Fine vita e malattia, Papa Francesco: "Ritrovare la spiritualità nelle cure"

Arriva in libreria il 24 febbraio con una prefazione di Papa Francesco il volume di Carlo Alfredo Clerici e Tullio Proserpio pubblicato da San Paolo Edizioni

Libri & Editori
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La spiritualità nella cura: dialoghi tra clinica, psicologia e pastorale

Tra un medico e un presbitero che si incontrano, ogni mattina, nei corridoi di uno dei più importanti ospedali d’Italia – l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – nasce un dialogo autentico, appassionato, lucido sul tema della spiritualità nella cura. Di che cosa ha bisogno l’ammalato che soffre e che intravede l’avvicinarsi dell’ultima soglia? Esiste la possibilità di un’alleanza tra medicina e spiritualità, in una realtà sanitaria sempre più tecnologica e standardizzata su grandi numeri ed efficienza delle prestazioni?

Con un’analisi rigorosa dei sistemi ma anche dei bisogni profondi espressi dai pazienti e dalle famiglie, gli autori sottolineano che è possibile inaugurare nuovi percorsi di formazione, nuovi modelli di collaborazione e nuove routine nelle équipe sanitarie, in cui l’ascolto e la presa in carico della dimensione spirituale del paziente diventano un elemento capace di sostenere nei momenti più difficili e di offrire prospettive alla domanda di senso che accompagna ogni essere umano.

Carlo Alfredo Clerici, Tullio Proserpio, La spiritualità nella cura. Dialoghi tra clinica, psicologia e pastorale, Edizioni San Paolo 2022, pp. 208, euro 18,00

Carlo Alfredo Clerici

È medico specialista in psicologia clinica, psicoterapeuta. Lavora come professore di II fascia di Psicologia clinica presso il Dipartimento di Oncologia ed Emato- Oncologia dell’Università degli Studi di Milano e come dirigente medico di I livello presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. 

Tullio Proserpio

È presbitero dell’Arcidiocesi di Milano, dal 2003 è cappellano ospedaliero presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. È consulente di progetto delle Cure Palliative per la Pontificia Accademia per la Vita e membro del gruppo di progetto per l’Ufficio della Pastorale della Salute della Conferenza Episcopale Italiana. 

Leggi la prefazione di Papa Francesco su Affaritaliani.it

Con particolare gioia accolgo l’invito rivoltomi da don Tullio Proserpio e dal dott. Carlo Alfredo Clerici, entrambi impegnati nel servizio di aiuto e sostegno alle persone ammalate, così come i familiari e l’intero personale che opera all’interno dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Un tema certamente attuale, sempre più coinvolgente e che interpella e positivamente stimola quanti si riconoscono nella fede cristiana a porre quelle domande vere che abitano il cuore di ciascuno.

Sappiamo di non avere risposte pienamente persuasive davanti a questi grandi interrogativi, soprattutto vicino al letto dei pazienti stessi. Anche questa è una forma di povertà, ma proprio perché ci riconosciamo poveri, ci rivolgiamo alla parola sempre buona e promettente del Vangelo, capace di aprire il nostro cuore alla speranza, quella speranza grande che attraversa il cuore di chi percorre il cammino dell’esistenza. Il titolo del libro: “La Spiritualità nella cura”, pone a tema un argomento particolarmente delicato e importante, quale la spiritualità nel momento della malattia.

Il testo evidenzia un segnale certamente positivo di attenzione da parte della comunità scientifica che riconosce, per il bene dei pazienti, dei familiari, oltre che dello stesso personale, un aiuto come quello spirituale, che forse in questi ultimi anni è stato un po’ trascurato. Come è opportunamente sottolineato, da parte di quanti sono o saranno coinvolti in questo settore così specifico, occorre un’adeguata preparazione e formazione sul campo, cioè concretamente vicino al letto delle persone ammalate, per essere in grado di muoversi in profonda sinergia con l’intera comunità curante.

La pandemia di Covid-19 ha sottolineato con forza la necessità di non lasciarsi trascinare da sole logiche economiche, incapaci di soddisfare pienamente i profondi bisogni dell’uomo. L’attenzione alla prospettiva spirituale aiuta a rispondere, in sintonia con le altre realtà coinvolte, a questa domanda. Proprio lo sguardo dalla periferia della condizione umana, segnata dalla precarietà dell’esistenza, favorisce la costruzione di quei ponti necessari a non dimenticare l’umano che ci caratterizza e a individuare sempre nuovi, spesso imprevisti percorsi.

Auguro che questo proficuo dialogo tra l’ambito teologico-pastorale e clinico-psicologico possa proseguire con sempre maggiore efficacia, avendo la costante disponibilità ad affrontare aspetti tanto complessi. Lo Spirito Santo accompagni quanti condividono l’esperienza di aiuto e sostegno alle persone ammalate. Molto apprezzo la lodevole sensibilità posta nella cura dei malati considerati nella loro integralità di persone ad imago Dei. Possa tale saggio contribuire al promuovere una rinnovata attenzione in chi assiste le persone ammalate, in modo da far loro assaporare prossimità amorevole e conforto sull’esempio di Gesù buon samaritano dell’umanità.

Affido il buon esito del vostro servizio alla celeste intercessione di san Giuseppe e della Vergine Maria, Salute degli infermi, invio la Benedizione Apostolica, accompagnata dal ricordo nella preghiera per l’intera comunità dell’Istituto dei Tumori di Milano, in modo speciale per i ricoverati e i rispettivi familiari.

Introduzione di Tullio Proserpio e Carlo Alfredo Clerici

La mattina presto, in ospedale, è un momento in cui la mente è sgombra e molte preoccupazioni sembrano distanti. Il distributore automatico del caffè è un luogo particolare. Si incontrano infermieri che iniziano il turno e quelli che stanno smontando, il personale della manutenzione e delle pulizie. Dal volto del medico di guardia si apprende, già da lontano e senza bisogno di tante parole, se la notte dell’ospedale è stata serena o travagliata.

È qui che, accomunati dalla curiosità verso questo mondo e desiderosi di iniziare la giornata prendendo contatto con l’anima dei luoghi, sono avvenuti i nostri primi incontri. Uno di noi è un religioso. Svolge la funzione di cappellano rettore in ospedale. Era stato incaricato di questo ruolo vent’anni fa, dal cardinale Martini, la cui eredità è ancora viva nell’ospedale e nella cultura della città. Il secondo di noi è un medico, specialista in psicologia clinica, docente universitario alla Statale di Milano.

Ha avuto un’educazione cattolica in gioventù, ma si è poi progressivamente distanziato dalle prospettive religiose, non trovando nei riti e nelle parole alcun conforto agli interrogativi rispetto al senso della vita e di fronte al dolore delle persone malate che quotidianamente incontra. Ci siamo incontrati da posizioni in apparenza tanto diverse, per poi scoprire che in realtà non erano così distanti, come avremo modo di raccontare in questo libro.

Proprio al distributore del caffè è iniziato anni fa un dialogo fatto di parole, suggerimenti di letture, molti interrogativi, poche risposte e alcune speranze: il frutto di tutto questo lo trovate tra queste pagine.