Gazzoli è la morte delle interviste: con Fazio raggiunge il Nirvana del nulla
Gianluca Gazzoli, con il suo ‘Passa dal BSMT’, è la Svizzera dei podcast. Mai un guizzo, una domanda fuori dagli schemi, una curiosità. Il Nirvana è stato raggiunto con l'intervista a Fabio Fazio, suo 'padre televisivo'
Gazzoli è la morte delle interviste: con Fazio raggiunge il Nirvana del nulla
Gianluca Gazzoli conduce - perdonate la forte ma obbligata scelta verbale - uno dei podcast più seguiti d’Italia, quello del seminterrato, ‘Passa dal BSMT’. Si tratta di una trasmissione a base di interviste, una a puntata, che riesce ad avere ospiti incredibili da Cesare Cremonini a Paolo Bonolis passando per Valentino Rossi.
La squisita peculiarità del programma è il modo in cui da ogni chiacchiera, di oltre un’ora, riesca a non uscire mai praticamente nulla. Si ha la sensazione di essere rimasti a fissare un acquario per 60 minuti abbondanti. E questo non certo perché gli ospiti non abbiano storie da raccontare. Solo, il conduttore “dimentica” di fare domande e tutto fila via così, occasione sprecata dietro occasione sprecata. “È un bravo ragazzo, però, spiace parlarne male, lo conosciamo tutti”, dicono gli addetti ai lavori ogni volta che si accenna al mistero Gazzoli. Gazzoli che ha recentemente raggiunto il Nirvana del nulla intervistando il suo evidente ‘padre’ televisivo, Fabio Fazio.
Gazzoli, un giovane vecchio Fazio
L’episodio ha per titolo “L’arte della conversazione” e a questo punto non possiamo esimerci dal rispondere a cotanta sfacciata provocazione. Anche perché Gazzoli non è un giovane Fazio, Fazio da giovane almeno faceva le imitazioni, manifestava una qualche verve personale. Gazzoli è un giovane vecchio Fazio. Con la personalità di una platessa annoiata e il brio di un crisantemo il due novembre. Come mai passano tutti dal suo seminterrato, allora? Procediamo ben volentieri a illustrarvi i misteri di questo ennesimo abisso mediatico.
Gianluca Gazzoli e Fabio Fazio: il Nirvana del nulla
Gianluca Gazzoli è certamente un bravo ragazzo. Classe 1988, i suoi profili social sono un inno alla vita, alla positività, non c’è mai giorno in cui il nostro pesti una cacca di cane per strada. Perenne cuorcontento, quando “intervista” gli manca l’unica caratteristica fondamentale affinché ne possa uscire qualcosa di buono: un minimo sindacale di curiosità nei confronti dell’altro. Può ritrovarsi davanti il Papa o Jennifer Lopez, non importa: al massimo domanderà come stiano messi a terzo tempo. Ogni puntata, dunque, è nelle mani della generosità dell’ospite, di quanto lui o lei abbiano voglia di parlare, di intrattenere, di fare qualche cosa. Intanto, Gazzoli non dà alcun cenno di vita, all’infuori di sporadici “Uhm, sì sì, certo, caspita!”.
Il Nirvana del nulla, come accennato, il nostro lo raggiunge intervistando Fabio Fazio. Dai primi dieci minuti di chiacchiera apprendiamo, non senza stupore, che per realizzare ‘Che Tempo Che Fa’ sia necessario innanzitutto scrivere il copione della puntata. “Wow, questa per me è una masterclass!”, esclama Gazzoli, trasecolato. Forse, non glielo aveva mai detto nessuno che per andare in onda serve che qualche stronzo butti giù una scaletta. Da qui, si potrebbero in effetti spiegare molte cose. Alla fine, però, numeri alla mano, hanno ragione loro, Fazio e Gazzoli. Perché hanno interiorizzato la principale tecnica per rimanere sulla cresta dell’onda il più a lungo possibile: fingersi morti. O meglio, tailleur.
Gazzoli e Fazio: l’arte del tailleur (che non passa mai di moda)
Fabio Fazio, oramai percepito come giornalista scomodo urbi et orbi, non ha mai fatto una domanda ai suoi ospiti in vita propria. Anche per questo, tutti vogliono andare da lui: non corrono rischi. Durante la puntata del BSMT di cui è stato sciaguratamente protagonista il conduttore dello sbarco su Nove spiega che la cattiveria non gli appartiene. “Se uno non mi sta simpatico, non lo invito a casa mia. E lo studio di ‘Che Tempo Che Fa’ è come se fosse casa mia. Non tratterei mai male qualcuno che viene a trovarmi”. Ci sono infinite sfumature semantiche, però, tra il mettere a disagio e l’intervistare un cristiano. Fazio non fa nessuna delle due cose. Perché, essenzialmente, è furbo. Anzi, è un tailleur. Pensate al vostro armadio: ci sono i vestiti che mettete sempre, quelli che vi siete pentiti di aver comprato e poi, in fondo a tutti gli altri, c’è quasi sicuramente un completo, un tailleur. Va bene per tutte le occasioni, nessuno smania per averlo, ma torna utile e non subisce il passare delle mode. Innocuo, ha attraversato i decenni senza mai finire nel tritarifiuti.
Torniamo alla tv: non si contano i conduttori e le conduttrici che, dopo aver incarnato un’epoca televisiva grazie alla loro personalità, hanno poi subito un medio-lungo periodo di oblio. Proprio perché quella personalità, come il pantalone a zampa, non piaceva più alle masse che tanto l’avevano apprezzata. Fazio e Gazzoli, essendo tailleur, non corrono questo pericolo. Già ora che ci sono, è come se non ci fossero, non danno fastidio, non suscitano entusiasmi, non generano alcun tipo di emozione. Né, a occhio, ne provano. Sono perfetti. Noiosi quanto il tran tran di un acquario, ma perfetti. E per questo il primo dura e il secondo durerà nel tempo. Nessuno guarda il ‘Seminterrato’ per vedere Gazzoli, ma sentire gli ospitoni che da lui si recano. Ed è questa la fortuna del nostro ‘host’.
Gazzoli è la Svizzera dei podcast, l’uomo sbagliato sempre nel posto giustissimo
Al suo posto, potrebbe pure esserci un’intelligenza artificiale e non cambierebbe alcunché. La già citata generosità dell’ospite, poi, penserà a far fare i titoloni, lui passerà per “conduttore” di grido anche se non sa intervistare e la ruota girerà così finché non lo ritroveremo a condurre un preserale su Rai 1. Di gavetta Gazzoli ne ha fatta tantissima e proprio da quella ha imparato a defilarsi, a non impallare, a non intervenire. Gazzoli è la Svizzera, la Siberia dei podcast, l’uomo sbagliato che per qualche motivo si ritrova sempre nel posto giustissimo. Un errore del Matrix che abbiamo imparato ad accettare come perfetta normalità. E chi dice il contrario, rosica. O forse, semplicemente, ha il coraggio di dire una cosa vera. Certo, un tailleur questo lusso non potrebbe permetterselo mai.