L’Europa punta sulle rinnovabili ma gas e nucleare sono ancora necessari

Draghi ha ricordato che “per molti paesi è difficile rinunciare al gas e se i prezzi salgono è un problema finanziare il percorso del Green Deal”

Mario Draghi, Ursula von der Leyen 
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I prezzi dell’energia continuano a salire, in una corsa vertiginosa che minaccia la ripartenza economica e il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal. Ecco perché, dopo averle escluse, l’Europa sembra voler riabilitare anche quelle fonti fino a poco fa considerate negative, come gas e nucleare.

A scriverlo è Gabriel Rosana su Il Gazzettino.

Occhi puntati, quindi, sul report Ue che conterrà il ranking delle fonti energetiche più o meno verdi ai fini dell’informazione per gli investimenti finanziari sostenibili. Le indicazioni di Bruxelles sono attese entro fine anno, ma le trattative tra i governi son impantanate sul riconoscere come fonti verdi gas e nucleare. 
Anche Mario Draghi ha ricordato che bisogna sì puntare sulle fonti rinnovabili ma “per molti paesi è difficile rinunciare al gas immediatamente e se i prezzi del gas salgono si pone il problema di finanziare questo percorso”.

Anche la Von der Leyen ha ribadito che per i prossimi 30 anni l’Europa dovrà fare continuare a fare affidamento necessariamente su fonti stabili, come l’atomo, o di impatto minore, come il gas. 

Ma la partita è decisamente ancora aperta perché se i paesi del nord hanno più quote di rinnovabili, quelli dell’est di carbone e nell’occidente si alternano gas e nucleare, in ogni caso, il testo dovrà ricevere l’ok del Parlamento europeo, in cui molti posti a sedere hanno gli ambientalisti.