I 5 libri da leggere nell'inverno 2021, tra bestseller e grandi autori

Affaritaliani.it ha selezionato per voi 5 titoli da non perdere in questa stagione invernale, decidendo stavolta di dare spazio ai grandi autori bestseller

di Chiara Giacobelli
Libri & Editori
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Da Ken Follett a Simonetta Hornby Agnello, da Cussler a Christian Jacq fino ad Aramburu, ecco gli scrittori bestseller di questo inverno

Arriva l’inverno e le temperature ci inducono a trascorrere sempre più tempo in casa al caldo, magari davanti al caminetto. Cosa c’è di meglio, allora, di un buon libro e una tazza di cioccolata calda? 
Affaritaliani.it ha selezionato per voi cinque titoli da non perdere in questa stagione invernale 2021/2022, decidendo stavolta di dare spazio ai grandi autori bestseller del momento, italiani e stranieri. Storie per tutti i gusti, pensate appositamente per allietare le fredde giornate in arrivo…

Per niente al mondo di Ken Follett (Mondadori)

È arrivato in tutte le librerie a novembre ed è senza ombra di dubbio uno dei libri più attesi di questo inverno. Ken Follett – 33 romanzi alle spalle, fiction tratte dalle sue storie e un successo planetario – è tornato a stupirci con una grande, maestosa opera dal titolo Per niente al mondo, pubblicata in Italia da Mondadori. Si tratta di circa 700 pagine che, a differenza di quanto possa far temere la mole, si leggono molto velocemente, tanto è incalzante il ritmo con cui lo scrittore accompagna l’intera trama. 

Come i suoi lavori precedenti, lo si potrebbe definire un thriller storico, anche se il genere ci sembra alquanto riduttivo per un colosso letterario di questo tipo. Pagina dopo pagina Follett ha infatti dato vita a un vero e proprio mondo parallelo, con le sue regole e alcuni affascinanti personaggi: un mondo non troppo diverso dal nostro, che anzi mette in campo uno scenario terrificante, eppure assai verosimile. L’escalation della violenza, del capitalismo, delle ostilità tra popoli diversi tra loro mette a repentaglio la pace e la collaborazione tra i Paesi, nonostante l’impegno di poche figure eroiche, che gettano una luce di speranza sul futuro.   

Il tema attorno a cui ruota l’intero romanzo è quello della guerra: l’autore stesso ha raccontato in alcune interviste di essere stato colpito dal fatto che, all’alba della prima guerra mondiale, nessun capo di Stato sembrava davvero intenzionato ad aprire le ostilità (in effetti, come spiega anche lo storico Alessandro Barbero nelle sue interessanti lezioni, in quel caso – e in altri successivi – il conflitto fu il risultato di una serie sbagliata di scommesse, un dado tratto che non si riuscì più a fermare). Dunque, la domanda focale da cui parte Follett è: potrebbe di nuovo accadere qualcosa del genere? 

Per niente al mondo è proprio la risposta a questo grande quesito, che ci pende sulla testa come una spada di Damocle: non vorremmo una terza guerra mondiale per nessun plausibile motivo, consapevoli della catastrofe a cui inevitabilmente condurrebbe; ma siamo così certi che non si verificherà mai quella concatenazione di fatti dovuti a eventi, persone, situazioni, interessi al di fuori del nostro controllo, che ne costituirebbero la causa determinante? 

Non è però, questo, soltanto un libro che parla di terrorismo, di violenza, di guerra, di cattiva politica e di globalizzazione, in cui la Casa Bianca finisce per essere direttamente collegata con il Sahara, la Cina con l’Europa. In mezzo c’è anche, forte e palpabile, il potere dei sentimenti umani: quello che fa prendere scelte scomode a due dei protagonisti, l’americana Tamara Levit e il francese Tab Sadoul; ma anche quello che spinge la giovane vedova Kiah ad abbandonare la propria terra e ad affidarsi a uomini sconosciuti per conservare la propria vita e dignità; o ancora, quello di Pauline Green, la Presidente degli Stati Uniti – un plauso alla scelta di una donna a capo della nazione più potente del mondo –, che vuole ad ogni costo evitare la guerra per salvare vite umane. 

