Edmondo Bruti Liberati, Delitti in prima pagina
La giustizia nella società dell’informazione
Delitti in prima pagina, il nuovo libro di Edmondo Bruti Liberati per Raffaello Cortina Editore
La cronaca giudiziaria ha radici millenarie: non lo è forse il racconto dell’uccisione di Abele da parte di Caino nella Bibbia? È proprio con questo episodio che Edmondo Bruti Liberati inizia il suo nuovo libro, Delitti in prima pagina, Raffaello Cortina Editore, un volume colto, incisivo e accattivante che indaga il rapporto tra stampa e sistema giudiziario.
Si parte dalla Bibbia e dall’Iliade, con il primo processo svolto in pubblico e con giudizi umani, quello sullo Scudo di Achille. Si va dal basso medioevo alla Francia del XVI secolo, dove iniziano a circolare le mémoire judiciaire, documenti processuali che gli avvocati diffondevano per farsi pubblicità, fino agli Stati Uniti dell’Ottocento con le prime pubblicazioni di massa di giornali che dedicano molta attenzione alle notizie sulla criminalità con toni sensazionalistici (penny press, perché costavano solo un centesimo). E poi il yellow journalism, ma anche la produzione letteraria, una vera e propria “letteratura d’assise” che prende vita all’inizio del Novecento.
Edmondo Bruti Liberati ripercorre la storia della cronaca giudiziaria con puntualità, una sorta di bigino, preciso e professionale, per non addetti ai lavori della giurisprudenza e consigliatissimo per gli addetti ai lavori dell’informazione.
Ricco di esempi, il libro passa dalle aule giudiziarie a stampa, cinema, tv e social media, terzo e quarto potere, indagando il diritto all’informazione, il dovere di comunicare ma anche la necessità di una corretta informazione, che tocca anche il tema fondamentale della salvaguardia della dignità delle persone coinvolte nei processi.
Numerosissimi i casi citati, internazionali e nostrani, storici, da manuale e di cui leggiamo sui giornali ancora oggi: questioni aperte e attualissime, dal processo Gucci a Bossetti a Cesare Battisti con Salvini e Bonafede, da Cogne a Santa Maria Capua Vetere al Mottarone, facendoci riflettere sulla complessità delle questioni processuali oltre i titoli acchiappaclick da social network e la spettacolarizzazione dei processi paralleli in tv.
Ma ciò che emerge più chiaramente in Delitti in prima pagina è l’intento di Bruti Liberati di tracciare un percorso da seguire, con chiari riferimenti alle regole a cui attenersi per una narrazione rispettosa della verità e un’informazione “non asservita alla logica del profitto o a potentati economici” che sia “garanzia di libertà e giustizia”.