Wwf: l'orso polare sparirà a causa del climate change. Poi toccherà all'uomo

La sopravvivenza del più grande carnivoro terrestre è minacciata dall'impatto del cambiamento climatico. Subito dopo, il futuro a rischio è quello di noi umani

di redazione green
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L'orso polare è a rischio estinzione. L'allarme del Wwf nella giornata mondiale del "re dell'Artico"

I ghiacciai dell'Artico si stanno riducendo del 13% ogni dieci anni. È un habitat che sta scomparendo e il primo a rimetterci sarà l'orso polare (Ursus maritimus), il più grande carnivoro terrestre e anche uno degli animali più minacciati dagli impatti del cambiamento climatico. Subito dopo, il futuro a rischio è quello di noi esseri umani.

È lo scenario che ipotizzano gli ambientalisti, a cominciare dal Wwf, in occasione della Giornata mondiale dell'orso polare, che ricorre il 27 febbraio, lanciando un allarme per questa specie diventata simbolo di un cambiamento climatico catastrofico.

C'è infatti una relazione diretta tra il ghiaccio marino e gli orsi polari: se scompare l'uno, a causa del cambiamento climatico, ecco che l’Ursus maritimus è destinato a scomparire. L'Artico si sta riscaldando circa tre volte più velocemente di qualsiasi altra parte del pianeta Terra. Negli ultimi 40 anni sono spariti circa 2 milioni di chilometri quadrati di ghiaccio marino, come dire un'area più estesa delle superfici di Alaska e California messe insieme. 

Secondo diversi scienziati è molto probabile che entro il 2050 ci saranno estati artiche completamente prive di ghiaccio marino. Il che significa che per l'orso polare sarà la fine. A meno di una inaspettata capacità di adattamento a nuovi scenari, ma con tempi molto, molto lunghi prima di avere evidenza scientifica di risultati apprezzabili per la conservazione della specie.    

Gli orsi polari hanno bisogno del ghiaccio marino per riprodursi e cacciare, ma se appunto i trend di fusione delle calotte polari e la scomparsa di habitat idonei proseguiranno con il trend degli ultimi decenni, alcuni studi ipotizzano che in soli 35 anni rischiamo di perdere fino al 30% della popolazione di questa specie.

Le minacce che mettono a rischio la sopravvivenza dell'orso polare dipendono dall'uomo

Oggi le più recenti stime contano tra i 21-22.000 e i 30-31.000 individui in natura. E già ora alcuni dati sono drammatici: la popolazione di orso polare della baia di Hudson (Canada) ha registrato una riduzione del 30% fra il 1987 e il 2017

Le minacce che mettono a rischio l'orso polare sono tutte legate all'azione dell’uomo, con ripercussioni sull'habitat e sulla catena alimentare al cui vertice si trova proprio l'orso. Le sostanze tossiche, come i pesticidi, possono influenzare negativamente anche alcuni aspetti della fisiologia di base della specie e addirittura avere effetti negativi sulla sua riproduzione. Ma non solo. 

La perdita del ghiaccio ha anche un impatto sulle opportunità di accoppiamento degli orsi polari e sulla loro capacità di spostamento e dispersione in altre aree, il che ha comportato come conseguenza negativa un aumento degli accoppiamenti tra individui consanguinei e imparentati con gravi riflessi sulla diversità genetica e dunque sulla probabilità di sopravvivenza della specie.

Il fatto che gli orsi polari non trovino il cibo poi, rende gli individui molto più intraprendenti: si avvicinano ai villaggi e cercano cibo tra i rifiuti prodotti dalle persone, entrando in conflitto con le comunità locali, spaventate dalla loro presenza vicino alle abitazioni.    

Dal 2015 il Wwf ha creato delle pattuglie per sorvegliare e tutelare la sicurezza degli abitanti di Ittoqqortoormiit, il paese più a nord della Groenlandia orientale, dall'intrusione dell’orso polare. In soli 7 anni le pattuglie sono state in grado di intervenire e allontanare oltre 75 orsi.

