Ascolti tv, Report è l'anti-Che tempo che fa. Fazio ha già finito il turbo

Dopo un inizio entusiasmante, sembra che la benzina di Che tempo che fa stia per finire. Mentre Report continua a macinare "boom" di ascolti tv

di Sandro Mantovani
(Fonte: IPA)
MediaTech

Che tempo che fa, Fazio ha già finito il turbo 

Fazio ha trovato pane per i suoi denti. Dopo aver più che quintuplicato l’ascolto medio della sua nuova rete, Discovery, con picchi di share superiori al 12% (Nove solitamente si attesta intorno al 2%) “Che tempo che fa” sembra aver già esaurito il turbo.

Sì, perché è già la seconda settimana dall’inizio di dicembre che “Report”, programma di Rai 3 che sforna inchieste coi fiocchi, supera negli ascolti televisivi lo “schiacciasassi” guidato da Fabio Fazio con l’immancabile presenza di “Lucianina” Littizzetto.

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Ieri, domenica 17 dicembre, infatti, Ranucci ha battuto nettamente il nuovo gioiellino di Nove portando a casa il 9,7% di share per un totale di oltre 1,785 milioni di spettatori. Sconfitto, invece, “Che tempo che fa” che è riuscito a conquistare “solo” il 9,1% di share e 1 milione e 758 mila telespettatori. Evidentemente, l’effetto “novità” che ha fatto brillare gli ascolti di Fabio Fazio sta pian piano scomparendo, facendo inevitabilmente calare la voglia matta di vedere il nuovo “Che tempo che fa” lontano da “Mamma Rai”.   

E dire che questo successo non può che far scoppiare un conflitto interno negli esponenti della maggioranza. Se da una parte, infatti, i buoni ascolti di Report fanno sicuramente bene ai conti della televisione pubblica, dall'altra le inchieste del programma creano non poca irritazione. Proprio oggi, infatti, il ministro dell'Agricoltura Lollobrigida ha lasciato filtrare parole non dolcissime nei confronti di Ranucci definendolo "un nemico in casa" per i suoi servizi sulle illegalità presenti nel mondo della produzione made in Italy.

Inizialmente i più attenti al mondo televisivo non avrebbero messo la mano sul fuoco scommettendo sul successo di Ranucci che, dopo anni, è stato spostato alla domenica dall’originaria collocazione del lunedì. Ma si sa, non è mai detta l’ultima parola. E i buoni ascolti di Report ne sono la dimostrazione

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