Fazi Editore riscopre un’autrice ribelle del Bloomsbury Group

“Sonata d’inverno” di Dorothy Edwards è un inno alla bellezza malinconica della natura

di Chiara Giacobelli
Libri & Editori
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Da una scrittrice femminista inglese caduta nell’oblio, una piccola perla letteraria che celebra la campagna inglese nel cuore dell’inverno

Dorothy Edwards era una donna anticonformista, indipendente, ecologista convinta, amante della natura e dei viaggi, antesignana del moderno femminismo. Per un periodo fece parte del Bloomsbury Group di Virginia Woolf, tuttavia non raggiunse mai la fama dell’amica, non scrisse quanto lei e dopo poco tempo lasciò Londra per cercare il proprio posto nel mondo: socialista e vegetariana, girò in lungo e in largo l’Europa insegnando l’inglese, scrivendo alcuni racconti e un unico romanzo. È proprio quest’ultimo che Fazi Editore pubblica nella collana Le strade, per riportare alla luce un’autrice ingiustamente caduta nell’oblio.

Sonata d’inverno è un romanzo malinconico e intimista, profondamente legato al rapporto con la natura, che qui non si esprime mai nel tripudio dei colori e delle luci della primavera, ma si identifica piuttosto nella tenue soavità dell’inverno. La neve che cade sui rami folti degli abeti, gli scheletri degli alberi che si stagliano nel cielo perennemente plumbeo, quella tipica pioggerellina inglese che talvolta prosegue per giorni e porta a dimenticarsi dell’esistenza del sole. È in questo mondo ovattato, dove persino i suoni sembrano attutiti, che si alzano nell’aria le note della musica, linguaggio universale in grado di creare un legame tra persone diverse per provenienza, ceto sociale, visione della vita e cultura. I personaggi di questo breve e delicato romanzo non sono molti: c’è Mr Arnold Nettle, il quale si trasferisce qui e assume il ruolo di impiegato del telegrafo per prendersi cura della sua salute cagionevole; ci sono le due sorelle Olivia ed Eleanor Neran, bellissime e benestanti, che dalla morte dello zio hanno accolto nella loro casa sulla collina la zia Mrs Curle con suo figlio George; e poi ci sono gli abitanti della umile dimora in cui vive Nettle, ovvero la ribelle Pauline con sua madre e il fratellino Alexander. A questo sparuto gruppetto di un piccolo villaggio inglese si aggiunge, per una lunga parentesi, un amico di George venuto a far loro visita, scrittore e critico letterario: Mr David Premiss.

Insieme, individui che pure sono profondamente diversi tra loro per costituzione, sogni, pensieri e moti dell’animo, trovano un punto di contatto nella musica, che prende vita nelle notti d’inverno all’interno della villetta sulla collina: Olivia suona il piano, Mr Nettle il violino e Pauline canta con una voce graziosa capace di incantare tutti. Tra gli spazi di una melodia e l’altra, si muove lentamente la vita ripetitiva e senza grandi sorprese dei protagonisti, i quali sono ben consapevoli del fatto che manchi loro qualcosa per essere felici, ma non fanno nulla per cambiare lo stato delle cose. La loro esistenza scorre seguendo da vicino il corso della natura: giorno dopo giorno, si muovono infatti nel grigiore e nella mediocrità di conversazioni futili, che solo raramente si accendono grazie a dibattiti attorno alla poesia, all’amore, al senso della vita. Tutti sembrano ormai assuefatti a questo inesorabile procedere delle mattine, dei pomeriggi e delle serate; tutti ad eccezione di Olivia, il cui senso di inutilità sfocia a poco a poco in una depressione più profonda, una malinconia dell’anima che rispecchia l’ambiente circostante.

In Olivia rivediamo, più che in qualunque altro personaggio, l’alter ego dell’autrice, la quale – nonostante tentò di sfuggire alla banalità dell’esistenza e si pose sempre come figura eccentrica nel panorama letterario e femminile dell'epoca – non riuscì comunque a far prevalere la propria energia sul conformismo e la vacuità della società inglese: all’età di appena trentadue anni si tolse quindi la vita, proprio come l’amica e collega Virginia Woolf, con la quale aveva in comune prima di tutto la sofferenza interiore. Dimenticata e poco letta negli anni recenti, Dorothy Edwards è invece una figura interessante del Novecento che andrebbe riscoperta e studiata: è pertanto degna di ammirazione la volontà di Fazi Editore di ripubblicare in una veste accattivante il suo unico romanzo Sonata d’inverno. All’interno, vi troverete la natura umana spogliata di ogni vezzo e al contempo la natura selvaggia, quella in cui le tempeste incontrano nuvoloni grigi, il verde dei prati e dei pini si trasforma in macchie di colore scuro e il biancore della neve talvolta ricopre ogni cosa, intrappolando gli abitanti del villaggio in una bolla surreale, che soltanto le note di Bach possono far scoppiare, per riportare luce e magia nelle fredde serate inglesi.

Un libro malinconico, che scorre allo stesso ritmo delle stagioni e va dunque letto senza fretta, apprezzando l’accurata scelta delle parole, il gusto delle descrizioni, nonché il continuo dialogo tra uomo e natura.   

 

 

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