Energia, verso l'efficienza: decarbonizzare il patrimonio immobiliare pubblico
Ambasciatore di Francia in Italia Briens e la CEO di Siram Veolia Trentin hanno presentato la ricerca di Siram Veolia curata dall’Istituto per la Competitività
Efficienza energetica per il patrimonio immobiliare pubblico. Lo studio di Siram Veolia
Il 40% del consumo energetico e il 36% delle emissioni di gas serra in Europa sono da imputare agli edifici: una stima che in Italia è aggravata da una notevole longevità del parco immobiliare pubblico, con un enorme potenziale di sviluppo e di efficienza energetica, nel solco della transizione ecologica e della decarbonizzazione. Da queste premesse nasce la ricerca di Siram Veolia, curata dall’Istituto per la Competitività (I-Com), dal titolo “Missione Efficienza. Stato dell’arte e proposte concrete per decarbonizzare il patrimonio immobiliare pubblico in Italia”, che è stata presentata oggi a Roma presso la sede dell’Ambasciata di Francia in Italia.
Dopo i saluti dell’Ambasciatore di Francia in Italia, Martin Briens, e l’introduzione del Viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Vannia Gava, Emanuela Trentin, CEO di Siram Veolia, Franco D’Amore, Vicepresidente di I-Com, hanno presentato i dati più salienti della ricerca. Il convegno è stato coordinato da Roberto Sommella, Direttore di MF Milano Finanza.
Nel dettaglio, si tratta di un quadro, quello italiano dell’efficienza energetica nel settore immobiliare pubblico, aggravato dall’obsolescenza del patrimonio edilizio, costituito da oltre 3 stabili su 10 che hanno almeno 50 anni e registrano performance di molto al di sotto degli standard di efficienza energetica. Se consideriamo, poi, che solo l’1% del parco immobiliare viene ristrutturato, la velocità di rinnovamento è insufficiente per invertire la rotta e raggiungere gli obiettivi comunitari sulla riduzione dei consumi energetici al 2030.
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Tra gli edifici del settore pubblico in cui il consumo di energia per metro quadro è più elevato, sia sotto il profilo termico sia sotto quello elettrico, ci sono le strutture sanitarie. Secondo l’AGENAS, complici anche i forti rincari delle materie prime, tra il 2021 e il 2022 la bolletta energetica sanitaria regionale è aumentata dell’80%, passando da 1,8 miliardi di euro a 3,2 miliardi. Un dato che scatta una fotografia allarmante di un comparto che, all’anno, consuma più del doppio dell’energia di una scuola e il doppio di un edificio adibito a ufficio.
Secondo i dati raccolti e analizzati dall’Istituto per la Competitività, il settore dei servizi ha un peso rilevante sul bilancio energetico e ambientale italiano, con il comparto della salute responsabile di una fetta importante dei consumi. In realtà, ottenere importanti risparmi anche in campo sanitario, tanto sotto il profilo di consumi ed emissioni, quanto sotto quello economico, è possibile e necessario.
Lo studio analizza cinque casi di successo che accendono un faro sull’importante contributo che il settore dell’edilizia pubblica può dare per il conseguimento degli obiettivi di efficientamento energetico del nostro Paese. Sono progetti di Siram Veolia resi possibili mediante il ricorso allo strumento del Partenariato Pubblico Privato (PPP) secondo la formula contrattuale dell’Energy Performance Contract (EPC), che consente prima di minimizzare i consumi finali attraverso l’eliminazione degli sprechi e l’uso di tecnologie più efficienti, poi di inserire nuovi sistemi di generazione basati sul mix di fonti rinnovabili adatti a ciascun contesto. Il risparmio energetico medio è pari al 23%, mentre i risparmi economici si attestano al 31%, con un investimento di 48 euro al metro quadrato. In termini economici, un taglio della bolletta energetica del settore sanitario pari al 30% consentirebbe di risparmiare circa 450 milioni di euro l’anno.
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“L’efficienza energetica è un tema importante e centrale in un momento di transizione ecologica. Per raggiungere gli obiettivi al 2050 serve un approccio di gradualità che coinvolga tutti gli attori a tutti i livelli: legislativo, culturale, imprenditoriale”, ha commentato il Viceministro dell’Ambiente Vannia Gava. “L’Italia ha già delineato una propria strategia di decarbonizzazione nel Pniec, per riqualificare un patrimonio datato ed energivoro, con attenzione anche all’efficientamento idrico. Le iniziative in corso sono numerose, dal fondo Prepac per la pubblica amministrazione centrale, al conto termico, al fondo nazionale efficienza energetica, al fondo Kyoto".
“La transizione ecologica ed energetica rappresenta una delle sfide più importanti per i nostri Paesi nella quale dobbiamo investire tutti insieme: le emergenze climatiche, energetiche e ambientali ci impongono di accelerare gli sforzi collettivi per ridurre di oltre il doppio le emissioni di gas serra, diminuire la pressione sulla biodiversità e gestire meglio le risorse essenziali”, ha sottolineato Martin Briens, ambasciatore di Francia in Italia.
“L’efficienza energetica contribuirà per circa il 40% alla riduzione globale delle emissioni climalteranti al 2040. Uno strumento centrale, come dimostrato anche dalla sua inclusione nel PNIEC 2023 e nella proposta di revisione del PNRR, che comprende il capitolo su Repower EU”, ha dichiarato Emanuela Trentin, CEO di Siram Veolia. “Sono due le modalità per favorire il risparmio di energia: eliminare gli sprechi e adottare soluzioni e dispositivi tecnologicamente avanzati per migliorare l’utilizzo delle risorse a disposizione".
“Le strutture sanitarie, come molti degli edifici dedicati all’erogazione di servizi pubblici, sono spesso sistemi estremamente complessi ed energivori, le cui bollette incidono notevolmente sui costi di gestione e dunque, in ultima analisi, sui costi di erogazione dei servizi per il cittadino. Efficientare i consumi di queste strutture è oggi tecnicamente possibile”, ha commentato Franco D’Amore, Vicepresidente di I-Com.