Gabry Ponte fa(rà) ballare San Siro: "Blue? Non mi aspettavo il successo. Che belli gli album di Lazza e dei Pinguini Tattici Nucleari...."

"San Siro dance", Gabry Ponte prepara il concerto evento nel tempio di Milan e Inter e racconta ad Affaritaliani.it: "Io calcisticamente ateo. Quando ero ragazzino anziché andare allo stadio stavo chiuso in discoteca"

Di Giordano Brega
MediaTech

Gabry Ponte lancia 'San Siro': "Blue? Non mi aspettavo il successo. Che belli gli album di Lazza e dei Pinguini...." - L'intervista

Gabry Ponte si prepara a far ballare tutti allo stadio di San Siro. La data è già segnata con il circoletto rosso sul calendario: sabato 28 giugno 2025. "Mi piacerebbe molto avere con me Max Pezzali - ha raccontato nella conferenza stampa che ha lanciato il countdown verso l'evento -. Prima del Covid lui mi chiese se volessi aprire il suo concerto a San Siro e poi con la pandemia saltò tutto. Mi ha fatto piacere questo invito e lo ricambierò, spero che Max accetterà”. Gli Eiffel 65? "Chi lo sa…- ha detto il dj - ho invitato i ragazzi alla serata al Forum di Assago, ci siamo sentiti a Natale e ho detto loro che anche se le nostre strade si sono separate il mio percorso con loro è stato una parte importante della mia carriera. Loro hanno ringraziato ma non sono riusciti a venire. Io l’invito lo farò di nuovo".

La domanda è: cosa dobbiamo aspettarci da un evento che ha messo in fibrillazione tutti i fans già pochi istanti dopo l'annuncio ufficiale? "Possiamo aspettarci di rivivere quello che abbiamo vissuto nei palazzetti. Una grande festa, una grande famiglia che balla. Tante generazioni. Una musica", spiega Gabry Ponte ad Affaritaliani.it.


 

Però questa volta si passa da grandi palazzetti italiani alla Scala del Calcio. Sarà più impegnativo...
"Sicuramente. Intanto perché non è mai stato fatto prima e quindi dobbiamo immaginarci tutto. E poi non è per niente scontato. Non lo era neppure nei palazzetti, perché comunque io faccio il DJ".

"Noi siamo nati dentro a un club dove al massimo potevano esserci 500-1000 persone. Poi sono nati i super club, i Festival. Adesso i palazzetti... Però bisogna rimanere con i piedi per terra. Magari è anche un azzardo, non so se riempiremo San Siro, ma sono sicuro che ci divertiremo", sottolinea Gabry Ponte ad Affari.

Come è nato questo 'azzardo'?
"Perché quando abbiamo fatto questo tour nei palazzetti sono rimasto così colpito. Intanto dai numeri... 13-15mila persone sono dati importanti per un concerto. Mi è capitato a volte di suonare in festival molto grandi dove c'erano anche molte più persone perchè con tanti altri artisti. Era una cosa completamente diversa. Ma non solo i numeri.."

Cos'altro?
"Dall'atmosfera che c'era in queste serate. Bella e di aggregazione. Io mi sono portato a casa questa sensazione che poi ho visto essere stata condivisa anche dal pubblico. Lì mi sono detto 'allora dai, la strada è quella giusta. Percorriamola'..."

La canzone che non può mancare a quel concerto?
"Sicuramente Blue da cui tutto ha avuto inizio. Ma in realtà non ne mancheranno tante, l'idea è anche ripercorrere le hit di questo genere musicale nei vari anni"

Ce n'è una a cui sei più affezionato?
"Ogni pezzo ha una storia sua. Come dice il detto 'Ogni scarafone...'.