In conclusione, Per niente al mondo è un grande affresco contemporaneo che si muove tra la fiction e la realtà, caratterizzato dallo stile magnetico di Ken Follett; non c’è mai tempo per la mente di riposarsi, perché l’attenzione viene catturata magistralmente riga dopo riga, tra agenti segreti, donne coraggiose, spionaggio, intrighi e non poca tensione.  

Lo consiglio perché: è il nuovo romanzo di uno dei maggiori scrittori viventi, un’opera di fantasia che tuttavia ci spinge a riflettere sul mondo in cui viviamo e a porci delle domande. Un libro che emoziona, appassiona e vi farà compagnia per buona parte dell’inverno.

 

Punto pieno di Simonetta Hornby Agnello (Feltrinelli)

Chi ha amato La ricamatrice di Winchester di Tracy Chevalier non potrà farà a meno di appassionarsi anche a questa storia, ambientata però nella Sicilia del secondo dopoguerra. Come da suo stile e abitudine, una volta ancora Simonetta Hornby Agnello ci immerge nelle atmosfere di una parte d’Italia che è sempre rimasta a sé stante, ancor più se torniamo indietro di una cinquantina d’anni. Il contesto storico è affascinante e realistico, con dettagli che ci lasciano intuire il grande lavoro di ricerca alle spalle di questo libro; tuttavia, quando si inizia a scorrere le pagine, è la storia che assorbe ogni pensiero: un omicidio, insabbiato dal figlio illegittimo del barone Sorci, è il pretesto da cui prendono avvio una serie di vicende aventi come protagonista la già nota famiglia Sorci

Va infatti detto che Punto pieno è il terzo e ultimo volume di una trilogia siciliana iniziata con Caffè amaro, proseguita con Piano nobile e conclusasi con questo ultimo libro. In tre opere diverse la Hornby Agnello ripercorre tutto il Novecento d’Italia e, nello specifico, della Sicilia, seguendo le vicissitudini dapprima della bella Maria, poi della famiglia Sorci con tutti i suoi stravaganti personaggi che si muovono attorno alla figura centrale del barone, infine delle cosiddette Tre Sagge. Bisogna però precisare che chi non abbia ancora letto i primi due titoli della trilogia non deve lasciarsi scoraggiare, poiché il romanzo si apprezza benissimo anche come opera a sé stante

Questa volta l’interesse dell’autrice è quello di riportare alla luce la pratica del ricamo, molto sentita all’epoca: riesce a farlo raccontando per l’appunto la storia delle Tre Sagge – ovvero le zie così soprannominate dai Sorci –, le quali fondarono nella sagrestia della chiesa dei Santi Scalzi il Circolo del Punto Pieno. È, quest’ultimo, non soltanto un luogo in cui la creatività e l’arte del ricamo prende vita giorno dopo giorno, grazie a un lavoro incessante e molta pazienza, ma anche un centro di ritrovo in cui si genera una particolare sorellanza tra donne. In una società in cui il ruolo femminile è secondario, un simile circolo ridà valore al gentil sesso, facendo emergere confessioni, segreti, solidarietà e traumi tanto personali quanto sociali, che ci portano a sentire le protagoniste di un’epoca ormai lontana quanto mai moderne, a noi vicine.  

Lo consiglio perché: oltre ad essere un ottimo romanzo storico con un’ambientazione interessante e curata, rientra appieno nel filone della narrativa per le donne, a favore di un sempre crescente femminismo e della rivalutazione del ruolo che le mogli, le madri e persino le “zitelle” hanno avuto nel nostro passato. Ovviamente da non perdere per chi ha già letto i primi due volumi della saga.

