Gedi cercò sponde nel governo Conte I. "In palio" anche la linea di Repubblica
La Finanza: "Gedi cercava sponde nel governo Conte I per rilanciare Repubblica". Le intercettazioni
La Finanza: "Gedi cercava sponde nel governo Conte I per rilanciare Repubblica"
"I vertici del gruppo Gedi volevano agganciare il governo Conte-1, anche attraverso una linea editoriale diversa per Repubblica, visti i problemi economici del giornale". Lo scrive il Fatto Quotidiano, citando l’interpretazione che la Guardia di Finanza dà di una conversazione intercettata "fra Monica Mondardini – che da poco aveva lasciato il suo ruolo di ad del gruppo – e Roberto Moro, in quel momento direttore delle Risorse Umane. Mondardini e Moro sono fra i 101 indagati dalla Procura di Roma nell’inchiesta sulla presunta truffa all’Inps relativa ai prepensionamenti portati avanti dal 2009 dalla società che edita Repubblica e L’Espresso".
Le intercettazioni
Il Fatto Quotidiano ricostruisce i presunti eventi a partire dal 28 agosto 2018, tre mesi dopo la nascita del governo Conte I. "La Finanza scrive: “Moro e Mondardini discutono delle problematiche che riguardano il giornale in ragione anche del nuovo governo e del fatto che la linea sia non cambiata molto se non addirittura peggiorata”. Mondardini al telefono dice: “(...) un signore che per carità è cortese ma non si sa cosa pensi non si esprime non parla non... in una persona che per carità sarà professionale (...) ma che sicuramente non è in grado così... non fa parte del nostro mondo e non è in grado di dare... sarà questo il leitmotiv”. Moro si dice d’accordo e aggiunge: “(...) comunque l’azienda nel complesso quando ha fatto gli utili no? Per tanto tempo e adesso ci deve essere anche il sacrificio dell’azionista, che è un tema diverso dal fare l’azionista”.
Secondo quanto scrive il Fatto, "per i pm l’ex ad Mondardini voleva contatti col governo di allora (...) È del 2 settembre 2018, quattro giorni dopo, la conversazione intercettata tra Mondardini e Francesco Dini (non indagato), dirigente Cir Spa, in cui si parla dell’incontro istituzionale da lui avuto con Vito Crimi, all’epoca sottosegretario all’Editoria. Dini commenta: “La cosa è andata straordinariamente", conclude il Fatto.