Clima, Cingolani: "Decennio decisivo o ci saranno scenari letali"

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"Da qui al 2030 siamo chiamati a un cambiamento epocale" per non far crescere il riscaldamento oltre il tetto di 1,5 gradi: e' il monito lanciato dal ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, su Repubblica. "Ci sono scenari contenuti nel rapporto secondo cui, se riusciamo a rispettare una certa quantita' di emissioni di gas clima alteranti nei tempi previsti dagli Accordi di Parigi, allora potremo tenere sotto controllo l'incremento di temperatura", ha spiegato il ministro, "ecco perche' e' molto importante lavorare in questa decade" altrimenti "potremmo arrivare a livelli di temperatura altissimi, oltre i 3 gradi. Una situazione insostenibile, letale".

Per Cingolani ci sono "questioni geopolitiche importanti e complesse" che ostacolano questo cambiamento. "Occorre - ha spiegato - che i criteri di distribuzione dei 'sacrifici' siano chiari. Ora non lo sono affatto. Per esempio, oggi c'e' chi, come Paesi con miliardi di abitanti, vorrebbe che si tenesse conto delle emissioni pro capite, molto basse nel loro caso, e non di quelle complessive". Secondo il ministro il rapporto Ipcc non sara' risolutivo in vista della conferenza sul clima Cop26, di cui l'Italia e' co-organizzatrice perche' "non incidera' sulle questioni geopolitiche". L'Italia sta stiamo realizzando un programma che "e' pensato per essere in linea con gli Accordi di Parigi e anzi accelerare in questa decade e centrare 1,5 gradi anziche' stare sotto i 2. Tutte le politiche che stiamo adottando con il Pnrr e in collaborazione con l'Europa vanno in questa direzione". Ma piu' di questo "noi e Bruxelles non possiamo fare. Sono i grandi Paesi a dover cambiare strategia e noi stiamo lavorando per favorire un accordo in questo senso".