A destra di Sodoma, cosa significa essere omosessuale e fascista. Un estratto
su affaritaliani.it un estratto in anteprima del nuovo libro di Marco Fraquelli “A destra di Sodoma”
Marco Fraquelli, A destra di Sodoma
«Meglio fascista che frocio»: così parlò Alessandra Mussolini. Si tratta, come ovvio, di un parere del tutto opinabile. Ma cosa succede quando le due condizioni coincidono? È proprio quanto ha voluto indagare Marco Fraquelli che, a quattordici anni dalla pubblicazione di Omosessuali di destra (2007), ripropone, in una nuova edizione, ampliata e arricchita, oltreché aggiornata, il suo intrigante, a volte sorprendente, excursus storico alla scoperta di personalità omosessuali appartenenti al mondo della destra.
Un excursus che prende inizio dall’epopea nazionalsocialista (con incursioni in epoche e universi anche antecedenti, ma propedeutici alla formazione dei nazionalismi tra le due Guerre) e termina ai nostri giorni, comprendendo i movimenti nazionalisti e populisti che stanno affermandosi come «nuova frontiera» della destra radicale in diverse parti del mondo.
Non un libro sull’omosessualità o sugli omosessuali, come precisa l’Autore, ma un insieme di ritratti di grande efficacia e il racconto di avvenimenti storici che mettono in rilievo le contraddizioni di una cultura e una ideologia politiche che, pure impregnate di omofobia e di «machismo», presentano al loro interno molte ambiguità di natura sessuale.
Accanto alle figure più note, come il braccio destro di Hitler, Ernst Röhm, e alle «icone» come Brasillach e Mishima, a figure più recenti come Alice Weidel, lesbica dichiarata, leader del partito dell’estrema destra tedesco Alternative für Deutschland, o Florian Philippot e Sébastien Chenu, tra i più stretti collaboratori di Marine Le Pen, o ancora Pim Fortuyn, leader dell’estrema destra olandese fino alla sua tragica uccisione e Jörg Haider, leader della destra austriaca, morto all’apice della carriera politica per un incidente automobilistico, l’Autore propone altre figure meno note, ma molto rappresentative della destra estrema, soprattutto postbellica.
Per esempio quella del negazionista Michel Caignet, leader neofascista francese, editore di riviste gay e quella di Michael Kühnen, incontrastato leader del neonazismo tedesco tra gli anni ’70 e ’80 del ’900, morto di Aids alle soglie degli anni ’90; senza trascurare gli insospettabili risvolti «gay» che hanno fatto da sfondo a vicende storiche famose come la «Notte dei lunghi coltelli», la «Notte dei cristalli» o l’impresa fiumana di D’Annunzio. Completano l’opera un ricco apparato di note e un rimando a oltre trecento titoli bibliografici.
L’autore
Marco Fraquelli
Nato nel 1957 a Milano. Allievo del politologo Giorgio Galli e studioso della cultura di destra, ha pubblicato Il Filosofo proibito. Tradizione e reazione nell’opera di Julius Evola, Terziaria editrice,1994; A destra di Porto Alegre. Perché la Destra è più noglobal della Sini- stra, Rubbettino, 2005, Omosessuali di destra, Rubbettino, 2007, Altri duci. I fascismi europei tra le due guerre, Mursia, 2014.
Editore OAKS
Pagine 540
Introduzione di Franco Grillini
Prefazione alla vecchia edizione (2007) di Giorgio Galli
Prezzo 28 euro
Data di uscita agosto 20121
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Covid-19
La pandemia è stata, indirettamente, causa di una ulteriore manifestazione di discriminazione nei confronti della comunità LGBT ungherese: la prima legge varata (3 aprile 2020) dopo che Viktor Orbán ha incassato il via libera del Parlamento a esercitare a tempo indeterminato i pieni poteri per gestire l’emergenza sanitaria (30 marzo) è stata quella che impedisce il cambio di sesso alle persone transgender...
Dal dicembre 2020, gli omosessuali ungheresi non potranno più nemmeno adottare figli…dato che, il Parlamento ungherese, dove Fidesz controlla i due terzi della maggioranza, ha dato il via libera … a un pacchetto di emendamenti costituzionali proposti un mese prima dalla Ministra della giustizia Judit Varga. Tra i provvedimenti approvati, anche quello che prevede che i bambini potranno essere adottati solo da coppie sposate, e che vengano cresciuti seguendo i cosiddetti «valori cristiani»...
