Giletti e il caso Soumahoro Non è l’Arena riesce a far saltare l’affido

Soumahoro, Non è l’Arena di Massimo Giletti è riuscita a supplire alle deficienze istituzionali

Di Giuseppe Vatinno
Massimo Giletti
MediaTech

Caso Soumahoro, le "indagini" di Non è l'Arena di Massimo Giletti

La vicenda di Aboubakar Soumahoro si arricchisce ogni giorno, quasi ogni ora, di nuovi particolari. I riflettori sono – per ora - puntati sulla suocera del Deputato di Verdi e Sinistra italiana, Marie Therese Mukamitsindo. Qualche giorno fa avevamo dato la notizia dello stop agli affidamenti alle cooperative da parte della prefettura di Latina

Ieri sera abbiamo “scoperto” che tale stop è stato il frutto di un programma televisivo e cioè Non è l’Arena condotto da Massimo Giletti su La7 che è riuscito a supplire alle deficienze istituzionali.

Il giornalista di Giletti si è messo infatti in contatto con i ragazzi abbandonati in un paese in provincia di Latina, senza cibo e al freddo, in una struttura fatiscente e sporca.

Con i documenti visivi in mano ha dapprima chiamato il sindaco e poi vi si è recato personalmente. A quel punto sia il primo cittadino che i vigili urbani si sono recati in loco constatando le terribili condizioni in cui vivevano i migranti affidati alla cooperativa della suocera di Soumahoro.

Anzi, è stato lo stesso sindaco a riempire il frigo ai poveri sventurati e lo stesso comandante dei vigili a riparare la caldaia rotta e a comprare una bombola di gas per il riscaldamento. Alla fine abbiamo assistito ai cori di ringraziamento dei poveri ragazzi che per colpa di qualcuno si devono essere fatti proprio una brutta idea dell’Italia. Una storia vergognosa che ancora continua nel ghetto pugliese e chissà anche dove.

Lo stesso Giletti che ha meritoriamente “condotto l’indagine” che ha portato alla revoca degli affidamenti da parte del prefetto, si è commosso e si è giustamente chiesto chi faccia i controlli, visto che il caso, uno dei tanti, si è risolto solo quando sono intervenute le telecamere del programma.

Ad onore di Giletti si può parlare ormai di “giornalismo sociale” che ha addirittura una funzione di supplenza delle istituzioni.

In collegamento il solito Gard Lerner che non ha trovato di meglio che ribadire la tiritera dell’accanimento contro la famiglia del deputato solo perché è nero.

Giustamente Luca Telese si è indignato poi con l’avvocato Prado che continua a difendere -in collegamento- la sua tesi dell’accanimento razziale.

Leonardo Sciascia parlava dei “professionisti dell’antimafia” ora verrebbe da parlare dei “professionisti dell’anti-razzismo” che magari ci si costruiscono una carriera, visto che non sono in grado di portare una sola vera giustificazione convincente a quello che si è scoperto.

Giletti ha anche raccontato un’altra storia e cioè la ricerca del “cognato di Soumahoro”, Richard Muntangana, inviando il giornalista Carlo Marsili in Ruanda. Intercettata la moglie che ha dichiarato che il marito sembra essere svanito nel nulla (sic) e così lei è tornata in Italia.

Il motivo del viaggio è capire che fine abbia fatto un bonifico nel 2018 di 1.314.512 euro fatto dalla Karibu a Jambo Africa con sede in Ruanda nella capitale Kigali e non è stato neppure il primo perché nel 2012 sono stati fatti ben 33 bonifici per un totale di 237.280 euro.

Poi esiste anche la Karibu Africa legata al cognato Richard a cui –dice Giletti- sembra siano arrivati “denari importanti”. Su tale vicenda si è attivato l’antiriciclaggio.

Ci sono poi delle imprecisioni su quanto la coppia impiegata alla Karibu guadagnasse realmente che non possono non destare sospetto.Una vicenda che aggiunge mistero nel mistero.

L’unica cosa certa che esce da questa triste vicenda è che non tutto è oro è ciò che luccica e che prima di santificare supposti eroi, la Boldrini premiò addirittura la suocera come miglior imprenditrice dell’anno - sarebbe meglio indagare e conoscere bene i fatti, magari approfondendo le tante voci negative – ad esempio lo stesso Don Pupilla capo della Caritas pugliese - che già giravano sul conto del sindacalista e della famiglia.

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