Il mio miglior amico è vivo nonostante Speranza

Esperti e autorità finalmente riconoscono che qualcosa non torna nel bilancio di morti e positivi su cui hanno costruito un regime di emergenza continua

Di Paolo Diodati
Libri & Editori
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Chi crede di possedere la verità è nemico del dubbio, del dialogo, della discussione

Mariano Bizzarri, professore di Patologia clinica alla sapienza di Roma, coordinatore del System biology group laboratory, ha da poco pubblicato il libro Covid-19: un'epidemia da decodificare. Tra realtà e disinformazione.

Bizzarri, scienziato vero con le mani in pasta e non per sentito dire, autore di studi facilmente rintracciabili e diversi leggibili in rete, quindi persona seria e inattaccabile, ha chiamato, non a caso, Massimo Cacciari a scrivere, per questo suo libro, un saggio sulla pandemia. Un filosofo portato a esempio, anche su questo giornale, come persona culturalmente e moralmente adatta a ridare equilibrio e lungimiranza alla rotta della barca Italia. Scelta molto eloquente, di un colto coraggioso e controcorrente, massacrato, come pochi, dagli improvvisati tuttologi arroganti e dilaganti nelle inguardabili esecuzioni pubbliche televisive. 

Contenuto del libro (voce unica riportata fino a oggi, 2/4/22, in tutti i siti di vendita):
"L'emergenza nata con l'epidemia da Covid-19 sembra poter giustificare ogni arbitrio, pretendendo di basarsi sul possesso di verità scientifiche incontrovertibili. Ma chi crede di possedere la verità è nemico del dubbio, del dialogo, della discussione. Esperti e autorità stanno finalmente riconoscendo che qualcosa non torna nel bilancio di morti e positivi su cui hanno costruito una narrativa funzionale alla instaurazione di un regime di emergenza continuata.

Ma dietro tutto questo - partendo da come è nato il virus tra le nebbie di Wuhan fino a come ci si è attrezzati per affrontarlo - crescono dubbi e preoccupazioni. Nel frattempo, mentre l'epidemia procede per suo conto sfornando varianti meno aggressive, stanno emergendo dati nuovi che suscitano inquietudine circa gli effetti avversi da vaccino, in special modo se riferiti alle fasce più giovani della popolazione, quelle che - per definizione - meno hanno da temere dall'infezione da Covid-19. Qualcuno dovrà risponderne. Dovrà decodificarne ogni aspetto. Ci attende un vero e proprio tsunami di disperate razionalizzazioni, faticose negazioni, spudorati tentativi di modificare le responsabilità e altre forme di inverosimili tentativi di difesa dell'indifendibile. Ma alla fine, la verità salterà fuori."

Saggio di Cacciari.

Riflettiamo su queste sue parole: "... a fronte di dati incontrovertibili, sempre più suffragati da miriadi di ricercatori (la letteratura scientifica internazionale cui il libro si fonda è ultraesauriente) le politiche seguite hanno insistito sull'unico fronte delle chiusure, degli obblighi urbi et orbi, della vaccinazione di massa (la domanda varrebbe anche  se l'efficacia del vaccino fosse assoluta?). Ci si trova quasi di fronte a un riflesso condizionato. ...  il fenomeno della paura ... che implica il fuggire di fronte al pericolo, non di affrontarlo... la fuga che abbiamo sperimentato, il precipitarsi cioè, per la via di fuga: blocchi e inflazione caotica, irrazionale di norme, a prescindere da ogni altra valutazione di ordine giuridico, sociale, culturale (valutazioni sempre inascoltate o avertite con assoluto fastidio). La via "autoritaria" è in questo caso l'espressione di una profonda crisi del "sovrano", non di una sua precisa volontà, tantomeno di una  strategia politica."

Parole che sono il succo delle sue premesse, per arrivare a sostenere che questa crisi del "sovrano" da un verso può essere rassicurante, perché implica una deresponsabilizzazione, facendo subentrare al comando, il "meccanismo", "dall'altro indica un pericolo ancora maggiore per lo Stato di diritto, così come finora lo si è inteso (frainteso)" (espressione di Cacciari).

Conclusione del filosofo: "Se è il "meccanismo" a comandare, che potere possono avere le tradizionali forme di organizzazione politica, sempre strettamente connesse a logiche identitarie? Parlo dell'evoluzione "naturale" dei sistemi politici verso forme in cui la procedura tecnico-amministrativa fagocita in sé la rappresentanza politica, fino all'identificarsi delle due dimensioni."

E così il profondo e attento filosofo arriva (come poteva non arrivarci?) alla conclusione attribuita al grande storico ottocentesco, Jacob Burckhardt, studioso dei processi politici e sociali, sostenendo che la negazione della complessità è l’essenza della tirannia, come ha ricordato, recentemente,  il neo Nobel Giorgio Parisi, all'Accademia dei Lincei.                                                                                  

Affidarsi al "meccanismo" come ha fatto il governo sotto scacco grazie a Speranza, Mattarella, Conte e Draghi, è stato un negare la complessità del problema e della situazione, dall'inizio fino alla fine. I risultati sono il succo del libro di Bizzarri e l'intervento di Cacciari costituisce la condanna della Ragione, sul "meccanismo" seguito a macchinetta. Non è facile immaginare lo sdegno di chi, vivendo quotidianamente nel mondo scientifico attivo, ha dovuto ascoltare ciarlatani come Speranza, Matterella, Conti e Draghi, avere in bocca sempre la "scienza", arrivando a parlare, (il vero colmo!) di deriva antiscientifica dei dubbiosi.  Peccato che non ci sia un Dante redivivo che condanni, in particolare, l'amatissimo bis-presidente ad essere sommerso, all'inferno, da cori assordanti di pernacchie! 

