Decreto Caivano è inefficace, i minori possono comunque guardare porno

I sistemi per la verifica dell'età dell'utente pongono problemi dal lato della privacy

di Redazione Mediatech
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Decreto Caivano, i siti porno attendono dall'AGCOM le linee guida per la verifica dell'età degli utenti e impedire così l'accesso ai minori

Oggi accedere alla pornografia è molto più semplice che in passato, anche per i minori. Basta un clic per visualizzare a una serie infinita di contenuti che potrebbero turbarne il benessere fisico e mentale. Il decreto Caivano è entrato in vigore ormai 6 mesi fa ma la parte che obbliga i siti pornografici a verificare in modo più efficiente l'età degli utenti, permettendo l'accesso solo ai maggiorenni, non è ancora attiva.

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Il ritardo è dovuto al fatto che l'Autorità per le Garanzia delle Comunicazioni (AGCOM) deve dettare le linee guida per il riconoscimento dei minori. Secondo quanto riporta La Repubblica, ad oggi i siti porno non le hanno ancora ricevute. Quando succederà, le piattaforme avranno poi 6 mesi di tempo per adeguarsi.

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La soluzioni previste per la verfica dell'età degli utenti sono due. La prima si chiama Age estimation e prevede una stima degli anni dell'utente attraverso l'analisi da parte dell'intelligenza artificiale delle risposte a un questionario compilato in diretta. Questo sistema però potrebbe entrare in contrasto con le regole sulla profilazione dei minori prevista dal Digital Service Act (Dsa).

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L'alternativa è un verifica dell'età da parte di un soggetto terzo come un istituto finanziaro, operatore di rete fissa o mobile o un erogatore di servizi al cittadino. Per accedere ai siti porno quindi ci si dovrà autenticare tramite un QR Code, token o un codice di sicurezza di qualche tipo. Non si esclude che venga imposto l'obbiligo di login tramite SPID o CIE (Carta d'Identità Elettronica), anche se in questo modo si fornirebbe una serie di dati non necessari. Potrebbero quindi essere i fornitori di SPID a provvedere a un sistema per la verifica dell'età. Entrambi i sistemi comunque pongono il problema della privacy. Quanti vorranno essere "bollati" come fruitori di siti porno?