"Gli spezzo la noce del capocollo" linguaggio scorretto. Fb banna Lino Banfi
La riapertura e le scuse solo dopo la richiesta di spiegazioni dell'attore pugliese. Il politically correct rischia di cancellare decine di anni di comicità
Lino Banfi cancellato da Facebook: linguaggio scorretto nei suoi film. Poi Meta torna sui suoi passi ma...
Il politically correct rischia di cancellare decenni di comicità italiana. L'ultimo episodio riguarda Lino Banfi, Facebook gli aveva chiuso la pagina ufficiale perché il linguaggio nei video dei suoi film pubblicati sui social era considerato scorretto. Cose come "Gli spezzo la noce del capocollo!" (rivolta ad Alvaro Vitali nel film "L’onorevole con l’amante sotto il letto"). O "che chèzzo ne so io, non ch’anno sesso!" (rispondendo al nipote che aveva chiesto: "Zio Lino, di che sesso sono le tartarughe?", in "Al bar dello sport") erano state considerate non in linea con la politica del social, poi il lieto fine, la pagina è stata riaperta con tanto di scuse.
Decisiva è stata la lettera pubblicata dal Corriere della Sera nella quale lo stesso Banfi ha raccontato la rimozione, il 13 agosto, del gruppo (27.605 iscritti da tutto il mondo) da parte del social network, Meta lo ha riabilitato. Ammettendo l’errore: le frasi e i video pubblicati e contestati dal loro algoritmo non sono "contrari agli standard della community in materia di istigazione alla violenza"; di "incitamento all’odio" o in contrasto al divieto di pubblicare scene di nudo, come dichiarano gli avvisi mandati nel tempo dalla tecnologia Meta alla pagina Facebook di Banfi.
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"Non è stato un episodio isolato - spiega al Corriere il curatore della pagina Calogero Vignera - la prima volta è successo due anni fa, quando avevamo la bellezza di 300mila follower, e pochi giorni fa, con 27.605 iscritti da tutto il mondo. E perché, poi? Per aver condiviso le battute di Lino Banfi? Ma per noi è un Maestro. E anche le sue frasi a doppio senso sono entrate di diritto nella lista dei tormentoni comici della commedia all’italiana".