Concertone, monologo di Massini: "Antifascista? Se lo dici la Digos ti scheda"

Lo scrittore e drammaturgo viola le regole Rai e polemizza: "Non so quante carte mi hanno fatto firmare prima di salire sul palco"

di Redazione Mediatech
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Stefano Massini
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Concertone, Stefano Massini su antifascismo, Digos e regole Rai. Il monologo vietato

Stefano Massini disobbedisce alle regole imposte dalla Rai e sul palco del Circo Massimo in occasione del Concertone del primo maggio fa un monologo. Lo scrittore e drammaturgo punta il dito contro il governo e cavalca il tema dell'antifascismo. Massini fa riferimento a quanto accaduto alla prima della Scala, quando uno spettatore gridò: "Italia antifascista" e la polizia gli chiese i documenti per identificarlo e urla: "Vorrei dire alla Digos: identificateli tutti!". Massini affronta anche il tema delle morti sul lavoro: "Ogni persona che muore sul lavoro è una carneficina, è una catastrofe – dice l’attore – Dovremmo scandalizzarci per la morte di ognuno, ogni volta che ognuno muore sul lavoro è uno sfascio. Io sono contro questo massacro, sono un anti-sfascista. C’è una S, non ho detto antifascista, perché oggi se dici antifascista ti identifica la Digos.

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"Muori due volte sul lavoro, muori e poi muori ogni volta che ti dicono che la colpa era la tua, senza responsabilità di nessuno. Anzi, tre volte, la terza volta è quando non frega un cazzo a nessuno e fanno un trafiletto sul giornale. In Italia si può morire due, tre, quattro volte, la quarta è quando ti accorgi che muori invano e da uomo diventi fotografia". Poi l'ultima frecciata ai dirigenti Rai e al divieto di fare monologhi. "Mi hanno fatto firmare non so quante carte prima di salire sul palco".