La giornata mondiale dell'Orso polare

Si comprende quindi come la salvezza di questa specie e del suo fragile habitat sia strettamente connessa a quella del pianeta e dell'umanità, ovvero tutto passa per le scelte e azioni dell'uomo. Di qui l'importanza della Giornata mondiale dell’orso polare, perchè garantendo la sopravvivenza di una "specie ombrello" come è quella dell'orso polare si assicura la protezione di tutte le specie che si trovano ai livelli più bassi della catena alimentare e che condividono con lui lo stesso fragile habitat.

E la prima cosa da fare è agire quotidianamente "diminuendo – dice il Wwf - i consumi di gas e fare pressione su governi e aziende per puntare sempre più su energie da fonti rinnovabili, e azzerare le emissioni di CO2 provocate dall'uso di combustibili fossili".

Attivare progetti concreti per salvaguardare l'orso polare e l'Artico

Attivare progetti concreti che hanno come obiettivo la salvaguardia dell'orso polare e dell'Artico è una prerogativa del Wwfk, ad esempio con il progetto "Last Ice Area", e si riferisce a una delle zone meglio conservate dell'Artico a cavallo tra Canada e Groenlandia.

L'obiettivo  è tutelare l'area per il benessere e la sopravvivenza degli orsi polari e delle altre specie artiche, facendola divenire un rifugio sicuro.     

Il Wwf promuove l'istituzione e la gestione di aree protette come la Riserva dell'Isola di Vaigach e sostiene la ricerca scientifica, come nel caso delle Isole Svalbard.

In Groenlandia l'organizzazione ambientalista è inoltre impegnata per rendere i villaggi abitati meno attraenti per gli orsi, che vi si affacciano in quanto attirati soprattutto dal cibo, e lo sta facendo lavorando su ricerca e sviluppo di tecniche di prevenzione e di dissuasione.

Alla sperimentazione di queste tecniche, poi, si aggiunge la necessaria comunicazione alle popolazioni locali sui corretti comportamenti da tenere in aree frequentate da orsi, in particolar modo nel campo della gestione dei rifiuti. Sarà una coincidenza, ma in ogni angolo del pianeta è proprio questa carenza ad essere, per contro, occasione ghiotta e fonte di richiamo immediato per gli animali, finendo con il rendere sempre più complesso il rapporto con l'uomo.

L'orso polare, il più grande carnivoro sulla Terra

L’orso polare è tra i più grandi carnivori terrestri del pianeta, ma il suo nome scientifico Ursus maritimus ci ricorda anche che trascorre la maggior parte della vita dentro e nei pressi dell'acqua. Il grande predatore dell'Artico è oggi in serio pericolo.

Stime precise sono difficili da ottenere poichè questa specie vive, a densità molto basse, in regioni impervie e disabitate. Gli ultimi dati comunque dicono che tra i 20-21mila e i 30-31mila, divisi in 19 sottopopolazioni, vivono nelle regioni artiche

L'orso polare è ricoperto da uno strato di grasso che arriva fino a 11 cm che lo tiene caldo, specialmente mentre è in acqua, e si parla di acque artiche. I maschi adulti solitamente misurano, partendo dalla punta del naso a quella della coda, dai 2 ai 2,5 metri e pesano dai 400 ai 600 kg.

Le dimensioni delle femmine sono invece circa la metà. Sono animali solitari, tranne durante il periodo della riproduzione, quando restano in coppia per circa una settimana, poi ognuno per proprio conto, vagando tra i ghiacci.

I cuccioli, generalmente due, nascono dopo circa sette mesi e ognuno pesa soltanto 600 grammi; dopo cinque mesi incominciano a ingerire cibo solido, ma non vengono completamente svezzati per altri 2-3 anni. Quindi il legame con la madre è molto forte, e questo vuol dire un tempo più lungo di protezione ad ogni costo che la madre dedica ad ogni costo, ai piccoli. 

L'orso polare si nutre principalmente di foche degli anelli, sebbene anche di altre specie di foche, giovani di tricheco, balene beluga, narvali, piccoli mammiferi, pesci, uccelli marini e delle loro uova. Ha una incredibile capacità di restare in acqua a lungo, puo' nuotare per grandi distanze e raggiungere una velocità di 10 km/h, usando le enormi zampe anteriori come pagaie, mentre quelle posteriori fungono da timone. Riesce a immergersi fino a due minuti, chiudendo le narici, tendendo agguati alle sue prede direttamente dall’acqua. 

 

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