Queste montagne bruciano, David Joy per la prima volta nelle librerie italiane
Una terra sfigurata dagli incendi, una comunità decimata dalla droga, tre uomini in cerca di salvezza e redenzione
Jimenez Edizioni porta per la prima volta in Italia una delle voci più potenti e affilate del cosiddetto Appalachian noir: David Joy
Arriva in libreria il 24 febbraio 2022, tradotto da Gianluca Testani per Jimenez Edizioni, Queste montagne bruciano, un romanzo esilarante e feroce, disperante e vitale, radicato in una terra bellissima e devastata dagli incendi, reali quanto metaforici, quella degli Appalachi, un'ampia catena montuosa che si estende, tra boschi e paesaggi mozzafiato, lungo la costa orientale degli Stati Uniti.
Qui vivono tre uomini a cui il destino chiede di unire le forze: Raymond Mathis, un padre solo, impotente, frustrato dalle lungaggini burocratiche e dalle limitazioni della legge; il giovane Denny Rattler, segnato da un incidente sul lavoro e sempre a caccia di una dose; Ron Holland, l’agente della Dea che non sa rinunciare a un caso. Da mesi l’Agenzia Federale per cui lavora sta cercando di ricostruire la fitta trama del traffico di stupefacenti che interessa l’ampio territorio occidentale della Carolina del Nord, al confine con
il Tennessee, tra i maestosi boschi e le montagne che attraversano le aree tribali degli indiani Cherokee.
Una riserva non certo preziosa, non certo immacolata. L’agente Holland sa che serve solo trovare la traccia giusta. E la traccia arriva quando al giovane Denny, ladruncolo astuto che segue poche e semplici regole per tenersi lontano dalla prigione, si presenta un’occasione cui è difficile resistere. Il caso si apre quando il figlio tossicodipendente di Raymond si mette nei guai con il suo spacciatore e Ray deve giocarsi tutto quello che gli resta per salvargli la vita, almeno un’ultima volta.
Un padre, un tossico, un uomo di legge: mentre il caso avvicina questi uomini da punti diversi di un’implacabile epidemia, si compone il ritratto di un’umanità sul punto del tracollo, costretta a confrontarsi con una sola realtà: “Le nostre vite sono la somma di tutte le scelte che abbiamo fatto. Cosa sarebbe il mondo senza le conseguenze?”.
David Joy
Autore di romanzi e racconti, collaboratore di riviste quali Time e New York Times Magazine, vive a Tuckasegee, Carolina del Nord. I suoi romanzi sono Where All Light Tends to Go (2015) di prossima uscita con Jimenez Edizioni e di cui è in fase di produzione un adattamento per il cinema con protagonisti Billy Bob Thornton e Robin Wright, The Weight of This World (2017), The Line That Held Us (2018). When These Mountains Burn (Queste montagne bruciano), del 2020, ha invece vinto il Dashiell Hammett Award for Literary Excellence in Crime Writing, che annualmente premia il miglior romanzo crime di Stati Uniti e Canada.
Leggi un estratto del libro su Affaritaliani.it:
"Sembra che oggi la gente non capisca perché quelli come me e come tuo padre, la nostra generazione, la generazione dei nostri genitori, non sapessero cosa farsene della legge. Guardano certe cose che un tempo erano comuni, tipo qualcuno che scompariva o qualcun altro che veniva bruciato davanti a casa sua, e le equiparano all’illegalità. Be’, non era illegalità. Anzi, era il contrario. Queste montagne una volta avevano un proprio ordine".
Ray finì la sua acqua, poi spinse il bicchiere al centro del tavolo. "Una volta qui risolvevamo le cose da soli. Una volta, quando c’era da fare una cosa, la facevamo e basta. Poi abbiamo permesso a certa gente di venire da fuori a dirci come dovevamo gestire le cose, e se ti guardi intorno vedi i risultati".
[...]
Cherokee era un’altra città, adesso. Il casinò aveva cambiato tutto. I negozietti a conduzione familiare che vendevano punte di frecce e acchiappasogni stavano scomparendo. I bambini apprendevano e parlavano una lingua che un tempo veniva lavata via col sapone dalla bocca dei loro nonni. C’erano parole native su tutte le insegne e sui palazzi nuovi, parole che venti anni prima erano state sull’orlo dell’estinzione.
Era in corso un rinascimento, cosa che avrebbe dovuto riempire Denny di orgoglio, invece gli dava un senso di vuoto e di vergogna. Lui era quello contro cui i forestieri puntavano il dito, l’indiano ubriacone, l’indiano tossicodipendente che aspettava solo l’assegno della tribù da spararsi in vena. Nella sua mente, sentiva ancora il suono del tamburo, vedeva ancora suo zio che danzava a torso nudo tutto sudato nell’aria umida odorosa di caprifoglio, e desiderava tanto poter tornare indietro.