Ma d'istinto non te ne viene in mente una?
"Onestamente no, perchè ti direi 'Blue' essendo stata la prima, 'Geordie' ha dei legami particolari a livello affettivo, poi ci sono dei pezzi che magari hanno avuto meno successo, ma sono altrettanti importanti per altri motivi. E' difficile dirlo"

Quando hai fatto 'Blue (da ba dee)' ti immaginavi quel tipo successo?
"Ovviamente no. Non mi aspettavo proprio il successo. Non avrei mai potuto neanche pensare che quella musica, che facevamo in uno scantinato potesse arrivare in cima alle classifiche. Non era quello il nostro obiettivo. Noi facevamo musica per divertirci, per fare dischi da suonare nelle nostre serate in discoteca"

Anno 1998, Blue è il tuo singolo del debutto con gli Eiffel 65 che scala subito le classifiche mondiali e vende 8 milioni di copie...
"Nato dentro un piccolo studio nel quartiere Parella di Torino dove io sono nato e cresciuto. Ho iniziato a frequentarlo, era una sorta di Factory: c'erano altri ragazzi giovani come me, alcuni dj, altri cantanti. Ci trovavamo per fare musica insieme. Maurizio era uno dei musicisti di questo studio e stava suonando questa melodia, Jeffrey ci ha scritto sopra il testo e io ho fatto l'arrangiamento, la musica insieme a Maurizio"

Gabry Ponte a San Siro, la casa di Milan e Inter. Qualche mese fa sei stato protagonista “Together, a Black and White Show”, l'evento organizzato proprio dalla Juventus in occasione del centesimo anniversario della proprietà Agnelli...
"Ma io calcisticamente sono ateo. Quando ero ragazzino anziché andare allo stadio stavo chiuso in discoteca. Quindi non ho sviluppato una fede"

Niente tifo calcistico. Ma c'è uno sportivo che ti ha colpito in questo momento"
"Sto seguendo Jannik Sinner, a me piace molto guardare il tennis. Lui è il fenomeno del momento. Però guardo in generale tutto lo sport, anche il calcio. Ho visto delle belle partite, non è che non mi piaccia, semplicemente non l'ho seguito tanto perchè ero chiuso in uno studio tutto il giorno. Non avevo tempo"

Il 2025 ti porterà altre sfide importanti oltre a quella di San Siro? Hai un secondo sogno nel cassetto?
"Sì, porto avanti due percorsi paralleli. Da un lato quello nazionale anche legato a dischi cantati in italiano e concepiti per il pubblico nostrano. Poi c'è il percorso internazionale, molta della musica che io pubblico la mia fan base italiana - a parte quella attenta - magari non la conosce neanche. Perché è 'più club' un sound poco italiano. Quindi se devo dire un sogno è che succeda qualcosa anche da quel fronte..."

Gabry Ponte... a Wembley?
"No quello dovremo aspettare ancora un po' (sorride, ndr). Però già ci stiamo portando a casa delle belle soddisfazioni"

Blue ha festeggiato i 25 anni e ha fatto la storia della musica dance. Questo genere quanto è cambiato in un quarto di secolo?
"Tanto. La musica dance-elettronica in particolare cambia molto rapidamente rispetto alla maggior parte dei generi musicali, perché i primi fruitori di questo genere sono ragazzi molto giovani che, per definizione, mutano più velocemente i gusti. E' normale che sia così. Per fare un esempio, un disco che oggi per noi è attuale fra se mesi sarà già vecchio proprio come 'sound'. E questo non succede tanti negli altri generi. O comunque non così rapidamente. Ma c'è una seconda ragione..."

Quale?
"E' diventata molto più trasversale. Una volta nasceva nel club e lì moriva. Negli anni ha iniziato a essere ascoltata per radio, a diventare centrale nei grossi festival e a essere 'pop' a tutti gli effetti"

Oggi i giovani vanno molto sul rap...
"Anche quando ero ragazzo io c'era la cultura hip hop e rap"

E negli ultimi anni ha avuto un vero boom su quel target di pubblico...
"E' cresciuta tantissimo"

Il re della musica dance e il suo rapporto con la musica rap?
"La ascolto tanto, come qualsiasi genere di musica perché mi piace, sono curioso e amo sentire un po' di tutto. Ci sono alcune cose che mi piacciono di più, altre che capisco meno"

Di più cosa ti piace?
"Ultimamente mi è piaciuto un sacco il disco di Lazza. Veramente forte. Se invece parliamo di pop l'ultimo disco dei Pinguini Tattici Nucleari... Loro sono veramente bravi. Io ascolto veramente un po' di tutto. A volte prendo anche po' in giro (sorride, ndr). La musica dance vive di contaminazione, ti permette di prendere non solo spunto, ma a volte anche pezzi di qua e di là, fare dei remix.... Delle cose che diventano anche dei dischi... molto figo"

 

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