Tra i più accesi sostenitori del matrimonio eterosessuale previsto dalla attuale Costituzione, in vigore come detto dal 2012 (gennaio), e forse direttamente estensore materiale dell’articolo in questione, József Szájer, tra i fondatori, nel 1992, di Fidesz, eletto per quattro volte deputato dell’Assemblea nazionale ungherese dal 1990 al 2004, … anno in cui è stato eletto al Parlamento europeo, dove è stato confermato consecutivamente per altre tre legislature e da dove si è dimesso il 29 novembre 2020...
Il motivo delle dimissioni? Consegnando la lettera al Presidente del Parlamento, David Sassoli, l’eurodeputato ha dichiarato di non riuscire più a sopportare il peso del conflitto politico quotidiano e di non essere in grado di sostenere una tale sfida. Ma si tratta di una motivazione tanto surreale quanto pateticamente fasulla: il vero motivo è di tutt’altra natura.
Nella notte di venerdì 27 novembre, alcuni inquilini di un bel caseggiato nel centro di Bruxelles, infastiditi da schiamazzi e soprattutto preoccupati da rumori sospetti provenienti da un appartamento del palazzo, in pieno «coprifuoco» dovuto alle misure di prevenzione e contrasto all’epidemia di Covid-19, si rivolgono alla polizia che interviene prontamente e che, entrata nell’appartamento, si trova di fronte a una scena a dir poco sorprendente: un’ammucchiata sessuale in piena regola…
Tra i protagonisti del festino, tutti multati appunto per violazione delle norme anti-Covid, sono stati censiti diversi addetti diplomatici e un europarlamentare. Indovinate quale? Sì, proprio, lui, l’ungherese József Szájer, lo strenuo difensore di Dio, Patria e Famiglia. In realtà, Szájer, sposato con una giudice della Corte costituzionale ungherese, padre di due figli, non era nella stanza perché, resosi immediatamente conto di quel che stava succedendo, ha tentato una rocambolesca quanto improbabile fuga dal palazzo, calandosi dalla grondaia e ferendosi così le mani; peraltro inutilmente, poiché è stato comunque raggiunto dai poliziotti ai quali si è rivolto invocando l’immunità parlamentare e richiedendo la protezione del Ministero degli esteri belga…
Sulla vicenda, non si sono poi fatte attendere le reazioni ironiche – a dir poco – nei confronti dello sventurato politico ungherese: una settimana circa dopo l’accaduto, sulla grondaia utilizzata da Szájer per il suo goffo tentativo di fuga, è stata affissa una targa commemorativa che recitava: «Su questa fogna è finita la sua carriera mentre scappava dopo un’orgia con ecstasy».
Nello stesso momento, a Roma, sulla grande parete di un caseggiato nel quartiere gay friendly Monti, è apparso un enorme poster murale della street artist Laika, che ritraeva l’eurodeputato in versione leather, a petto nudo, mentre sul suo braccio sinistro si poteva notare lo stemma nazionale ungherese, rivisitato in chiave LGBT con la scritta: «Fuck Orbán, I Am What I Am» (ispirata da una celebre canzone di Gloria Gaynor, icona del popolo gay), con contorno di cinque uomini nudi, a rappresentare, probabilmente, i compagni di «giochi» dell’eurodeputato in quel di Bruxelles.
La stessa artista, sottolineando come in Ungheria il Governo di Orbán abbia «[...] letteralmente dichiarato guerra alla comunità LGBT, privandola di ogni diritto in nome dei cosiddetti valori tradizionali e delle radici cristiane», ha anche dichiarato di sognare «[...] un mondo dove tutti abbiano gli stessi diritti, a prescindere dall’identità e dall’orientamento sessuale, una società senza pregiudizi che consideri tutti allo stesso modo, tutti esseri umani e con gli stessi diritti [...] dove anche Szájer possa essere libero di vivere la sua sessualità nel modo in cui crede, senza nascondersi agli occhi del suo stesso partito».
Laika ha quindi concluso ringraziando l’ex eurodeputato «per aver inferto un duro colpo all’intolleranza». «Da oggi» ha chiosato «sei la nuova icona gay ungherese. La prossima volta, però, rispetta le norme anti-Covid!».