Diario di un mondo fermo, 75 poesie per restare umani dopo la pandemia

Pietro Cifarelli: “Una poesia al giorno pubblicata sui social per non sentirmi solo e partecipare a ciò che il mondo stava subendo: poi ne è nato un libro”

di Sara Perinetto
Libri & Editori
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Questo diario

è solamente la parola

di un ragazzo

che per la prima volta

si è guardato dentro

ed ha capito dove è marcio

e dov’è libero e degno.

Questi versi sono estrapolati da Giorno 74, Fase 2. 15 – l’ultima luna di Pietro Cifarelli, dal volume Diario di un mondo fermo, che raccoglie settantacinque poesie scritte dal 6 marzo al 18 maggio 2020, una per ogni giorno di quarantena. Componimenti delicati e introspettivi che riflettono le atmosfere sospese di quei giorni incerti.

Diario di un mondo fermo non è nato per essere un libro”, spiega l’autore ad Affaritaliani.it. “È stato, quello del lockdown, un periodo difficile per tutti. Io, in quei giorni terribili tra marzo e maggio del 2020, avevo deciso di aderire alle brigate volontarie d’emergenza, precisamente alla Brigata Franca Rame: un’organizzazione spontanea di ragazzi che, dividendosi tra le varie zone di Milano, portavano pacchi alimentari, igienici e aiuti psicologici alle persone deboli, i cosiddetti dimenticati”.

Ecco allora che Pietro sceglie l’auto-isolamento: “Il Covid era ancora sconosciuto e, avendo contatti con tante persone, ho deciso di rimanere da solo a casa per proteggere i miei cari. Non vedevo i amici, né la mia famiglia, che mi era lontana chilometri. Questa esperienza mi ha sensibilizzato, costringendomi quasi a vedere tutta quella sofferenza che ha bisogno di essere toccata con mano affinché ci si renda conto della sua vera esistenza”.


 

E così ha cominciato a scrivere. “Una poesia al giorno per 75 giorni. Dal 6 marzo al 18 maggio 2020. Le pubblicavo sui social, era il mio modo per non sentirmi solo, era il mio modo per partecipare in un unico corpo a quello che tutto il mondo stava subendo”.

Ma se nelle prime poesie lo spettro del Covid è molto presente, pian piano è diventato un personaggio secondario, quasi inesistente. Le poesie, scritte in un linguaggio informale, amichevole, puntano su tutte quelle discriminazioni e disuguaglianze che la pandemia ha accentuato, “con la speranza che quando tutto questo finirà definitivamente, l’essere umano possa ricordarsi di essere semplicemente umano”.


 

Poi l’incontro con Eretica Edizioni, grazie alla quale da post social le poesie sono diventate il secondo libro di Pietro Cifarelli. “Sono diventate il diario di un mondo fermo. Quello più sofferto, quello più maturo, quello con più speranza. Le ho scritte seguendo il corso degli eventi storici e sociali, con il contagocce, distillate. Ho provato (e spero di esserci riuscito) a guardare oltre il virus. Sono parole che non vogliono aspettare scuse altre per guardarci dentro. Possiamo essere tante cose e siamo noi a decidere quali. Decidiamo, però, di essere umani”.

Che queste poesie

siano di quello che ero

testamento

e di quel che sarò

guida e nutrimento.

L'autore

Pietro Cifarelli

Dal profilo Instagram di Pietro Cifarelli, foto di Maria Brogi
 

Poeta Lucano, autore di Loro mi hanno meravigliosamente rovinato la vita (Eretica Edizioni, 2019). Vive a Milano dove studia Lettere moderne e lavora come copywriter. È un attivista del collettivo LUMe (Laboratorio Universitario Metropolitano) e della Camera del Non-lavoro. Fa parte del collettivo poetico Tempi diVersi. Durante il lockdown ha partecipato come volontario alla Brigata Franca Rame.

Progetto grafico e illustrazioni di

Carlotta Calabria

Graphic designer e aspirante illustratrice. Nasce a Vibo Valentia ma si trasferisce a Milano dove consegue la laurea in Design della Comunicazione al Politecnico. Attivista dei collettivi LUme e Camera del Non Lavoro, di cui si occupa della progettazione grafica.