ANBI: il tevere si sta salinizzando con gravi conseguenze sull'agricoltura

Gargano (ANBI): "É necessario aumentare le disponibilità d’acqua, efficientando le infrastrutture esistenti e realizzando nuovi bacini di accumulo"

redazione green
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ANBI: in Lazio aumenta la salinizzazione del fiume Tevere. Crescono le preoccupazioni per l'agricoltura

Nel 2017, quando la crisi idrica del lago di Bracciano rischiò di fare razionare l’acqua nella Capitale, l’attenzione del mondo si concentrò su Roma; oggi si sta salinizzando il fiume Tevere con gravi ripercussioni sull’agricoltura di grandi aree vocate a produrre cibo come Maccarese e Ladispoli, ma nessuno ne parla”: a denunciarlo è Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI, intervenuto ad un seminario formativo, organizzato dal sindacato Filbi-Uil a Milano Marittima.

La portata del Tevere si aggira attualmente sugli 80 metri cubi al secondo, quando la media del periodo è superiore a mc/s 200; ciò favorisce la risalita del cuneo salino nell’entroterra. La crisi inizia fin dalla sorgente del fiume con un flusso praticamente dimezzato già a monte Molino, in Umbria. Analoga condizione si registra per l’Aniene. Non va meglio per i livelli dei laghi dei Colli Romani: quello di Albano è calato di 11 cm nell’ultimo mese, il bacino di Bracciano è sotto 7 centimetri rispetto all’anno scorso e quello di Nemi ha perso addirittura quasi mezzo metro d’acqua in 12 mesi.

Le conseguenze della crisi climatica", prosegue il DG di ANBI, "sono accentuate nel Lazio da una sregolata pressione antropica sulle risorse idriche. Per questo è necessario aumentare le disponibilità d’acqua, efficientando le infrastrutture esistenti e realizzando nuovi bacini di accumulo; il futuro non possono certo essere i dissalatori, i cui costi penalizzerebbero fortemente l’economia agricola e la nostra borsa della spesa oltre a comportare gravose conseguenze di carattere ambientale, legate allo smaltimento della cosiddetta salamoia inquinante”.

Attualmente nel Lazio ci sono 5 invasi con una capacità complessiva di 7.495.000 metri cubi; il Piano Invasi (“laghetti”), proposto da ANBI e Coldiretti, ne prevede almeno altri 18 capaci di aumentare la disponibilità idrica di ulteriori 13.312.500 metri cubi. Su tali bacini potranno essere posizionati 23 impianti fotovoltaici galleggianti (produzione: 15,26 milioni di kilowattora all’anno) e 4 centrali idroelettriche (produzione: 301.603 kilowattora all’anno).

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