“Il romanzo delle vestali”: la trilogia sull’antica Roma che vi conquisterà
“La sposa di Roma”, “La vestale di Cesare” e "L'impero di ferro": tre libri sull’antico fuoco sacro di Roma
Per chi ama la storia antica, e in particolare quella di Roma, la trilogia dedicata alle vestali dall’autrice canadese Debra May Macleod è la lettura perfetta: tra fiction e storia, ci riporta indietro di secoli, all’epoca di Cesare Ottaviano Augusto, quando le sacerdotesse avevano un ruolo di spicco nella società.
Si intitola Il romanzo delle vestali la trilogia scritta da Debra May Macleod ed edita in Italia da Tre60: nel luglio del 2020 è uscito il primo volume La sposa di Roma, nel novembre del 2023 La vestale di Cesare e infine a febbraio di quest’anno L’impero di ferro, ultimo capitolo della serie. Ambientata nell’antica Roma, la trilogia – prima apparsa con successo in lingua inglese e poi tradotta in svariati Paesi – segue le vicende di Pomponia, la Vestalis Maxima, in un periodo che va dalla caduta della Repubblica fino all’Impero del grande Ottaviano Augusto. Attraverso la sua storia e le sue appassionanti vicende, veniamo così a conoscenza di quella che poteva essere l’intrigante e pericolosa vita delle Vestali, sacerdotesse dedicate alla dea Vesta, il cui compito principale consisteva nel mantenere acceso il Fuoco Sacro, simbolo della protezione della città.
Nel primo libro, La sposa di Roma – probabilmente il più celebre in Italia – Pomponia si trova coinvolta nell’aperto conflitto tra Marco Antonio e Cleopatra da una parte, Ottaviano e Livia dall’altra; accusata di adulterio, rischia la terribile punizione riservata alle Vestali che infrangono il voto di castità: essere sepolta viva. Pomponia deve quindi usare tutta la sua astuzia per sopravvivere e proteggere il suo ordine. Ne La vestale di Cesare la ritroviamo a dover affrontare la grave crisi che colpisce l’ordine delle Vestali intorno al 21 a.C. e al contempo è impegnata a difendere il suo rapporto con Ottaviano contro le macchinazioni di Severo Calidio Pavone. Infine, nell'ultimo libro, L’impero di ferro, la Vestalis Maxima si scontra con un nemico spietato che minaccia non solo la sua posizione, ma anche la stabilità dell’Impero.
Una trilogia, quella della Macleod, che si distingue per la capacità di intrecciare storia e finzione, creando un racconto avvincente ricco di dettagli. La sua scrittura, fluida e ben documentata, ci offre un ritratto vivido della Roma antica, con una particolare attenzione alla rappresentazione del ruolo delle donne e delle dinamiche di potere. Nonostante qualche licenza storica, l’autrice riesce a ricostruire con efficacia il mondo delle Vestali, rendendo giustizia alla loro importanza politica e sociale.
«Scrivere i romanzi dedicati alle vestali è stata un’impresa lunga e tortuosa, e ho avuto un prezioso aiuto lungo il percorso – scrive l’autrice nella nota finale del terzo libro – È rassicurante pensare che la fiamma eterna arda ancora, almeno nelle pagine di questi romanzi e nella fantasia di voi lettori. Come affermava Cicerone: “La vita dei defunti è sostituita dal ricordo dei vivi”. Sono felice che abbiate scelto di farne parte leggendo i miei libri».
Debra May Macleod, canadese di origine, ha studiato a lungo la storia di Roma, specializzandosi nel culto delle Vestali; prima di dedicarsi alla scrittura, ha lavorato come mediatrice matrimoniale, un’esperienza che sembra riflettersi nella complessità delle relazioni interpersonali descritte nei suoi romanzi. In diverse interviste ha dichiarato di essere stata ispirata dal desiderio di esplorare un aspetto meno conosciuto della storia romana, quello appunto delle Vestali, che, sebbene venerate e potenti, erano anche vulnerabili a causa delle dinamiche di potere maschili. La serie non esita infatti a mostrare la violenza e le sfide quotidiane affrontate da queste donne, cosa che rende la lettura particolarmente intensa e coinvolgente.
La trilogia, conosciuta in inglese come The Vesta Shadows Trilogy, ha ricevuto numerose recensioni positive da parte della critica. The New York Times ha elogiato Brides of Rome (La sposa di Roma) per la sua capacità di “trascinare il lettore in un mondo di potere e segreti”, mentre Margaret George, autrice di The Confessions of Young Nero, ha sottolineato come Macleod riesca a “far entrare i lettori nelle vite proibite e misteriose delle Vestali”. Questi apprezzamenti sono confermati anche da altre importanti istituzioni, prima tra tutte la Historical Novel Society, che ha lodato l’accuratezza storica e la forza dei personaggi femminili.
