Che cosa ha detto davvero Orwell? Un fumetto e un manuale per capire 1984

Che cosa ha detto veramente Orwell? Un fumetto e un manuale per capire il romanzo "1984" e la genesi del grande fratello

di Claudio Bernieri
Libri & Editori
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Ma che cosa ha detto veramente George Orwell? Aggettivando lo  scrittore inglese, va di moda, nella nostra era pandemica,  il termine “orwelliano”:  sinonimo di apocalittico, dittatoriale, infernale.. Aggettivo usato dall’arcipelago complottista, dai no vax, dai parlamentari (l’ultima uscita di “orwelliano”  è stata quella usata  da Giorgia Meloni per definire  attuale   assetto della Rai) fino al think thank della nuova destra, per poi passare ai  leoni di tastiera , ai virologi,  agli influencer, al sessantottino, al rossobruno indignato, al comiziante da bar….manca  per ora una citazione di un rap di Fedex  o di Jovanotti per regalare all’aggettivo il  sigillo Doc di “Politicamente Elevato” . Una maledizione per lo stesso Orwell.

Ora un fumetto racconta il suo  famosissimo libro, “1984”(Xavier Coste. ed. Ferrogallico)   mentre un manuale appena uscito da Altaforte  vuole iniziare alla lettura dell’impegnativo tomo  il curioso non conforme. L'adattamento a fumetti di 1984 di George Orwell arriva in Italia dopo avere conquistato i lettori e la critica in Francia. È stato definito da Le Figaro “un'opera che toglie il fiato... un'alchimia della parola e dell'immagine” e da Le Monde “l'adattamento più audace”.  

L’autore del fumetto  è   Xavier Coste, disegnatore e illustratore della Normandia, che così ci  racconta la genesi della sua fatica : «Ho lavorato all'albo di 1984 per tre anni, dopo quindici anni di maturazione. Mi sono attenuto con incrollabile fedeltà al testo di George Orwell, che ho ritradotto, cambiando solamente abiti ai personaggi. Ho lavorato principalmente al disegno e alla messa in scena, non al linguaggio. Mi sono dedicato alle architetture per sottolineare la dimensione oppressiva del romanzo: ho giocato sui rapporti di scala per rappresentare enormi edifici monolitici che schiacciano uomini ridotti a delle formiche. Ho segmentato il libro con quattro gamme di colori per dare una chiara identità alle diverse atmosfere tra il ministero, i quartieri proletari, la prigione e le apparizioni del Grande Fratello».

Già, il Grande Fratello. Vanno di moda i fumetti  distopici . Spiega  nella prefazione al fumetto  il professor Stefano Zecchi:  «1984 è un’atroce denuncia non solo del totalitarismo, della comunicazione globale e del Grande Fratello che ci osserva instancabile da chissà dove, ma, in particolare, della stupidità e della miseria dell’uomo. Di un uomo incapace di credere in se stesso, di avere coraggio, di pensare in grande, di un uomo in grado di difendere soltanto la propria miserabile (spiritualmente) mediocrità, pauroso di perdere la sanità del corpo, vile e traditore. Una lucida, drammatica descrizione di un’umanità indifferente e vile, disposta a consegnare la propria persona a chiunque pur di liberarsi dal peso della responsabilità di scegliere e decidere con la propria testa. Questo è 1984: una spaventosa e inappellabile accusa dell’essere umano».

I critici francesi sono restati entusiasti: “Un approccio contemporaneo. Una grafica sontuosa. Si viene trasportati nel mondo di 1984 come in un film” (Comixtrip)
Un gioiello... che adattamento potente! Una qualità grafica impressionante” (France Inter) .

C’era bisogno di una versione a fumetti ( anche se il disegno è d’autore) per 1984?

Orwell è autore citato, ma  non popolare  . Il romanzo è  volutamente piatto, ossessivo, triste, non è certo un triller da spiaggia . Lontanissimo dallo  stile  cinematografico di Philip Dick. Eppure 1984  è di culto. Ne trarrà un film Hollywood?

Per approfondire  l’uomo orwelliano, restando in libreria ma magari lascando sul comodino il pesante romanzo intonso, ci può aiutare   un  saggio critico  sul  pensiero dell’anarchico scrittore inglese:   ne è autore   l’ideologo  della destra sociale  radicale   Gabriele Adinolfi  che  vede  nella sua lettura un Orwell   alla fine di un pensiero critico : da Nietzsche a Genon, per poi arrivare a Evola,  a Junger. Una ideale rivolta contro il mondo moderno globalizzato attuato con un romanzo distopico ( oggi cosi di moda). Orwell piace alla destra radicale:  ex volontario nella Guerra di Spagna  nelle Brigate Internazionali  , l’ Orwell anarchico  detestava gli intellettuali criptocomunisti  lontani dalle masse   e  rappresentava  ( per Adinolfi ) sin da dopoguerra   una terza via tra le due superpotenze della guerra fredda. Insomma, una anticipazione letteraria nel pensiero del rossobruno Dughin.

Chi era  veramente Orwell? Orwell in  Spagna. Quei porci stalinisti .Il ribelle, Il Grande Fratello. Nei  tanti capitoli delle duecento pagine del manuale ( Gabriele Adinolfi rilegge Orwell, 1984 sei tu. ed. Altaforte)  Adinolfi  spiega al lettore la genesi del romanzo  che nasce in Spagna, durante la guerra civile.  

In 1984 il quadro muta ancora. Il comunismo oppressivo e letteralmente distruttore degli uomini che vengono riprogrammati, annullati e perfino vaporizzati, è un vero e proprio Ente collettivo che si nutre della psiche comune e sviluppa tecniche di condizionamento, di controllo e di repressione a dir poco formidabili. Ognuno, dicasi ognuno, finisce travolto in quell’ingranaggio che diventa ogni giorno più forte, nutrendosi, come Crono dei suoi figli, nella reiterazione del Caos” scrive Adinolfi. 

Che arriva alla   classificazione dello scrittore : l’anarca che cavalca la tigre, da Marco Aurelio a Stirner. Un Disulluso che vive nel mondo ma non è nel mondo.

Il Cavaliere proteggeva i deboli, riconosciuti realmente come tali. L’associazione umanitaria di oggi è preda dei furbetti in basso e degli interessi economici e di potere in alto” avverte  Adinolfi “Mentre il Cavaliere non si lodava e sbrodava per il dovere compiuto, i buonisti si pongono come modelli da ammirare e sputano sentenze ideologiche, chiamando le folle a partecipare alla censura dei rei. Senza che abbiano la veemenza degli utopi- sti comunisti degli anni Trenta, questi «buoni» attivano comun- que meccanismi discriminatori e liberticidi e fungono da Socing”

E il lettore disilluso  e sconcertato, apprendista ribelle e non conforme, intuisce  alla fine del libro di Adinolfi di essere il  co – protagonista del romanzo “1984”,  a sua insaputa. Non gli resta che aprire l’originale, prendendolo dal suo comodino e dedicandosi  nella   notte a   una approfondita lettura.