha ricominciato da capo ha portato a questo che vedi, con delle difficoltò immense. Oggi considera che quando vengono depositati i progetti all'Ufficio Speciale per la Ricostruzione della Regione Lazio, contempi di approvazione tra 6 mesi e un anno; il tempo per le autorizzazioni del Comune e di mesi ne passano tantissimi di più e questa è la situazione che vedi. Questo è un piccolo spaccato anche se doloroso perché come ben sai Amatrice è fatta di tante frazione con i loro centri storici. Abbiamo avuto tanta solidarietà che ha permesso a questa terra di sopravvivere sino al Covid,poi crisi Covid, crisi energetica e il mondo delle seconde case che era quel mondo che permetteva all'economia di questa terra, non c'è più”.

Ma Amatrice è il simbolo, il nuovo simbolo di un Paese che non riesce a ricostruire più?

“E' stati un simbolo. Noi siamo stati capaci i fare un ponte in 10 giorni, una scuola definitiva in 2 anni e poi, e poi passi di moda. E' brutto dirlo. L'Italia è un Pese fragile, negli ultimi anni l'alluvione in Emilia, gli ultimi problemi di Campi Flegrei la scossa di circa 3 settimane fa in Calabria che è un campanello d'allarme. Io ho sempre pensato che un Paese che funziona è un Paese che previene e la cultura della prevenzione manca. Ormai Amatrice ha subito quello che ha subito; come l'Aquila, l'Irpinia ma non per fare l'uccello del malaugurio ma io mi aspetto altre tragedie perché l'Italia è un Paese fragile e manca la cultura della prevenzione”.

Cosa è rimasto del sindaco eroe con la felpa di Amarice?

“Ero no, assolutamente. Io penso che ho fatto il mio, sono stato incoraggiato dagli italiani; la felpa la conservo sempre. Cosa rimane? Rimane come bagaglio umano la grande solidarietà degli italiani. Come bagaglio di esperienza come “uomo politico” che la politica può fare molte cose e a volte non ha la volontà di farle perché quando non ci sono i numeri non conviene a livello elettorale”.

Un appello a Giorgia Meloni?

“Giorgia Meloni sa quello che deve fare. Mi auguri che si ripristino quelle norme per salvaguardare la legalità in queste terre. Questo sì. Sono state abolite, ho cercato con tutti i Governi e ho fatto anche un appello. Ora sono due anni che sta in carica e spero che si ricreino quelle condizioni perché queste terre e non solo Amatrice non siano preda di profittatori”.

Parliamo di malavita? Di infiltrazioni? C'è questo pericolo?

“Il pericolo c'è e lo spiegato al ministro del Governo Meloni”.

Che farà il 24 agosto?

“Sto a casa. Io vado alla funzione notturna dove ci ritroviamo con i familiari”.

Quanti morti in totale?

“239”

Hanno avuto giustizia?

“Ma sai, giustizia cosa intendi”?

Vedere almeno il paese ricostruito...

“No”.