Majorino fa la rivoluzione: il nuovo romanzo dell'europarlamentare Pd

"Parlo di sorellanza da uomo e di fede da non credente": il libro che non ti aspetti dall'esponente Dem noto per le sue battaglie per i diritti

Pierfrancesco Majorino (IPA)
Libri & Editori
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Con "Sorella rivoluzione", l'eurodeputato torna al genere del romanzo

Pierfrancesco Majorino è molto noto per la sua attività politica nelle fila del Pd. Dopo aver guidato la sinistra giovanile (nella quale era il leader di riferimento anche per Alessandro Orsini, come lo stesso sociologo ha recentemente spiegato a “Piazzapulita”), è stato consigliere comunale a Milano, poi assessore al Welfare nelle giunte di Pisapia e Sala, fino a diventare parlamentare europeo nel 2019. Molto attivo anche come scrittore, vanta una notevole produzione come autore di saggi, tra i quali “Nel labirinto delle paure” (con il sociologo Aldo Bonomi) e “La resa” (con il vicedirettore di affaritaliani.it Lorenzo Zacchetti). 

La sua ultima fatica letteraria, “Sorella rivoluzione” (Mondadori), è invece un romanzo, genere che ha già frequentato con successo grazie a “Togliendo il dolore dagli occhi” e “Maledetto amore mio”. Nella sua versatilità, questa volta ha preso spunto dall’ambiente ecclesiastico, dopo essersi reso conto che nella chiesa c’è un dibattito sul ruolo delle donne che raramente si coglie dall’esterno. “Majo” però l’ambiente lo conosce piuttosto bene, visto che nel contrasto all’emarginazione e al disagio le strutture cattoliche sono da sempre in prima linea. Romanzando una realtà che già di per se’ meriterebbe più cantori, l’autore parte dalla caduta del muro di Berlino per presentarci man mano i personaggi che animano il libro: da madre Giuliana, che interpreta la “dottrina della liberazione”, a Cecilia, Teresa, Anita e Ingrid, tutte “sorelle” nel senso più profondo del termine, personaggi nei quali ci si può riconoscere in qualunque contesto. In particolare, è difficile non provare empatia per Marina, scappata da una famiglia violenta e rifugiatasi in convento, anche perché a farcela conoscere è chi nella vita reale si è occupato di battaglie per i diritti. 

La sensibilità che permette a Majorino di cogliere come proprio dal mondo religioso possa partire una nuova sfida, quella contro il patriarcato e la violenza di genere, è la fiammella che ha permesso la nascita di un libro per certi versi spiazzante: "Ho scritto un libro sulla sorellanza da uomo, e sulla fede da non credente: volevo questa volta navigare in mondi che conoscevo meno. E a loro affido le speranze di resistenza a questa ipotetica Internazionale dell'intolleranza e discriminazione: chissà se nascerà, ma se devo pensare a una resistenza penso alle donne", ha detto l’autore a Repubblica. Molto del fascino di “Sorella rivoluzione” sta proprio in questo, il resto lo lasciamo al giudizio del lettore, qualunque sia il suo punto di vista. 

Per la sua attenzione ai diritti e alla dignità delle persone, Majorino è uno degli esponenti Dem più stimati anche dalla “sinistra-sinistra”, che di certo non ama il Pd, e - come detto - un valido interlocutore anche del cattolicesimo sociale. Anche per questo il suo nome circola come possibile candidato per la Regione Lombardia nel 2023, vista anche la sua instancabile battaglia contro il centrodestra, non rinnegata nemmeno dopo la recente archiviazione di Attilio Fontana per il caso-camici. Ma questa è davvero un’altra storia.