G20 Napoli, Cingolani: "Non dimentichiamo urgenza di azzerare emissioni CO2"

Durante il G20 di Napoli, oggi nella prima giornata è stato discusso del tema Ambiente. Il ministro Cingolani ha aperto il congresso internazionale

di Lorenzo Goj
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È iniziato oggi a Napoli il G20 Ambiente, Clima ed Energia. Il congresso, che riunisce le principali economie mondiali, prevede di iniziare il comizio concentrandosi sul tema Ambiente, in particolare su gestione e salvaguardia del “capitale naturale” e “l’utilizzo circolare” delle risorse. Domani invece, secondo e ultimo incontro del congresso, si parlerà di Clima ed Energia, e nello specifico di città e azioni per il clima, flussi finanziari allineati all’Accordo di Parigi, sicurezza e povertà energetica. Quest’anno, il G20 parte col presupposto di spingere la comunità internazionale verso «obiettivi più ambiziosi» di politica climatica. Nel programma, infatti, il foro dovrebbe ruotare intorno a tre macro-argomenti: biodiversità; protezione del capitale naturale e ripristino degli ecosistemi; e uso efficiente delle risorse ed economia circolare, un concetto che la presidenza italiana, attiva da dicembre 2020, riassume nell’obiettivo di “riallineare flussi finanziari e sviluppo sostenibile”. Sempre sulla carta, i temi sono condivisi da tutti i partecipanti. I veri problemi su cui accordarsi sono due: “come” e “con quali scadenze” attuare questi cambiamenti. Le delegazioni stanno lavorando per produrre, al termine di ogni giornata, un comunicato condiviso tra i venti Paesi che contenga la traccia di visioni e impegni comuni.

Prima dell’apertura, il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha avuto due incontri bilaterali: un colloquio con l’inviato speciale Usa per il clima, John Kerry e uno con il ministro della Transizione ecologica francese, Barbara Pompili. Dopo l’incontro con l’americano, Cingolani riporta su Twitter: “Italia e Usa insieme per un'alta ambizione e per azioni stringenti in questa decade per tenere la temperatura del pianeta a 1,5 gradi”. Italia e Usa, viene spiegato, anche in vista della Cop 26 di Glasgow, la conferenza delle Nazioni Unite in autunno, lavorano insieme per realizzare “azioni molto ambiziose, come la messa a terra consistente delle rinnovabili nella decade 2020-2030 per arrivare agli obiettivi del 2050 e 2055 in Europa”.

Ad aprire le danze del consiglio internazionale lo stesso ministro Cingolani, che ha dichiarato: “Le soluzioni basate sulla natura e su approcci ecosistemici per affrontare il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e la povertà, sono strumenti cruciali, ma non bisogna dimenticare l’urgenza di decarbonizzare e ridurre totalmente le emissioni di gas serra”.

“La ministeriale del G20”, continua Cingolani, “si svolge in una situazione senza precedenti, che necessita di interventi globali coraggiosi, congiunti e immediati. Sia nel mondo del clima che nel mondo della biodiversità, è sempre più chiaro che la sfida centrale riguarda il funzionamento del sistema finanziario e la misura in cui si allinea alle esigenze di sviluppo sostenibile. In parole povere, se il sistema finanziario può essere allineato a queste esigenze, la transizione verso uno sviluppo sostenibile può essere raggiunta. Senza tale allineamento, lo sviluppo sostenibile rimarrà al di fuori della nostra portata, con conseguenze catastrofiche che lasceremo alle generazioni future. Non si tratta semplicemente di generare nuove risorse finanziarie sufficienti per affrontare le sfide principali dell'accelerazione del ritmo e della portata delle nostre azioni nel campo dell'ambiente. Ancora più importante è la necessità di garantire che le nostre azioni non danneggino l'ambiente”, ha sottolineato il ministro.

Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani, da parte sua ha dichiarato: “Senza un accordo con la Cina e con i Paesi cosiddetti emergenti, diventa difficile limitare l'innalzamento delle temperature al di sotto della fatidica soglia dell’1.5°. Questo lo dicono i numeri: basta vedere quanto ogni nazione contribuisce all’emissione di anidride carbonica equivalente sul totale. Per tale motivo i due giorni di Napoli, così come la COP26 del prossimo autunno, saranno fondamentali per tracciare una strada realistica e affrontare il riscaldamento globale attraverso una nuova rivoluzione industriale. Per noi Radicali questa è la prepotente urgenza da affrontare, e lavoreremo giorno dopo giorno per trovare in Italia altre forze politiche che ne condividono l’impellenza”, conclude.