Green bond, che cos'è e come funziona l'arma finanziaria della transizione

Per affrontare un cambiamento epocale per il mondo intero sono necessari fondi ingenti, ma da dove vengono tutti questi soldi?

di Lorenzo Goj
Green
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Green bond, l'arma della finanza per la transizione green: cosa sono, a cosa servono, chi li emette e...

Tra i temi più caldi degli ultimi anni vi è sicuramene la sostenibilità. Il mondo si è reso conto di dover abbandonare il classico carbone per passare alle rinnovate energie “verdi”. Ma, come vien facile pensare, transitare da un vecchio a un nuovo modello, soprattutto se riguarda praticamente il mondo intero, non è facile. E sicuramente non costa neanche poco, anzi. L’annuncio più eclatante è stato quello di Mark Carney, ex governatore della Banca centrale inglese che, rappresentando un gruppo privato di 450 nomi tra intermediari finanziari, assicurazioni e investitori, chiamato Glasgow Financial Alliance for Net Zero, ha promesso di mettere in campo, in circa 30 anni, la cifra monstre di 130 mila miliardi di dollari per raggiungere la neutralità climatica

Tra l’altro, la Cop26 (tenutasi a Glasgow, Scozia, dal 31 ottobre al 12 novembre), aveva reso noto come l’interesse, parlando in pratici termini economici, per la sostenibilità derivi più dal privato che dal pubblico.  Infatti, l’interesse privato per la lotta al cambiamento climatico è forte perché, sebbene l’ambiente sia un bene pubblico puro, cioè non rivale in termini economici (tutti possono goderne) e non escludibile (non si può estromettere nessuno dal goderne), la via della transizione ambientale è lastricata di beni privati, che possono essere regolati dal mercato e, ovviamente, produrre profitti. L’attenzione agli investimenti sostenibili però richiede una grande attenzione, perché ciò che guida buona parte delle compagnie è la reputazione, e l’incentivo a barare e sovrastimare la propria sostenibilità è purtroppo sostanziale. Servono quindi strumenti precisi per distinguere ciò che è vero “green” dal “greenwashing”.

Ormai il mercato della finanza sostenibile è sulla rampa di lancio. Le emissioni cumulate di green bond a livello globale stimate da Climate Bond Initiative hanno superato 1,4 trilioni di dollari. Comunque, nonostante le “obbligazioni verdi” rappresentino oggi una componente ancora marginale del mercato del debito, secondo Scope Ratings nel 2021 gli Esg-linked bonds costituiranno il 25% di tutte le emissioni in Europa. Spinti da politiche climatiche sempre più ambiziose al fine di raggiungere i target di Parigi, governi e società private emettono Green bond per migliorare nei rating Esg e soddisfare così il loro fabbisogno finanziario. Sorge dunque la domanda, cosa sono esattamente i Green bond?

Green bond, cosa sono e come funzionano

Partiamo dal principio. L'obbligazione (o bond) è un titolo di credito. Il rapporto che si instaura tra l'emittente e il portatore (bondholder) è quello, rispettivamente, di debitore e creditore. Chi acquista un'obbligazione all'atto dell'emissione, ossia sul mercato primario, presta una somma di denaro a un'impresa, a uno Stato od altre entità. In cambio riceverà un interesse per tutta la durata del titolo, che verrà versato periodicamente (la cedola). Al termine del contratto, l'emittente restituisce il capitale ricevuto. Da questa prima descrizione basilare, si comprende subito perché l'obbligazione sia considerata un investimento più "tranquillo", rispetto a un'azione: il rendimento è solitamente prestabilito e a scadenza il capitale viene restituito.

Le “obbligazioni verdi”, o Green bond, sono strumenti finanziari che, dal 2007, anno del loro lancio, hanno conosciuto un tasso di crescita straordinario. Sono obbligazioni come tutte le altre, ma la loro emissione è strettamente legata a progetti che hanno un impatto positivo per l’ambiente. I Green bond permettono dunque di finanziare vari tipi di programmi con caratteristiche di sostenibilità ambientale, come il trattamento dell’acqua e dei rifiuti, iniziative legate alla prevenzione e controllo dell’inquinamento, infrastrutture per i trasporti, tra cui le ferrovie centrali eoliche e più in generale iniziative legate all’utilizzo sostenibile dell’acqua o all’edilizia eco-compatibile, per citare qualche esempio. Tutti i piani atti ad accelerare la transizione ecologica rientrano dunque nei green bond

Recentemente, la Commissione Europea ha enfatizzato le potenzialità e il funzionamento del mercato dei Green bond, presentando un pacchetto di misure intitolato "Energia pulita per tutti gli europei", secondo il quale, dal 2021, sarà necessario un supplemento di ben 177 miliardi di euro all’anno per raggiungere gli obiettivi individuati per il 2030 su clima ed energia per i quali questi nuovi meccanismi di finanziamento e di investimento potrebbero giocare un ruolo essenziale.

