Transizione ecologica? 2021 da incubo con temperature e inquinamento da record
I dati ufficiali diffusi dal Copernicus Climate Change Service ci restituiscono una fotografia drammatica
Dal record di caldo in Sicilia al fallimento della Cop26: bilancio di un anno orribile
Travolto dall’emergenza del Covid, il mondo rischia di mettere in secondo piano un tema dal quale invece dipendono le sorti del pianeta. La drammatica crisi ambientale continua a produrre effetti nefasti, come dimostrano i dati ufficiali diffusi dal Copernicus Climate Change Service (C3S), servizio dell’Unione Europea. Il 2021, anno della deludente Cop 26 di Glasgow, è stato il quinto più caldo della storia. E gli ultimi sette anni, più in generale, hanno segnato le temperature più alte di sempre. Inoltre, i dieci anni più caldi dell’intera storia europea si sono registrati tutti dal 2000 ad oggi, indice di un trend che pare davvero fuori controllo.
Dalle inondazioni nel Centro Europa al caldo da record in Siclia
"Durante l'estate 2021 in Europa si sono verificati diversi eventi estremi di grande impatto", spiega il rapporto diffuso dall'UE. A luglio ci sono state precipitazioni molto intense nell'Europa centro-occidentale in una regione con suoli prossimi alla saturazione, che ha portato a gravi inondazioni in diversi Paesi, con i più colpiti tra cui Germania, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi. La regione del Mediterraneo ha subito un'ondata di caldo nei mesi di luglio e parte di agosto, con temperature elevate che hanno colpito in particolare Grecia, Spagna e Italia. E proprio l’Italia vanta uno di questi poco invidiabili record: i 48,8° registrati a Siracusa lo scorso agosto rappresentano un primato europeo, che ha scalzato quello stabilito nel 1977 da Atene, dove il termometro si fermò a 48°. Se l’estate siciliana è stata funestata anche da drammatici incendi, in tutto il resto del mondo si sono verificati eventi altrettanto straordinari, con danni ingenti causati sia dal caldo rovente che dai tifoni.
L'andamento delle temperture, la siccità e i diluvi
"A livello globale - spiegano da Copernicus - i primi cinque mesi dell'anno hanno registrato temperature relativamente basse rispetto agli ultimi anni molto caldi. Da giugno a ottobre, tuttavia, le temperature mensili sono state costantemente almeno tra le quarte più calde mai registrate". Inoltre, "le temperature degli ultimi 30 anni (1991-2020) sono state di quasi 0,9 gradi al di sopra del livello preindustriale". Sarebbero circa 400 le stazioni metereologiche sparse sul pianeta che hanno segnato temperature da record. Dall’Italia all’Oman, dove è accaduto. Il caldo preoccupa, ma lo stesso vale per le stagioni delle piogge mancate in Kenya, dove, per la prima volta dopo molti anni, il governo è dovuto correre ai ripari per offrire aiuti alimentari alla popolazione, allo stremo per la mancanza di acqua. Clima torrido ha colpito molte città europee, in Alaska e in Cina, che secondo China Meteorological Administration ha vissuto l’anno più caldo di sempre. Sconvolgente anche la pioggia copiosa che ha colpito la provincia di Henan, dove in tre giorni le precipitazioni hanno superato quelle di un anno intero, uccidendo centinaia di persone e distruggendo i raccolti.
Emissioni di gas serra in crescita
Il 2021 è stato un anno pessimo anche per le concentrazioni di gas serra nell'atmosfera, che hanno continuato a crescere. I livelli di anidride carbonica che hanno raggiunto un record annuale medio per colonna di circa 414 parti per milione (ppm) e quelli del metano un record annuale di circa 1.876 parti per miliardo (ppb). Gli incendi verificatesi non solo in Sicilia, ma soprattutto in Siberia e in diverse parti del mondo (e spesso proprio a causa del combinato disposto tra innalzamento delle temperature e siccità) hanno fatto crescere le emissioni di carbonio, passate in dodici mesi da 1,75 a 1,85 miliardi di tonnellate.
Incendi, inquinamento e gelo anche nel Nord America
Anche nel continente nordamericano il clima ha avuto notevoli anomalie, con temperature medie mensili molto più alte del solito in Canada, nonché un’eccezionale di caldo verificatasi nell'area occidentale del Continente a giugno, che ha battuto il record storico per il calore nel mese specifico nell’intero continente. Anche qui l’estate è stata funestata da gravi incidenti, tra cui il “Dixie Fire”, considerato il secondo incendio più grande nella storia della California. Questo episodio ha devastato diversi beni materiali, ma ha anche inquinato in maniera severa l’aria dello Stato americano. Peraltro, la qualità dell'aria "è stata ridotta in tutto il continente, poiché il particolato e altri inquinanti pirogeni emessi dagli incendi sono stati trasportati verso est", spiega il rapporto. L'ondata di calore che ha colpito gli Stati Uniti fra giugno e luglio è stata definita come l'evento dell'anno, avendo fatto salire le temperature fino a 5° oltre la norma. La follia del clima si traduce anche nell'ondata di freddo che a febbraio ha ucciso 200 persone in Texas, spingendo a parlare di una "epidemia da gelo", spiegata appunto con il climate change.