Volendo approfondire un po’ il contenuto dei tre volumi, partiamo da La sposa di Roma, quello che ha lanciato la serie dell’autrice nel mondo e ha creato una vera e propria schiera di fan. Nel 50 a.C. a Roma sei sacerdotesse potenti sono incaricate di proteggere la Fiamma Eterna, simbolo sacro della città. Queste donne, note come Vergini Vestali, sono venerate al pari di divinità sin dai tempi di Romolo e Remo, ma il loro vero potere risiede nel ruolo politico che ricoprono. Pomponia, la Vestalis Maxima, sfrutta abilmente questo potere, trovandosi tuttavia al centro di intrighi tra Marco Antonio e Cleopatra da una parte e Ottaviano e Livia dall’altra. Sebbene influente, Pomponia nasconde un amore segreto per Quinto, sommo sacerdote di Marte; così quando le Vestali, che sono tenute al voto di castità, vengono accusate di adulterio, Pomponia è condannata ad essere sepolta viva. La sua astuzia e le sue capacità politiche saranno allora decisive per salvare l’ordine e mantenere il rispetto per le Vestali.
Con il secondo libro La vestale di Cesare ci ritroviamo nel 21 a.C., quando Cesare Ottaviano Augusto mantiene già il controllo dell’Impero: la sua autorità dipende però dalla fede del popolo, che crede prima di tutto nel sostegno degli dèi, in particolare di Vesta, la dea del focolare. Pomponia, ancora una volta in qualità di Vestalis Maxima, è tra le figure più influenti accanto ad Augusto, sempre impegnata a proteggere l’Ordine delle Vestali e quindi anche la fiamma sacra. Quando un’epidemia minaccia Roma e contagia lo stesso imperatore, Pomponia cerca di mantenere il favore divino; tuttavia, il malvagio Severo Calidio Pavone mette a repentaglio la sua amicizia con Augusto e di conseguenza la sua stessa esistenza. La coraggiosa Pomponia dovrà pertanto affrontare sfide e superare ostacoli con audacia e saggezza, per riportare la pace a Roma. Infine, ne L’impero di ferro ci avviciniamo sempre di più all’anno 0, arrivando ormai al 18 a.C. Ritroviamo la figura centrale di Pomponia, diventata ormai da tempo Vestalis Maxima e stimata per aver saputo condurre il suo ordine attraverso momenti decisivi per Roma, dal declino della Repubblica all’ascesa dell’impero. Grazie alla sua raffinata intelligenza e anche alla sua particolare amicizia con Ottaviano Augusto, le Vestali hanno raggiunto un prestigio senza precedenti, garantendo a Pomponia una vita di influenze politiche e privilegi. Eppure questa stabilità viene messa a dura prova da un nemico nascosto, che minaccia non solo lei ma anche l’imperatore. Con l’ordine delle Vestali di nuovo in crisi, Pomponia deve affrontare complotti e segreti, facendo affidamento su alleati inaspettati per proteggere il suo ruolo e la vita delle persone a lei care.
«La mia intenzione era in un certo senso di riportare in vita le sacerdotesse vestali e il loro meraviglioso culto in modo avvincente, istruttivo e il più rispettoso possibile della storia – scrive la May Macleod al termine de La sposa di Roma – Volevo inquadrarle nel contesto più ampio della storia romana, in particolare di quella dell’epoca augustea, un momento cruciale per il loro ordine. Per fare ciò, e per mettere in scena i rituali delle vestali, ho fatto ricorso a ogni fonte disponibile, storica, letteraria, archeologica».
Dunque un lavoro estremamente lungo e accurato che ha richiesto un’imponente fase di ricerca, resa difficile anche dal fatto che – a differenza degli imperatori e delle loro mogli o amanti – le fonti in merito alle vestali sono piuttosto scarse, specie per quanto riguarda la loro vita privata. La stessa protagonista, Pomponia Occia, è in realtà l’unione di due diverse vestali realmente esistite, entrambe a capo dell’ordine ma in due periodi storici diversi. È dunque inevitabile che, sia per quanto riguarda gli altri personaggi del romanzo, sia in merito ai loro sentimenti e alle avventure che vissero, l’autrice sia dovuta ricorrere a una parte di fiction e invenzione, raccontando comunque in maniera veritiera una realtà assai importante che prese vita secoli e secoli or sono.
Il romanzo delle vestali è quindi un’opera complessa e al contempo affascinante, che conquista per la sua capacità di trasportare i lettori in un’epoca lontana, esplorando temi universali come il potere, la fede e la lotta per la sopravvivenza in un mondo dominato dagli uomini. Una trilogia che riesce a distinguersi per la sua originalità e anche per la profondità storica.
«L’impressione di Pomponia crebbe a ogni verso recitato da Anchise. Il poema era la storia di Roma, un’epica nazionale. Ma era allo stesso tempo la storia di Cesare, un modo per infilare le sue regole tra la storia e le leggende di Roma: Enea in fuga da Troia in fiamme, la discendenza dei padri albani dalla sua stirpe, il fondatore di Roma, Romolo, e i grandi Cesari.
La parte cinica di Pomponia conosceva un’altra storia: tuttavia, sentì attanagliare la gola dall’emozione quando Anchise recitò i versi di Virgilio su Vesta. In fin dei conti, le sacre braci del fuoco di Troia ora bruciavano nella fiamma eterna nel cuore di Roma. La seconda Troia».