Obbligazioni verdi, da chi vengono emesse?

Inizialmente, le nuove obbligazioni provenivano principalmente da istituzioni finanziarie sovranazionali, come la Banca mondiale o la Banca Europea per gli Investimenti. Poi, sul mercato sono arrivati anche titoli emessi da singole aziende, municipalità e agenzie statali. Negli ultimi anni si è vista una espansione più significativa anche grazie alla spinta impressa dalla Cop21 parigina e dagli accordi sul clima del 2015. 

Per l'emissione dei Green bond sono previste due aste al mese, il primo e il terzo mercoledì del mese. A queste si aggiungeranno un'asta e un'emissione sindacata al mese per le obbligazioni. A guidare la vendita, su mandato della Commissione, sono BofA Securities, Credit Agricole, Deutsche Bank, Nomura e TD Securities.

Green bond, dove e come si acquistano?

La risposta a questa domanda, per un piccolo risparmiatore, è piuttosto semplice: ci si rivolge a un intermediario, tipicamente in banca. Quest'ultima avrà la possibilità di accedere ai mercati come il MOT di Borsa Italiana, su quale vengono scambiati i titoli.

Italia e Green bond, lo stato dell’arte

Tra i sottoscrittori del green bond Ue circa il 10% ha sede in Italia, che dimostra il suo ruolo di primo piano nel panorama del debito verde europeo. Il 3 marzo 2021 è stato emesso il primo BTp Green per 8,5 miliardi di euro con scadenza 2045 che, anche in questo caso, ha ricevuto sottoscrizioni in eccesso di circa 10 volte l’offerta. Si osserva che il 41% dei fondi raccolti ha finanziato incentivi fiscali per l’efficientamento energetico e che il lotto minimo ridotto di 1.000 ha consentito la partecipazione sul mercato secondario degli investitori retail, non frequente visti i tagli minimi delle emissioni green corporate che si aggirano attorno a quota 100.000 euro.

Obbligazioni verdi, da cosa dipende la loro crescita?

La crescita del mercato dei Green Bond è dovuta principalmente a due fattori. Da una parte, l’ingresso nel mercato delle obbligazioni green da parte delle grandi imprese dei paesi emergenti (in particolare Cina ed India), dall’altra la crescente attenzione delle istituzioni sovranazionali al tema, appunto, della sostenibilità ambientale. Infatti, tutte le principali Banche di Sviluppo (Banca Mondiale, International Finance Corporation, European Bank for Reconstruction and Development, European Investment Bank, Asian Development Bank, African Development Bank) ogni anno rinnovano il loro impegno nella sostenibilità avviando nuovi piani di emissione di Green Bond. Da parte degli investitori, entrambi i trend portano ad una maggiore attenzione a tematiche connesse al cambiamento climatico e all’inclusione finanziaria, due temi centrali nell’agenda mondiale che trovano un forte riscontro nelle linee guida definite all’interno dei Sustainable Development Goals promossi dalle Nazioni Unite.

Green bond, obbligazioni "verdi" da record

Detto del primato di oggi del primo Green bond targato commissione europea, il comparto si conferma in buona forma a livello complessivo. Secondo un'analisi effettuata da Bloomberg, nei primi sei mesi del 2021 la vendita di questi titoli ha sfiorato i 300 miliardi di dollari. Le emissioni hanno riguardato 49 Paesi e sono state in 29 valute. L'area traino per i Green bond è l'Europa: circa il 53% delle obbligazioni di questo tipo piazzate nel primo semestre 2021 provengono da Europa, Medio Oriente e Africa (zona Emea). Come valuta regna l'euro. Seguono dollaro Usa e yuan cinese. 

Nei primi sei mesi dell'anno sono stati raccolti 294 miliardi di dollari dalla vendita di eurobond, somma già vicinissima al record di 309 miliardi dell'intero 2020. Le vendite maggiori sono in capo al Groupe Bpce in Francia (1,84 miliardi di dollari). A ruota, Norway’s DNB Bank ASA (1,82 miliardi) e Intesa San Paolo (1,49 miliardi).