Sostenibilità, chi è Jeff Bezos: il patron di Amazon tra i più green del mondo
Da sempre criticato per la sua condotta ambientale, Bezos ha deciso di rimescolare le carte e vestirsi di "verde" con investimenti arcimiliardari
Chi è Jeff Bezos, uno degli uomini più "green" del mondo: tra Amazon e il Bezos Earth Fund
Come per il 2020, anche nel 2021 l’argomento principale è stato il Covid. Cosa per niente strana considerando il susseguirsi di record di contagi dell’ultima settimana che, rimanendo in Italia, ha sfondato il muro dei 100.000 al giorno. Ma di sicuro, un altro tema portante, confermando un trend che va avanti da diversi anni, è la sostenibilità. Infatti, sono in molti a credere che il nostro pianeta sia in grave pericolo ambientale e che, attraverso investimenti per l’appunto “green”, si possa ancora fare qualcosa per salvarlo.
Uno fra tutti, tra gli uomini più potenti e ricchi del pianeta, Jeff Bezos, il quale ha immaginato un piano di investimenti mirati alla salvaguardia del clima e dell'ambiente per i prossimi dieci anni da ben 10 miliardi di dollari. Insomma, per farla breve, il dominus di Amazon tirerà fuori di tasca propria circa 1 miliardo di dollari l’anno proprio per sostenere questa battaglia contro il tempo. E questo, di conseguenza, lo renderà tra gli uomini più “green” del mondo.
Nel dettaglio, nel febbraio 2020, Bezos si è offerto di spendere $ 10 miliardi in 10 anni, o poco meno del 10% del suo patrimonio netto all’epoca, per combattere il cambiamento climatico. Alla fine dell’anno scorso, il patron di Amazon ha annunciato la sua prima serie di donazioni: 791 milioni di dollari in donazioni a 16 enti di beneficenza incentrati sul clima, tra cui il World Wildlife Fund, che spenderà i 100 milioni ricevuti dal Bezos Earth Fund per la protezione delle foreste, il ripristino delle mangrovie e altri progetti. Il fondo quest’anno ha anche promesso di donare 150 milioni di dollari ai gruppi per la giustizia climatica. Ma vediamo nel dettaglio il profilo del magnate americano impegnato nella lotta in nome della sostenibilità ambientale.
Jeff Bezos, Amazon.com: gli inizi
Nel 1994, Bezos decide di lasciare il suo lavoro per fondare nel garage di casa sua, a Seattle, Cadabra.com. L'azienda, ribattezzata dopo 4-5 anni Amazon.com dal nome del Rio delle Amazzoni, incomincia nel luglio 1995 come libreria online, offrendo una scelta di titoli maggiore rispetto a qualsiasi altro grande negozio di libri o di ditta specializzata nella vendita per corrispondenza. In pochi anni, amplia il catalogo oltre i libri, vendendo DVD, videogiochi, macchine fotografiche, elettrodomestici fino ad arrivare, nel 2018 a un catalogo di oltre 500 milioni di articoli distinti in vendita sulle 13 piattaforme attive nel mondo.
Blue Origin, il colosso “spaziale” di Amazon
Nel 2007, il magnate americano ha annunciato il suo investimento in Blue Origin, una società aerospaziale con sede a Seattle che sta sviluppando tecnologie per offrire viaggi nello spazio ai propri clienti; Pertanto, nel 2015, l'uomo d'affari ha annunciato il lancio di un nuovo veicolo orbitale in fase di sviluppo.
Climate Pledge Friendly, che cos’è
Si chiama “Climate Pledge Friendly” ed è la nuova etichetta che Amazon ha lanciato quest’anno in Europa per incentivare il consumo di prodotti sostenibili certificati. Nel programma saranno coinvolti, in particolare, Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito.
Grazie al Climate Pledge Fund, un fondo da 2 miliardi di dollari creato dall’ex CEO di Amazon, è stato possibile finanziare il programma realizzato in collaborazione con Global Optimism. L’ambizioso obiettivo è quello di dimezzare le emissioni di CO2 tra il 2020 e il 2030, per arrivare ad emissioni zero entro il 2050.
Sostenibilità, le 19 etichette ecologiche di Bezos
Con la nuova iniziativa Climate Pledge Friendly, ora i prodotti “green” distribuiti da Amazon saranno sicuramente più riconoscibili. La presenza dell’apposita etichetta identifica, appunto, i prodotti che possiedono una o più delle 19 certificazioni di sostenibilità che aiutano a preservare l’ambiente. Ma vediamo nello specifico quali sono le etichette:
Blue Angel, garantisce che il prodotto soddisfi elevati standard ambientali tra cui la tutela della salute del consumatore;
Blue Sign, i prodotti sono fabbricati in modo responsabile, utilizzando sostanze chimiche più sicure;
Reducing CO2, i prodotti riducono il loro impatto ambientale anno dopo anno;
Carbonfree Certified, determina che la carbon footprint del prodotto e le emissioni di anidride carbonica sono compensati con progetti di riduzione della stessa;
Compact by Design, certifica che dal prodotto siano rimossi acqua e aria in eccesso per ridurre l’impatto ambientale di spedizioni e imballaggi;
Cradle to Cradle Certified, i prodotti sono realizzati con materiali sicuri e processi responsabili;
EPEAT, i prodotti sono valutati in base a criteri come il consumo di energia e la sostenibilità nel ciclo di vita;
Fairtrade International, i prodotti sono coltivati nel rispetto di standard etici e ambientali;
Forest Stewardship Council, i prodotti supportano una silvicoltura responsabile;
Global Organic Textile Standard, certifica che ogni passaggio della filiera tessile è biologica in base e standard ecologici e sociali;
Global Recycled Standard, i prodotti sono realizzati con almeno il 50% dei material riciclati;
Made in Green by Oekotex, i prodotti sono testati contro la presenza di sostanze nocive;
Nordic Swan Ecolabel, i prodotti soddisfano alti standard in materia di utilizzo chimico, consumo di risorde, emissioni di gas a effetto serra e biodiversità;
Organic Content Standard 100, i prodotti sono realizzati con materiali biologici almeno al 95%;
Rainforest Alliance, rappresenta metodi di coltivazione sostenibili;
Recycled Claim Standard 100, i prodotti utilizzano materiali realizzati con il 95% di contenuti riciclati;
Recycled Claim Standard Blended, i prodotti utilizzano materiali realizzati con almeno il 5% di contenuti riciclati;
Responsible Wool Standard, la lana proviene da aziende agricole che supportano il benessere degli animali