BrewDog "anti-sponsor" dei mondiali Qatar 2022: "Calcio trascinato nel fango"

Il birrificio scozzese lancia una campagna contro la Coppa del Mondo: "Se la sono aggiudicata grazie alla corruzione"

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Mondiali Qatar 2022: "Amiamo il calcio, non la corruzione"

“Prima la Russia, poi il Qatar. Non vediamo l’ora della Corea del Sud”. Il birrificio scozzese BrewDog lancia una campagna di opposizione ai mondiali di calcio, in programma dal 20 novembre al 18 dicembre 2022 nell’Emirato. La scelta della Fifa è stata ampiamente contestata per il mancato rispetto dei diritti umani da parte del regime qatariota, ma BrewDog compie un passo ulteriore, anche sul piano del marketing, presentandosi come “anti-sponsor” del torneo.

A spiegarne le ragioni è il CEO e co-fondatore James Watt, in un accorato post su Linkedin: “BrewDog è orgogliosa di essere l’anti-sponsor del fott**a Coppa del Mondo. Sì, avete letto bene: questa non è la Coppa del Mondo, bensì la fott**a Coppa del Mondo. Il calcio è stato trascinato nel fango, prima ancora che si inizi a giocare. Siamo onesti: il Qatar se lo è aggiudicato (il mondiale) attraverso la corruzione. Su scala industriale”.

James Watt, CEO di BrewDog: "6.500 lavoratori sono morti costruendo gli stadi"

James Watt quindi punta il dito sulle tante ombre riguardanti i diritti umani: “Il calcio dovrebbe essere di tutti, ma in Qatar l’omosessualità è illegale, la fustigazione è una forma di punizione socialmente accettata e non c’è problema sul fatto che 6.500 lavoratori muoiano costruendo gli stadi”.

Per questo motivo, BrewDog si presenta con l’inedita qualifica di “anti-sponsor”, precisando: “Per essere chiari, amiamo il calcio, ma non certo corruzione, abuso e morte. Allora, unitevi a noi. Brindiamo ai calciatori, ai tifosi, alla libertà di parole. E un vaffan**lo e chiunque pensa che un mondiale in Qatar abbia senso”.

Un esempio innovativo di brand-activism: fare campagna non solo a favore dei valori nei quali si crede, ma anche contro chi non li rispetta. Anti-sponsor: un'idea di comunicazione molto efficace e – per dirla tutta – anche molto più economica rispetto a una canonica sponsorizzazione.  

Mondiali 2022, il parere dei pubblicitari
 

"L’aspetto peculiare della campagna di BrewDog è come un brand, come sempre più spesso accade, prende una un posizione forte su un tema di enorme interesse e importanza, con una grande modernità di approccio – spiega Vicky Gitto uno dei più riconosciuti pubblicitari italiani a livello internazionale e fondatore dell’agenzia di pubblicità GB_22  - laddove si proclama orgogliosamente, come recita il claim, anti-sponsor di una manifestazione come i Mondiali e, elevando una issue, quella del rispetto dei diritti umani che ritengo sia universalmente condivisibile, peraltro, capitalizzando una visibilità vastissima".

"La Coppa del Mondo è un altissimo momento di sport, con tutti i valori a ciò annessi e connessi, e come tale va guadagnata  - rimarca Davide Ciliberti, spin doctor della società di comunicazione Purple & Noise,  Se la sudano i giocatori sul campo e onestamente dovrebbero guadagnarsela anche i Paesi che anelino ad ospitarla. Ergo non dovrebbe prevalere la ‘ragion del soldo’, così come mi sembra sia accaduto per il Quatar che, oggettivamente,  non mi sembra molto ‘qualificato’ per queste finali".

“Il brand activism – continua Davide Ciliberti di Purple & Noise - in questo caso può serenamente avere una lettura al contrario, ovvero non tanto analizzare l’opportunità della campagna anti-mondiale di BrewDog (che peraltro si accompagna anche a quella di intere tifoserie di calcio o di campioni simbolo come Eric Cantona) semmai a domandare il perché della loro sponsorizzazione ai brand che hanno voluto griffare questa edizione".

“A me i brand che hanno il coraggio di prendere una posizione, peraltro assumendo il rischio di perdere qualche cliente-tifoso, piace sempre molto  - osserva Marianna Ghirlanda Presidente di International Advertising Association in Italia – perché accende un riflettore molto potente, in quanto la comunicazione può essere molto potente e avere un impatto sociale molto fronte, su un tema, quello dei diritti umani, sul quale noi come Associazione siamo sempre molto vigili”.

 
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