Bochicchio e le truffe ai Vip: la storia del broker “er fanfara” diventa un romanzo criminale

Nel volume di Gigi Riva edito da Mondadori, vita morte e miracoli finanziari dell'uomo che investiva denaro “in nero”. Le verità

di Patrizio J. Macci
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Massimo Bochicchio era un genio dei numeri e delle architetture di borsa, come il finanziere Michele Sindona solo per citarne uno. È morto il 19 giugno 2022, incensurato, il giorno prima dell’apertura del processo nei suoi confronti schiantandosi con la sua motocicletta contro un muro mentre usufruiva di due ore di libertà dagli arresti domiciliari per motivi di salute.

Nessun segno di frenata sulla strada veniva rintracciato dai successivi accertamenti. C’è voluta la conferma del test del dna per avere la certezza assoluta che il corpo devastato dalle fiamme fosse proprio il suo. Le accuse di cui doveva rispondere, senza usare termini tecnici, erano di aver fatto sparire centinaia di milioni di euro che avrebbe dovuto invece investire in qualità di broker e operatore finanziario.

A Roma era soprannominato “er fanfara”

Chaltron Eston, Principe dei Kazàri, Dottor Divago, personaggio istrionico con una memoria prodigiosa è riuscito a convincere decine di persone ad affidargli i propri soldi con la promessa del pagamento di interessi a due cifre. Il suo soprannome negli ambienti della Roma danarosa era Er Fanfara: quello di uno che spara bugie grosse e a raffica. E allora perché in così tanti sono caduti nella sua rete? Ingordigia, come suggerisce il titolo del docuromanzo oppure c’è molto altro destinato a rimanere sommerso.

Con lui la Roma Bene investiva "il nero"

La maggior parte dei soldi che il broker della Roma bene riceveva in affidamento erano soldi “in black”, mai dichiarati al fisco, spesso addirittura in contanti. Quello che stupisce è la caratura sociale delle persone che gli affidano i propri risparmi: ambasciatori, giornalisti, industriali, manager, funzionari dello Stato, calciatori, allenatori. Lui in parte li brucia con uno stile di vita a cinque stelle che comprende case lussuose a Roma, Capalbio, Londra, aerei privati e opere d’arte forte della sua credibilità professionale. Ha lavorato per il più importante istituto bancario del mondo, il cui ruolo nella vicenda rimane a dir poco opaco.

La verità annegata sotto una montagna di soldi spariti

La vicenda ha dei tratti che ricordano il miglior Totò quando interpreta Tototruffa. Bochicchio improvvisa, accampa scuse, prende tempo mentre il delirio imperversa sulle chat delle persone che vorrebbero capire che fine hanno fatto i propri investimenti ma che non possono e non vogliono denunciare. Fino alla fuga a Dubai e alla lunga latitanza e al ritorno a casa dopo una tenace trattativa con i magistrati. Ottiene di poter usare un computer, si sbatte nel web a suo dire alla ricerca di finanziatori in grado di ripianare tutti i debiti. Intanto la rabbia dei creditori cresce mettendo in allarme anche i suoi affetti familiari assediati telefonicamente e anche fisicamente. La verità sulla sua vicenda umana rimane sepolta nel segreto delle chat della Roma bene, ci sono decine di professionisti che hanno perso una montagna di soldi praticamente senza battere ciglio. Le banche coinvolte si sono trincerate dietro il segreto, un fascicolo giudiziario nei confronti degli ex soci del broker è ancora aperto. La moglie, dopo aver venduto fino all’ultimo gioiello e paio di scarpe firmato Gucci per pagare le bollette, fa la barista al centro di Roma.

GIGI RIVA
INGORDIGIA
Vita, morte e truffe del broker dei vip
Mondadori 2024

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