Le crepe del Paradiso, il nuovo romanzo di Roberto Caracci

Le crepe del paradiso - Eclissi di un'infanzia, Roberto Caracci racconta le prime esperienze di impatto del chierichetto Alessio con la morte

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Roberto Caracci e il suo nuovo romanzo: il chierichetto Alessio e "Le crepe del Paradiso" by Moretti&Vitali edizioni

Le crepe del paradiso - Eclissi di un'infanzia è il nuovo romanzo di Roberto Caracci (Moretti&Vitali edizioni, 344 pagine, prezzo 22 euro): una storia di formazione, di grande carica emotiva, che attraverso episodi incalzanti e avvincenti – in un crescendo di consapevolezza, stupore, disincanto –, racconta le prime esperienze di impatto del chierichetto Alessio con la morte, a partire da quella del prossimo. La sua educazione cattolica non lo salva dal crollo del mito dell’immortalità, che finisce anzi col seppellire la sua infanzia, e lo espone a dubbi sempre più aspri sulla felicità, il destino dell’uomo, l’inganno della salvezza a cui gli adulti lo hanno sempre educato. È un paradiso a poco a poco perduto, anzi franato. I pezzi di quel colossale inganno precipiteranno su lui e i suoi cari come i cocci di una cattedrale in rovina. Uno tsunami annunciato, una cosmica pandemia dove il virus della fine si annida fin dentro le stelle, e dovrà essere contrastato dalla preparazione visionaria di un altro cielo, di un’altra felicità.

Le crepe del Paradiso - Eclissi di un'infanzia il romanzo di Roberto Caracci. Quando le certezze crollano e il cielo resta senza Dei

L'infanzia può essere la scomessa su un'immortalità perduta, o un eterno che si perde, un paradiso che si sgretola. Alessio è un bambino che prova a salvaguardare nel suo allucinato mondo immaginale una certezza d'immortalità, maturata nell'aurea di un'educazione  religiosa fitta e pervedente, dove la morte viene accantonata, esorcizzata, e il destino dell'uomo velato dal silenzio e dall'ipocrisia. Eppure al chierichetto Alessio la fine dell'uomo e delle cose, degli affetti e di se stesso, balena con una sua cruda e precoce luce di ogni dove, a partire dalla morte del prossimo. Molte sono le domande, poche le risposte che dal mondo adulto gli arrivano. Questo romanzo, teso sul filo del sogno e della rammemorazione,  ci racconta come la fantasia di un bambino – reinventata nella memoria dell’uomo che diventerà -  sia capace di ‘vedere’ e soffrire le cose ultime con una chiarezza veggente e premonitoria che il passare degli anni porta fatalmente a rimuovere. Qui infatti, nel giardino incantato dei primi anni, è in gioco una felicità che chiede di perpetuarsi, che invoca la ripetizione e l’eterno. Ma anche la consapevolezza delle crepe che a poco a poco cominciano a incrinare le mura della nostra casa, di quell’edificio di amore e di entusiasmo di cui la morte appare l’assurda, ingiustificata obiezione.