Apple e Amazon festeggiano in Borsa dopo i conti, Facebook soffre

La capitalizzazione di Meta è calata del 50% in un anno, quella dell'azienda fondata da Steve Jobs è cresciuta nello stesso periodo di quasi il 30

di Marco Scotti
Mark Zuckerberg
MediaTech
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Apple e Amazon ridono, Facebook piange

È forse troppo presto per recitare il de profundis di Facebook, di Instagram e perfino di WhatsApp. Certo, però, qualche interrogativo sulla galassia Meta bisogna iniziare a porselo. Prima di tutto, per i conti che non tornano più. Tre dati rendono meglio di qualunque altro l’idea di che cosa sta succedendo dalle parti di Menlo Park: primo, le azioni di Meta hanno perso il 50% della loro capitalizzazione da gennaio a oggi e hanno portato il valore complessivo dell’azienda a poco più di 400 miliardi di dollari. Sembrano tanti, ma per lungo tempo la creatura di Mark Zuckerberg ha “flirtato” con quella quota fantascientifica da un trilione di dollari. Secondo campanello d’allarme: i conti hanno registrato un calo dell’utile del 36%. Troppo semplicistico addebitare le cause al dollaro forte. Terzo: il patrimonio personale del fondatore si è ridotto del 50% e oggi vale poco più di 50 miliardi. È il ventesimo uomo più ricco del mondo, mentre lo scorso anno insidiava la top 3. 

Non basta neanche pensare che ci sia un problema diffuso che coinvolge i colossi tecnologici. Perché Amazon e Apple, pur con qualche difficoltà, hanno chiuso bilanci piuttosto positivi, con le azioni che hanno ripreso a viaggiare a ritmo sostenuto. La creatura di Jeff Bezos, pur in un anno complicatissimo tra logistica congestionata, caro delle materie prime, costo dei carburanti alle stelle e guerra tra Russia e Ucraina, ha chiuso un trimestre con un fatturato in crescita del 7% a 121,2 miliardi di dollari, ben al di sopra del consensus degli analisti. Tra l’altro, il meglio potrebbe ancora dover venire perché per il mercato Usa è pronta la trasmissione di una partita di Nfl, il Thursday Night e, a livello mondiale, andrà in onda dal 1° settembre la serie dedicata a “Il Signore degli Anelli” su cui è stato investito oltre un miliardo di dollari.

I conti di Apple 

E la cara vecchia Apple? Non conosce crisi, vale in borsa oltre 2,4 trilioni di dollari e ha archiviato un trimestre da sogno. L'iPhone non passa di moda e, con le sue vendite superiori alle previsioni, aiuta i conti di Apple a battere le stime nel secondo trimestre dell'anno, nonostante il calo del 10,5% a 19,4 miliardi di dollari dell'utile netto. Il dato si traduce in 1,20 dollari per azione contro gli 1,16 dollari attesi dal mercato. Anche il fatturato, che ha raggiunto quota 82,96 miliardi, si è attestato nella fascia alta della forchetta prevista dagli analisti. Apple ha venduto smartphone per un valore di 40,7 miliardi di dollari. Anche il settore dei servizi, che comprende App Store e iCloud, ha mantenuto una solida crescita (+12%). Una crescita che si è tradotta in un incremento di quasi il 30% del valore delle azioni nell'ultimo anno. 

Le cause del tracollo di Meta

Sarebbe miope, dunque, parlare banalmente di crisi del tech. È vero, il Nasdaq – l’indice che racchiude, appunto, i titoli tecnologici – è calato del 23%. Ma nell’ultimo mese la tendenza si è invertita (+9%). Segno che la situazione sta cambiando e che i colossi cibernetici tornano a fare la voce grossa. E dunque qual è il problema di Facebook/Meta? Primo, per oltre 15 anni non ha avuto competitor, mentre oggi TikTok è il social preferito dai più giovani, che bollano invece Facebook come un luogo per “boomer”. Secondo punto di fragilità: Zuckerberg ha assunto una posizione ondivaga su fake news e censura. È stato quasi vittoriano su Instagram, oscurando qualsiasi contenuto che mostrasse anche piccoli centimetri scoperti di pelle, ma ha permesso che proliferassero baggianate fantasiose su vaccini, rettiliani e chi più ne ha più ne metta. Ma, accortisi che qualcosa non andava, hanno cercato di correre ai ripari aprendo così la strada a social “coperti” come Telegram o Signal. 

Appare dunque in atto una sorta di scissione definitiva tra i colossi tecnologici come Apple, Amazon, Microsoft o Google, con una storia ormai consolidata, che continuano a crescere – e a fare più ricchi gli azionisti – e i social come Facebook (che rischia di diventare obsoleto) o Twitter, affossato da Elon Musk e reso ancora più complesso prima dalla presenza – e poi dal ban – di Donald Trump. I progetti collaterali sono stati un fallimento: la criptovaluta, l’app di dating, il metaverso, la realtà aumentata. Tutti progetti interessanti che però non sembrano aver conquistato il cuore degli utenti. Apple e Amazon ridono, Zuckerberg piange sconsolato. A naso, dovrà continuare a farlo ancora per un po’.