Morto lo scrittore Wilbur Smith, maestro dell’avventura da 140 mln di copie
Mondo dell’editoria e della cultura in lutto: è morto a 88 anni Wilbur Smith, scrittore di best seller da oltre 140 milioni di copie (25 milioni in Italia)
Wilbur Smith è morto nella sua casa in Sudafrica: il 25 novembre uscirà postumo il suo ultimo libro, Fulmine, in Italia con HarperCollins
Il mondo ha detto addio a Wilbur Smith. Lo scrittore, africano di origine britannica, aveva 88 anni, ed è morto nella sua casa di Città del Capo in Sudafrica. Tra gli autori contemporanei più conosciuti, a darne notizia è stata la sua casa editrice, precisando che al momento del decesso, nel pomeriggio di sabato, Smith era in compagnia della moglie, Niso.
Wilbur Smith ha cominciato a dedicarsi a tempo pieno alla narrativa dal 1964 e da allora ha pubblicato numerosi romanzi, basati su attente ricerche e appassionanti esplorazioni condotte in ogni angolo del pianeta. I 49 libri pubblicati di Smith hanno venduto più di 140 milioni di copie in tutto il mondo.
Wilbur Smith è considerato l'incontrastato "maestro dell'avventura" ed è uno dei massimi autori di bestseller: delle 140 milioni di copie dei suoi libri vendute nel mondo, 25 milioni sono state distribuite solo in Italia.
La maggior parte dei suoi romanzi è legata all'Africa, sua terra natale, e molti romanzi di Smith sono ambientati nel XVI e nel XVII secolo e raccontano gli insediamenti nelle zone meridionali dell'Africa, contribuendo a spiegare l'ascesa e l'influenza storica dei coloni inglesi e olandesi in quei territori. Tra i suoi maggiori successi: Il destino del leone, La spiaggia infuocata, Il dio del fiume, Il settimo papiro, Come il mare.
La scorsa primavera era uscito Tempesta, primo libro per ragazzi di Wilbur Smith, e il 25 novembre è attesa la pubblicazione del secondo, Fulmine, in Italia con HarperCollins, una sorta di testamento ambientalista con cui lo scrittore esprime la sua visione del mondo post-pandemia.
''Scrivere ai ragazzi – raccontava a Claudia Morgoglione in un’intervista per La Repubblica - mi dà la possibilità di lanciare alla nuova generazione, la più sensibile all'ambiente, un messaggio a favore della conservazione della Terra e di amore per la Natura. Le cose vanno cambiate subito, già da ora''.
E aggiungeva, ''Vivere avventure è il modo migliore per conoscere il mondo e se stessi: infatti i bambini sono spontaneamente più avventurosi degli adulti. Giocare con i proprio amici a dieci anni è molto più adrenalinico che giocare a qualcosa con gli amici a cinquant'anni. E poi a dieci anni si è sempre degli scrittori in erba, nel senso che a quell'età ci costruiamo un mondo di cui noi siamo gli eroi, e in cui, armati di una spada immaginaria, sconfiggiamo i cattivi".