"Il caso di Alaska Sanders" di Joël Dicker
L’autore di “La verità sul caso Harry Quebert” ritorna con il suo personaggio più celebre
Il pluripremiato Joël Dicker ci regala un altro thriller mozzafiato, 600 pagine che si leggono in un battibaleno.
Ospite da poco al Salone del Libro di Torino, Joël Dicker è apparso in perfetta forma, pronto a promuovere in tutto il mondo il suo nuovo successo editoriale. D’altra parte, è ormai ovvio che ogni suo romanzo sia destinato a vendere centinaia di migliaia di copie e ad essere tradotto in moltissime lingue, mentre lui – tra una fase di scrittura e l’altra – è riuscito non soltanto a ritirare i premi più prestigiosi del suo Paese (tra gli altri, Prix des écrivais genevois 2010, Grand prix du roman de l’Académie Française 2012 e Prix Goncourt des Lycéèns 2012), ma anche a fondare una propria casa editrice. L’amore per la letteratura gli è stato infatti trasmesso in buona parte dal suo editore e amico Bernard de Fallois, scomparso nel 2018, a cui Dicker era molto legato, essendo stato per altro il primo a credere nel talento narrativo del giovane scrittore, quando non aveva ancora pubblicato nulla di serio. Fu grazie alla sensibilità di quest’uomo se venne alla luce e fu dato alle stampe La verità sul caso Harry Quebert, in vetta alle classifiche mondiali per mesi e da cui è stato tratto l’omonimo film. Ben presto quel successo si trasformò nel primo capitolo di una trilogia, proseguita con Il libro dei Baltimore e ora con Il caso di Alaska Sanders (La Nave di Teseo), dove Quebert non soltanto fa ritorno, ma scompare di nuovo, dando origine a un mistero nel mistero.
La strategia geniale che Dicker utilizza è quella del metatesto, per cui all’interno del romanzo uno dei personaggi è proprio lo scrittore che ha raggiunto la fama grazie a La verità sul caso Harry Quebert; in pratica, Dicker inserisce con questo escamotage sé stesso nel libro, donandogli però una vita e una personalità ben precise, nonché un ruolo fondamentale per lo svolgimento della storia. A un livello ancora più profondo, entra in gioco il già noto e amato Harry Quebert, che paradossalmente questa volta è un’ombra, un richiamo, poiché scompare, dando così origine a un ulteriore caso da risolvere. La trama, dunque, si costruisce seguendo più linee che si intrecciano tra loro e corrono parallele alla vicenda principale, quella cioè di Alaska Sanders.
Senza voler svelare troppo a proposito del romanzo, possiamo dire che l’anno in cui avviene il suo efferato omicidio è il 1999 e in un primo momento il delitto sembra di facile risoluzione; solo undici anni più tardi al sergente Perry Gahalowood verrà il dubbio legittimo di aver seguito una pista sbagliata e a quel punto le indagini saranno riaperte. Come già era accaduto negli altri romanzi di Dicker, anche qui l’ambientazione è quella di una tranquilla realtà con pochi abitanti nel New Hampshire, poiché l’autore ama molto collocare le sue storie inquietanti e complesse in località che rappresentano un contraltare all’apparenza ordinato e senza segreti da nascondere. “Una piccola cittadina permette di avere a disposizione un microcosmo nel quale creare interazioni fra tutti” ha raccontato lo stesso Joël Dicker in un’intervista, specificando come questo creerebbe a sua volta le condizioni giuste per approfondire i tratti dei personaggi, entrare nel dettaglio dei luoghi e giocare su quel tipico senso dell’inquietudine che fanno venire immediatamente in mente situazioni alla Twin Peaks.
La vittima dell’omicidio questa volta è una giovane ragazza che sogna di fare l’attrice: partecipa ad alcuni casting e spera che un giorno per lei arriverà l’occasione di volare a New York o a Los Angeles. Nelle grandi metropoli e sotto le luci dei riflettori però non ci arriverà mai; si fermerà invece per nove mesi a Mount Pleasant e la sua vita avrà drammaticamente fine qui, poiché vi verrà atrocemente assassinata. Al contrario, il romanzo di Dicker prende avvio proprio ora, a partire da un delitto in un primo momento spiegato grazie alla confessione dello stesso omicida. Il suo seguente suicidio e la cattura del suo complice fanno pensare che il caso sia definitivamente chiuso, ma nei romanzi del grande autore francese nulla è come sembra e soprattutto nessun aspetto è mai semplice, dalle sottotrame che si intersecano alla spiegazione dei fatti.
“Mi considero un po’ scrittore e un po’ indagatore – ha raccontato Joël Dicker in più di un’occasione – in fondo nell’anima di entrambi c’è di base una forte curiosità. A differenza di un detective, però, i mezzi di cui dispone uno scrittore per indagare sono altri, incentrati attorno all’immaginazione, al creare collegamenti e al ragionamento, ovvero gli stessi che in pratica possiede anche il lettore”. Dicker ci sfida dunque, in un certo qual modo, ad anticiparlo pagina dopo pagina, quasi si diverta a disseminare tracce seminascoste per capire se chi prenderà in mano il suo libro e seguirà la sua storia sarà in grado di coglierle, arrivando magari a svelare il mistero prima della fine. È una sfida che lanciamo anche noi ai lettori de Il caso di Alaska Sanders, appena pubblicato in Italia da La Nave di Teseo – come tutti gli altri libri dell’autore – e pronto per diventare la vostra nuova avventura letteraria.