Il mio migliore amico è vivo ... nonostante Speranza!

Ricordate quando, a inizio pandemia, i virostar (autonominatisi esperti e ispiratori del pensiero unico) e i tg dicevano che i vaccini erano sicuri? Nessun effetto collaterale e immunità garantita con un'unica iniazione? Altrimenti, che vaccini sarebbero stati? E, tutte le sere a mostrare un braccio col fatidico ago infilato? Poi, obtorto collo, di fronte all'ecatombe di morti post vaccino, dicevano che sì, c'era qualche morto, ma che erano tutti vecchi affetti da diverse patologie?

Bene, a sentir queste belle e rassicuranti spiegazioni, il mio enciclopedico amico quasi ottantenne, con pace-maker, diabetico  insulino dipendente, un rene fuori uso e una ventina di chili sovrappeso, fatti i corni da buon siciliano d'origine, s'è ben guardato dal fare anche solo la prima dose. Ha resistito a tutte le angherie, alla persecuzione vaccinale, alle derisioni, agli insulti. Vincitore di cattedra universitaria quando andare in cattedra significava qualche cosa e andato in pensione anticipatamente, preso dal disgusto per i "professorini attuali", saccenti e ignoranti, leggo nel pensiero lui, con dialettica scritta e orale da stendere al primo round tutti gli omuncoli da film tragicomici dell'attuale governo, s'è messo in auto-clausura da due anni esatti. Ha ormai le trecce, non potendo andare neanche dal barbiere, chiamato allegramente Babbo natale dalle nipoti.

Bene, quest'amico, proprio grazie alle nipoti, ha preso l'Omicron 2 o l'influenza stagionale, non si sa bene nulla, con certezza. Per la prima volta, in attesa del 1° aprile per poter festeggiare, rimangiando all'aperto di un ristorante, ha fatto un tampone. Positivo lui, la moglie e le nipoti! E' scattato il famoso "meccanismo": tutti reclusi in casa, con divieto assoluto di uscire per qualsiasi motivo. Possibili cotrollo dei carabinieri.

Dopo un'ora dal tampone ha cominciato a ricevere dagli uffici addetti le intimazioni a non muoversi da casa. Altre e-mail con la comunicazione dell'avvenuta spedizione del suo essere positivo e del suo isolamento contumaciale per nove giorni, alla Usl , al Sindaco... .  Nove giorni di reclusione per lui, perché non vaccinato. Per la moglie, vaccinata, sette giorni!  Mistero del "meccanismo", pur di continuare a sostenere il vantaggio d'essersi vccinati!

Chiedo scusa per questa noiosa dovizia di particolari. Indispensabile per far apprezzare il finale comico, dovuto all'ulteriore auto-incartamento del governo e del "meccanismo" de-responsabilizzante.

Passati i nove giorni di isolamento contumaciale, l'amico può ripetere il tampone (sorvolo sulla speculazione dei farmacisti: un test si compra a 2.5 euro e lo stesso, in farmacia, viene 15 euro: il tempo è sempre più denaro!). Se risulta ancora positivo... altri nove giorni in isolamento contumaciale.  E così ... ad libidum? Neanche per idea. Se resta in casa per 21 giorni... senza far più tamponi (sic!).... fine dei giochi: liberi tutti! Può avere accesso dappertutto, senza super o semplice green pass!

Ho consigliato al carissimo amico di mettere in vendita i suoi virus, perché, a suo dire e al dire di quanti colpiti da Omicron 2,  per chi provò l'asiatica del '56, questa influenza, liberi tutti, si risolve con un po' di mocci e quattro starnuti. Per prudenza ci si riempie, come dicevano i vecchi, ai primi sintomi, di aspirina o brufen... e, per copertura, di un antibiotico per 4 o  giorni. E poi... allegria!

Allegria: il libro di Mariano Bizzarri  è andato così a ruba, da non essere attualmente disponibile. Poveracci i persecutori dei presunti no-vax e chi ha spinto per l'incivile guerra civile, tuttora in corso, ormai contro i mulini a vento, con mascherine dichiarate inutili per i virus Omicron 2, ma ancora obbligatorie all'interno (!). 

Bizzarri dice, in conclusione, che la verità, prima o poi, verrà a galla. 
La verità, in verità, è stata sempre ancorata a un indistruttibile galleggiante, l'affermazione di Speranza, verbale e scritta e che dovrebbe essere il suo inglorioso epitaffio: "Pandemia, occasione unica, per instaurare un'egemonia culturale della sinistra. No a privati e mercato!"

Lo volete più chiaro il programma? E stiamo ancora a disquisire su colpe e massimi sistemi, per spiegare motivazioni, percorso e risultati catastrofici ottenuti? Speranza continua ad autolodarsi? Ottimo! Altrimenti che Asino perfetto sarebbe?

Il grande merito del capolavoro Bizzarri-Cacciari è la demolizione, dati e lavori seri in mano, del castello di menzogne quasi tutte in malafede, rifilateci nell'occasione unica e di grossolano imbroglio culturale e procedurale nel percorso unico imposto dall'inizio alla fine, dimenticando che la negazione della complessità è l'essenza della tirannia, come già sapeva due secoli fa, chi, per mestiere, doveva sapere.