Aldo Grasso stronca Mara Venier: a dominare in Rai è la tv spazzatura

La stoccata di Aldo Grasso sulla conduzione di Mara Venier? Un gioiello della critica televisiva moderna, ma non solo...

Di Giuseppe Vatinno
Mara Venier (foto Lapresse)
MediaTech

Domenica In, Aldo Grasso stronca la conduzione "trash" di Mara Venier

Ho poche certezze nella vita e una di queste è Aldo Grasso. Piemontese d’altri tempi, ha assorbito in sé l’essenza delle Langhe buone, quelle in cui si produce il Merlot e il Barbera, quelle dove la natura sembra ancora seguire un suo corso prestabilito, con delle regole rassicuranti, con il sole d’estate e la nebbia d’autunno. Terre, quelle, che inducono alla introspezione riflessiva, condizione per partorire quasi sempre grandi pensieri. Quella che manca nelle grandi città.

Aldo Grasso è il “signore dell’immagine” sia cinematografica, ma soprattutto televisiva. Sulla mia scrivania ci sono da tempo immemorabile i due volumi della “Storia della televisione” pubblicati dalla Garzanti su una carta solida e voluttuosa, la bibbia di tutti quelli che vogliono occuparsi del Cielo e della Terra. Una finestra del mondo sul mondo, un caleidoscopio di immagini creato da un dio imperscrutabile per tentarci e condizionarci, una mela elettronica che si offre gustosa a noi. Ma attenzione a morderla sempre. Dopo questa introduzione mi è francamente difficile scendere di frequenze e parlare di Mara Venier, ma lo devo fare perché finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di dire che la supposta regina è nuda.

Non nel senso erotico per carità, che la Venier gli anni della gloria materiale li ha già trascorsi da un bel pezzo, ma per significare la bruttezza metafisica di certi programmi. Aldo Grasso ha scritto di “Domenica In”, feudo millenario della ossigenata veneziana, incipiendo magistralmente così: "Domenica In è fastidiosa perché Venier tratta la trasmissione come fosse casa sua, con una trasandatezza formale degna di una tv locale".

Dalla sua meritoria torre di difesa e d’attacco del Corriere della Sera Grasso ha continuato implacabile commentando l’episodio in cui Iva Zanicchi ha dato della “tr**a” a Selvaggia Lucarelli, giudice di “Ballando con le Stelle”: “Ho seguito Domenica In quando stava parlando di Ballando con le stelle con gli inevitabili highlights della sera prima. Non so come esprimere la mia avversione per le giurie televisive (specie quelle con le palette); per questo mi incuriosiva Mara Venier che discuteva di una reazione verbale di Iva Zanicchi, come se tutto non fosse combinato o, quanto meno, prevedibile (se chiami certe persone si sa già come andrà a finire, vero signora Carlucci?)".

Poi Grasso ha continuato implacabile: “A un certo punto, mentre l'ipocrisia dei discorsi si tagliava con il coltello, Venier se ne esce con questa frase: “Da casa poi i social pensano che io censuri”.

E poi il finale dirompente: "Invece di pensare a fare un buon programma, come ai tempi di Pippo Baudo, invece di guardare oltre la sua cerchia di amici, tipo Alberto Matano, Venier si preoccupa della reputazione dei social: non sapendo che alcuni di questi gruppi (il popolo dei social è la nuova entità astratta che ci domina) sono manovrati e non bisogna neanche prenderli in considerazione".

Questa solenne stroncatura di Mara Venier e del suo compagnuccio di torte Matano non solo è un gioiello della critica televisiva moderna ma ci apre il campo a importanti riflessioni sulla nostra società di cui la televisione è, nel bene e nel male, fedelissimo specchio.

Programmi datatissimi come quelli condotti dall’intellettuale lagunare restituiscono infatti il segno del degrado in cui è precipitata la nostra società. Per carità, quello della Venier non è certo l’unico ma è certo il più rappresentativo perché si incunea nelle domeniche degli italiani portando una visione del mondo fatta di parolacce, volgarità, continue allusioni sessuali, risatine, insipienti sballonzolamenti di carni sempre più entropizzate dagli anni.

Fa bene Grasso a richiamare la televisione del tempo che fu, quella del tanto vituperato Pippo Baudo che ora giganteggerebbe tra cotanti nani. Nanni Moretti dovrebbe cambiare la sua celebre battuta: “te lo do io Pippo Baudo!” in un più tristemente attuale “te la do io Mara Venier!”. Fermiamo il trash, miglioriamo la società, ripresentiamo un modello televisivo anche educativo visto che la Rai è alimentata dai soldi di tutti gli italiani.

Non bastano le meritorie Rai Storia e Rai Cultura, non basta un grande storico come Alessandro Barbero. L’opera di ricostruzione deve essere più capillare e soprattutto più mirata, perché i due citati canali sono le ciliegine su una torta inacidita e indigesta. E qui veniamo alla politica che controlla la Rai.

È auspicabile che il nuovo corso che i vincitori vorranno imprimere all’ordigno pubblico da anni ormai fuori orbita possa risollevarne le sorti tenendo bene a mente che il carburante pubblico deve essere garanzia di qualità e con esso non c’è bisogno di inseguire i mostri degli indici di gradimento. La Tv pubblica deve essere anche formativa e non informativa. E grazie ad Aldo Grasso che ha avuto il coraggio di ricordarcelo.

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