L’esclusione di Tony Effe dal concerto di Capodanno a Roma è una buffonata pazzesca
Figuraccia degli organizzatori. Ma anche dei colleghi di etichetta di Tony Effe costretti a solidarizzare via social con il rapper. Che intanto ringrazia per il regalone di Natale con vista su Sanremo...
Tony Effe
L’esclusione di Tony Effe dal concerto di Capodanno a Roma è una buffonata pazzesca
Pura clownerie. Nella giornata del 18 dicembre, in cui tra l’altro si festeggia San Graziano, quel disgraziato di Tony Effe viene epurato dalla line up del concertone di Capodanno in Roma. Motivo? I testi misogini delle sue canzoni, se così le possiamo definire, in testa alle classifiche di vendita oramai da qualche annetto. L’organizzazione dell’evento, dunque, ha invitato il mefistofelico trapper a partecipare alla serata, salvo poi cacciarlo via a pochi giorni dal 31 dicembre.
Una decisione ridicola: sarebbe bastato non invitarlo proprio in virtù delle medesime ragioni ovverosia l’aggressivo sessismo delle sue barre. Ma così, viene il sospetto, non sarebbe stato possibile per il comune, nella persona del Sindaco Gualtieri, passare per eroe del femminismo, per uno che si schiera pubblicamente contro la violenza sulle donne, a muso durissimo. L’eco della notizia deflagra e porta a una serie di altri numeri da circo: Mahmood e Mara Sattei, entrambi Universal come Tony Effe, annunciano via storia Instagram che si ritirano dal concertone perché contrari alla censura “verso ogni espressione artistica”. Sui social tutti fanno lo scalpo ai due: come si può difendere e sostenere quel farabutto di Tony Effe? E, soprattutto, dove stava tutto questo animo battagliero quando Ghali e Dargen D’Amico, solo lo scorso anno, venivano silenziati dalla Rai per aver portato ‘genocidio’ e guerra sul palco dell’Ariston?
Domande rilevanti ma fino a una certa: il punto è che questo domino di figuracce oltraggiose per l’intelligenza di chiunque, forse addirittura per quella di Tony Effe, non sarebbe mai successo se solo chi di dovere avesse ascoltato 30 secondi di una canzone a caso del malnato. Ma dovremmo realmente credere che si siano ritrovati a invitare un perfetto sconosciuto? Che non sapessero chi si stavano portando letteralmente in casa? Spiace, ma qui siamo oltre la sospensione di ogni incredulità, esondiamo gli argini della più circense fantascienza. Oppure, dobbiamo ammettere che gli eventi della capitale, e speriamo solo quelli, siano amministrati da cioccolatai. Con tutto il rispetto per i cioccolatai, comunque non una gran figura.
La pirotecnica clownerie dei cantanti che sostengono Tony Effe
Escludere Tony Effe dal concertone di Capodanno a pochi giorni dall’evento è una buffonata. Una buffonata che, effetto domino, ne ha fatte deflagrare, purtroppo, moltissime altre. Se il messaggio d’esser contrari a qualunque tipo di censura verso ogni espressione artistica può pure suonare condivisibile, fa davvero strano che un artista, oggi, possa prendere le difese di un collega che scrive versi misogini e violenti. A meno che non sia stata la casa discografica in comune a obbligare a tale aprioristica (e contraddittoria) difesa d’ufficio.
Tra gli altri burattini contiamo pure Giorgia, Gaia e perfino Emma Marrone - improvvisamente dimentica d’esser sempre stata schieratissima quando c’era da protestare per i diritti delle donne e contro la violenza di genere. La più circense, purtroppo o per fortuna, resta comunque Noemi. Così animata dal sacro e spontaneo fuoco di difender Tony Effe da postare via storia Instagram lo stesso messaggio, parola per parola, di Vasco Rossi sul tema. Questa non sarà certo Ibiza, ma puzza di copia e incolla fino a Caltanissetta centro. Esiste dunque la feroce possibilità, siamo liberi di desumerlo, che tutti gli accalorati artisti uniti per Tony Effe in realtà si siano prodotti in questi messaggi confusi soltanto ‘per lavoro’, probabilmente tappandosi il naso al momento di pigiare su ‘posta ‘sta roba’. Questo, ovvio, non rende meno suina né la figuraccia né la becera contraddizione. Per ognuno di loro, nessuno escluso.
Intanto Tony Effe va a Sanremo e ringrazia per il regalo di Natale
Potrà non sembrare così, ma tutta questa attenzione nei confronti di Tony Effe, per quanto negativa lato sentiment popolare, gli ha fatto un gran favore se non proprio un regalo di Natale inaspettato (?). Passar per martire censurato - oh, lo dice pure Mahmood! - è un toccasana per ripulirsi l’immagine e piacere anche alle mamme. Piacere anche alle mamme è, a sua volta, conditio sine qua non per splendere sul palco dell’Ariston, magari arrivare a vincere perfino. Mefisto ce ne scampi e liberi, ma la storia insegna.
Abbiamo perdonato ogni malefatta trash di Barbara d’Urso in 20 anni di attività ‘soltanto’ perché i vertici Mediaset l’hanno cacciata via alla vigliacca, dalla sera alla mattina, senza causa apparente visti i buoni risultati Auditel da sempre assicurati all’azienda del Biscione. Tale inversione di marcia da parte della pubblica opinione potrebbe benissimo verificarsi anche nei confronti di questo Tony Effe, fino a ieri l’altro considerato il peggior stereotipo del maschio tossico e violento, a livello di ‘poetica’ musicale. Intanto, lui se la gode: in serata, si presenta sul palco di ‘Sarà Sanremo’ travestito da chierichetto con abbonamento in palestra e, quasi timidamente, annuncia a Carlo Conti il titolo della canzone che porterà sul palco dell’Ariston, ‘Damme ‘na mano’.
Sui social si (s)parla soltanto di lui, riesce a oscurare perfino Fedez comparso, nella medesima trasmissione, ventre a terra a biascicar di depressione. Quasi nessuno nota Federico Lucia, tutti gli occhi, per quanto indignati, sono sul rivale di dissing Tony Effe. Tony Effe che, tanto per non farne una giusta manco per sbaglio, subito dopo codesta apparizione tv posta su Instagram un testo scriteriato per ufficializzare la propria partecipazione a Sanremo 2025. In particolare, ci soffermiamo su un passaggio del ‘poeta’: “Io scrivo quello che vivo”. Quindi i suoi tanto disprezzati testi non sarebbero frutto di fiction, come nei film dove la gente si spara e s’ammazza ma mai per davvero. No no, il fulmine di guerra, proprio al termine della arroventata giornata di ieri, precisa, implicitamente, che lui le donne le considera sul serio alla stregua di ‘svuotapalle’ da tenere al guinzaglio e soavità varie (che vi proponiamo, non senza disgusto, nello screen qui di seguito perché abbiamo schifo soltanto a ripeterle). Un genio. Un genio che ora come ora rischia pure di vincere il Festival, essendo al momento il concorrente sulla bocca di tutti. Sanremo val bene una censura. Ma abbiate pietà.