I rondoni di Fernando Aramburu (Guanda)

Mettetevi comodi in poltrona e preparatevi a partire per un viaggio commovente, profondo, così intenso da entrare nell’animo del lettore e restarci per parecchio tempo. In questo lungo ma mai noioso romanzo edito da Guanda, lo scrittore Fernando Aramburu, che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare grazie al bestseller Patria, racconta la storia di un professore di filosofia che non è né depresso né folle, ma semplicemente stanco di vivere

All’età di 54 anni, il bilancio della sua esistenza non è affatto positivo: poche – se non scarse – le soddisfazioni professionali, un matrimonio deludente, un figlio problematico e nessuna vera ragione per continuare a svegliarsi la mattina: sono lontani i tempi delle gioie, della felicità, degli affanni, dei sorrisi e della passione, eppure ci sono stati, anche se adesso sembrano appartenere a un altro uomo. 

Così, Toni decide di fare due cose: la prima è abbandonare durante le sue passeggiate in giro per Madrid con l’amata cagnolina Pepa oggetti e ricordi che hanno permeato il suo vissuto, nell’intenzione di distaccarsi dalla vita; quelle cose presto non gli serviranno più, perciò tanto vale disfarsene e sperare che trovino una migliore casa. La seconda è scrivere un diario dove estrapolare e immortalare come delle fotografie momenti del suo passato; ed è proprio da questa seconda attività che riemergeranno a poco a poco, in maniera prepotente, le emozioni e i sogni messi da parte, fino a quando quella speranza a cui ormai aveva imparato a rinunciare si farà di nuovo strada nel suo cuore, dapprima timidamente, poi in maniera sempre più intensa. 

I rondoni è una storia intimista e al contempo universale, dove il grande tema della vita si intreccia a quello della libertà, qui simboleggiata proprio dal volo dei rondoni. Anche il protagonista, giorno dopo giorno, tornerà a liberarsi di quel peso che lo schiaccia a terra e ricomincerà a volare grazie all’amicizia e all’amore, inteso non soltanto nei confronti degli altri, ma anche di sé stesso. 

“Arriva un giorno in cui uno, per quanto limitato sia, inizia a capire certe cose. A me è successo all’età dell’adolescenza, forse un po’ più tardi, perché sono stato un ragazzo dallo sviluppo lento e, secondo Amalia, incompleto. 

Alla meraviglia iniziale è seguita la delusione e poi è stato tutto un trascinarsi sul suolo della vita. (…) Non mi piace la vita. La vita sarà pure tanto bella come afferma qualche cantante e poeta, ma a me non piace. Che nessuno mi venga a tessere lodi al cielo del tramonto, alla musica o alle strisce della tigre. Al diavolo tutti quegli ornamenti. Per me la vita è un’invenzione perversa, mal concepita e peggio realizzata”. 
Questo l’incipit di un romanzo che va letto con il giusto stato d’animo e una predisposizione nei confronti della sofferenza: solo così ci si potrà davvero risollevare in volo insieme a Toni e ai suoi rondoni. 

Lo consiglio perché: è un libro originale e di grande profondità, una voce fuori dal coro che si alza da uno dei migliori scrittori contemporanei. Con I rondoni Aramburu conferma il talento già manifestato in Patria, perciò merita di essere letto, con calma e attenzione.

 

Come l’alta marea di Clive Cussler (Longanesi)

Non può di certo mancare in questa selezione di bestseller invernali il re dell’avventura: Clive Cussler, il quale ha firmato questo romanzo insieme al collega Graham Brown

Sono decine i titoli di Cussler che ormai da anni appassionano i lettori di tutto il mondo; non di rado protagonista delle vicende ad alto tasso di adrenalina è la cosiddetta NUMA, un ente speciale che ha la caratteristica unica di essere famoso in tutto il globo grazie alla penna di un immenso narratore bestseller e al contempo di svolgere realmente ricerche nel recupero di navi o aerei scomparsi in circostanze misteriose. Clive Cussler, che ci ha lasciati nel febbraio del 2020, aveva infatti fondato la National Underwater and Marine Agency mosso da un istinto di curiosità e desiderio di emozioni forti, poi trasportate egregiamente sulle pagine dei suoi libri. 

