Bimbo scomparso a Catania, Perrino: "Si indaghi sulle dinamiche familiari"

L’intervento del direttore di affaritaliani.it a Ore 14, trasmissione di Rai due condotta da Milo Infante

di Redazione Mediatech
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Rai 2, il direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino ospite a Ore 14

Il direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino è stato ospite oggi, giovedì 14 marzo, del programma “Ore 14” condotto da Milo Infante su Rai 2. 

Tanti i temi di attualità trattati, così come gli episodi di cronaca affrontati. A iniziare dalla scomparsa del bimbo di 10 anni, allontanatosi da una comunità a Catania, in pigiama. Di lui non si hanno notizie da ore, e le ricerche stanno continuando senza sosta. “Le sorelle, con cui abita, non l’avrebbero fatto uscire – ha commentato il direttore Perrino – Io credo che sia maturato qualche diverbio in famiglia. La polizia ha una pista, e penso che quella pista sia da ricercare all’interno della famiglia”.

GUARDA L'INTERVENTO DEL DIRETTORE PERRINO A "ORE 14"

 

Si è poi tornati a parlare della strage di Altavilla Milicia, sulla quale aleggia l’ombra del fanatismo religioso. “Al momento bisogna credere a questo filone quale movente - ha spiegato il direttore Perrino –. Quello su cui bisogna interrogarsi è su quanto le religioni determinino fatti così negativi. È possibile che la fede possa determinare queste follie? Non si tratta del primo caso; forse dovremmo spendere una parola a favore della Ragione”.

Infine si è dibattuto sul caso di Alessia Pifferi, che domani tornerà in aula per una nuova udienza del processo che la vede imputata per aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi. Processo che vede imputate, peraltro, anche due psicologhe del carcere di San Vittore, “colpevoli” di aver falsificato il risultato del test sulle capacità intellettive della Pifferi. A insospettire i pm, soprattutto, il numero elevato di colloqui con la detenuta. “In sé potrebbe essere un merito – è l’opinione del direttore Perrino -. Il senso di tanti colloqui stava nel non riuscire a capire la mente della Pifferi, e nel voler cercare di entrarvi per studiarla. Probabilmente il loro era un interesse professionale a studiare un caso molto particolare; tra la scienza della psicologia e il diritto non ci dovrebbe essere un conflitto”. E ancora: “Io penso che il caso di Alessia Pifferi sia anomalo, e la ricerca spasmodica di nuovi avvocati non fa altro che arricchire l’antologia dei suoi comportamenti anomali”.