Moby Prince, ipotesi attentato mafioso e... Una strana nebbia

Una strana nebbia, libro di Federico Zatti che cerca di far luce sugli interrogativi irrisolti del caso Moby Prince, traghetto bruciato provocando 140 vittime

Libri & Editori
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Federico Zatti, Una strana nebbia (edizioni Mondadori)

Sono passati trent’anni da quella che ancora oggi rimane la più grande tragedia della nostra marina civile. La sera del 10 aprile 1991 il traghetto di linea Moby Prince, in partenza dal porto di Livorno e diretto a Olbia, entrò in rotta di collisione con la petroliera Agip Abruzzo, all’ancora in rada, sfondandone la fiancata di dritta e provocando un incendio in cui persero la vita centoquaranta persone.

La causa dell’incidente venne attribuita fin da subito a un errore del comandante della Moby Prince, morto nel disastro, e a una fitta nebbia improvvisa. Ma sulla plancia del traghetto quella sera c’era Ugo Chessa, uno dei migliori comandanti in circolazione, e la visibilità era buona.

I soccorsi furono tardivi, ma quando i pompieri riuscirono finalmente a domare le fiamme e a salire sulla Moby Prince trovarono quasi tutti i corpi dei passeggeri riuniti al centro della nave: molti avevano le valigie con loro e indossavano il giubbotto di salvataggio, pronti ad affrontare l’emergenza. Ma com’è possibile? Non doveva trattarsi di un incidente che aveva colto tutti di sorpresa? Evidentemente no.


 

Nel 2006 la procura di Livorno decise di riaprire le indagini in seguito alle richieste del legale dei figli del comandante Chessa, senza raggiungere però dei risultati concreti. Grazie alla caparbietà dei familiari delle vittime e alla sensibilità di alcune figure istituzionali, il 22 luglio 2015 nacque la commissione parlamentare d’inchiesta sulla Moby Prince, la cui relazione finale ha smontato molte delle verità sedimentate in anni di processi e posto nuovi e inquietanti interrogativi.

Partendo da qui, Federico Zatti, nel libro Una strana nebbia, edito da Mondadori, ricostruisce con dovizia di particolari quanto accaduto quella notte, ribaltando il punto di vista: è l’Agip Abruzzo la reale protagonista. "Sembra incredibile pensare al dirottamento di un traghetto per colpire una petroliera, ma non meno di imbottire un’autostrada con 500 chili di tritolo per uccidere un magistrato" scrive l’autore.

I due attentati hanno infatti un obiettivo comune: colpire lo Stato con una violenza senza precedenti. Non a caso l’incidente della Moby Prince avvenne in un momento in cui il petrolio era diventato una terra di conquista per la mafia

Così, insieme alla disamina dei fatti e alle interviste ai protagonisti di quei tragici eventi, l’autore cerca di far luce sui molti interrogativi rimasti aperti, per diradare la nebbia che ancora avvolge il caso.

Livorno, 22° Anniversario dalla strage del MobyPrince che il 10 aprile 1991 entrò in rotta di collisione con la nave petroliera Agip Abruzzo nella rada del porto di Livorno. Nella tragedia persero la vita 140 persone tra civili ed equipaggio. L'inchiesta chiusa nel 2010 trova oggi nuovi elementi di indagine, con la supposta presenza di una nave fantasma militarizzata nel porto di Livorno.
 

Federico Zatti

Giornalista e autore Rai. Da oltre quindici anni segue i principali fatti di attualità per programmi radio e tv. Attualmente lavora a Unomattina (Rai1)