Nel suo ultimo romanzo pubblicato in Italia da Longanesi, Come l’alta marea, lo strano e improvviso innalzamento dei mari in varie parti del mondo non è la semplice conseguenza del surriscaldamento globale, ma il risultato di intrighi politici e di potere, volti a destabilizzare gli equilibri tra nazioni. Prende così avvio una storia dal ritmo serrato, a metà tra fiction e realtà, in cui entrano in gioco assassini spietati e piani militari, isole segrete e ovviamente l’ormai leggendaria NUMA, il cui team capitanato da Kurt Austin deve far emergere la verità. 

Immaginario protagonista di buona parte dei romanzi facenti parte della serie The NUMA Files firmata da Cussler, Austin non è soltanto un personaggio amato dai lettori di ogni dove, ma lo si può anche considerare l’alter ego letterario di Cussler, o – se vogliamo – l’uomo che forse Clive sarebbe diventato se non fosse stato uno scrittore di successo.

Accanto a lui, in questo puzzle di avventure in cui ogni dettaglio è essenziale per svelare un altro tassello del grande piano segreto, prende vita un affresco di figure affascinanti e in alcuni casi spietate: il samurai ribelle Yoshiro Shimezu del Giappone antico; Wen Li, potente e misterioso membro del governo cinese; Joe Zavala, l’insostituibile braccio destro di Austin; Priya Kashmir, il cui destino impietoso non le ha tolto la gioia di vivere e la volontà di scoprire sempre la verità. Insomma, ecco un grande romanzo ricco di suspense che vi farà compagnia durante le sere invernali. 

Lo consiglio perché: per chi ama le storie di avventura è un titolo da non perdere, come ben sapranno gli affezionati lettori di Cussler. La capacità dell’autore di costruire trame avvincenti ma allo stesso tempo realistiche è straordinaria e questo libro è un bel ricordo del grande scrittore che rimase fino all’età di quasi novant’anni.  

La regina d’oro di Christian Jacq (Tre60)

Chiudiamo la nostra selezione dell’inverno 2021/2022 con un magnifico romanzo storico, che ci riporta nella magica ambientazione dell’antico Egitto. A firmarlo è il più famoso scrittore ed egittologo del mondo: Christian Jacq, noto al pubblico internazionale soprattutto grazie alla serie Il grande romanzo di Ramses.

Tre60 ha già pubblicato alcuni dei suoi maggiori successi, facendo così conoscere in Italia non soltanto i titoli più noti – come la Saga di Setna e Il figlio di Ramses – ma anche alcuni libri dedicati ai personaggi più affascinanti dell’Egitto, uomini e donne che in qualche modo cambiarono la storia dell’umanità intera. 

Ne è un esempio Hatshepsut, ovvero La regina d’oro, protagonista di questo volume da poco edito da Tre60: figlia di Thutmose I, viene oggi ricordata principalmente per essere stata una donna faraone che seppe governare con prosperità e saggezza il proprio regno. La sua indole temeraria e ribelle sin da ragazzina contribuisce non poco a farla entrare in sintonia con il grande pubblico, che subito sia appassiona alle sue vicende, tanto amorose e sentimentali, quanto politiche. D’altra parte, il suo potere divenne tale che, come sempre accade in situazioni del genere, dovette guardarsi anche dagli amici più fidati, poiché l’invidia nei suoi confronti la espose a ingenti rischi e ad alcuni complotti. 

Audace, bellissima, principessa nel sangue e sovrana ambiziosa, Hatshepsut è passata alla storia come una delle figure femminili più amate e studiate dell’antico Egitto, per cui è inevitabile che uno scrittore come Christian Jacq ne facesse rivivere le gesta attraverso il suo stile personale e leggero, che trasforma sempre il romanzo storico in un’avventura del presente. Dialoghi serrati tra personaggi a metà tra finzione e verità, divinità egizie dalle fattezze umane, uno stile spigliato che non annoia mai e la personalità carismatica della regina d’oro che illumina ogni pagina: dopo Nefertiti, Cleopatra e molte altre, ecco un’altra protagonista femminile che vi farà sognare ad occhi aperti.  

Lo consiglio perché: è un ottimo modo per conoscere la storia dell’antico Egitto in maniera ludica, perfetto intrattenimento per chi ama il genere storico, nonché un inno al coraggio senza tempo delle donne.