Iervolino, L'Espresso in bilico: il Cdr prima attacca, poi chiede garanzie

L'affare è in trattativa da ormai un mese, ma sembra che sia ancora in fase di stallo. Che Iervolino si stia stancando dei continui attacchi? L'ipotesi

Danilo Iervolino
MediaTech
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Iervolino, si complica l'acquisizione dell'Espresso? Prima il malcontento della redazione, poi la voglia di ufficialità

La redazione dell’Espresso torna a esprimere dubbi e preoccupazioni sul futuro del giornale. “É passato poco meno di un mese da quando Gedi, società che edita la nostra testata, ha reso noto di aver accettato un’offerta di acquisto de L’Espresso presentata dal gruppo Bfc Media che fa capo all’imprenditore Danilo Iervolino”, scrive il Cdr in un comunicato. “La vendita, al momento in cui scriviamo, non è tuttavia ancora stata conclusa ufficialmente: una situazione che lascia la redazione in una condizione di incertezza sul suo futuro”.

L'Espresso, la redazione: "Necessario avere piano editoriale e industriale"

“Proprio intorno al futuro de L’Espresso il possibile nuovo editore rilascia dichiarazioni e annuncia iniziative che, invece di fare chiarezza, aumentano la confusione sul destino del giornale. La redazione aspetta quindi al più presto che le parole si trasformino in un piano editoriale e industriale concreto e coerente con i valori che L’Espresso ha sempre rappresentato dal giorno della sua fondazione”.

“Valori che includono anche il diritto dei giornalisti di fare domande per fornire ai propri lettori un’informazione il più corretta possibile, e che rappresenta una necessità per chi si occupa di inchieste: un diritto messo in dubbio proprio di recente da Iervolino”, scrivono, richiamando quanto accaduto tra Iervolino e Il Domani. “È un principio che sentiamo il dovere di ribadire ai possibili nuovi proprietari de L’Espresso. Su questo, la redazione vigilerà”, concludono.

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Iervolino e l’Espresso, la trattativa in pillole

Ripercorriamo insieme i momenti salienti dell’accordo tra Danilo Iervolino e la sua Bfc Media con Elkann e Gedi. É il 2 marzo 2022, il giornalista Claudio Plazzotta lancia l’indiscrezione. “Bfc Media di Iervolino, avanzano le trattative per acquisire L’Espresso”. Dopo la “bomba”, il silenzio. Poi, giunge la notizia che conferma le volontà di Elkann di cedere il giornale. E, in meno di una settimana, il 7 marzo arriva il sì del Cda del settimanale romano all’offerta di Iervolino.

In un attimo, arrivano anche le dimissioni del direttore dell’Espresso, Marco Damilano, il quale se ne va con l’amaro in bocca definendo inaccettabile la cessione del giornale in questo modo, quasi nascondendo la trattativa a direttore e redazione. Poi, in un momento già delicato, con il malcontento che andava a generarsi tra i giornalisti del settimanale, arriva una mossa (definita poco chiara) da parte proprio di Iervolino. Il patron di Salernitana e Bfc Media, infatti, avrebbe minacciato querela al quotidiano “Domani” per delle domande troppo scomode.

Dopo la notizia, lo stesso Cdr dell'Espresso ha presentato una lettera che vedeva come protagonista proprio l'affare con Iervolino. I giornalisti, infatti, sostenevano che se il nuovo editore era disposto a ricorrere a mezzi legali per delle domande poste da un giornale, avrebbe creato qualche attrito con, appunto, la natura del settimanale in fase di acquisizione. Insomma, se facessero tutti come lui non ci sarebbe più giornalismo. Infine, dopo la lettera ambasciatrice di un certo malumore all'interno della redazione ecco che i giornalisti invocano, in relazione al loro futuro all'interno del giornale, il nuovo editore a chiudere l'affare e dare delle garanzie dopo la cessione da parte di Gedi

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Iervolino vs Il Domani, cos’è successo?

Nel mondo del giornalismo, Domani non ha fatto nulla di strano. Ha semplicemente presentato all'editore Danilo Iervolino dieci domande, che riportiamo qui di seguito. Ma il patron di Salernitana e Bfc Media ha minacciato querela al quotidiano guidato da Stefano Feltri

1) Nel 2020 con sua moglie avete finanziato la lista Campania Libera di Vincenzo De Luca, con 20 mila euro regolarmente dichiarati. Che rapporto c’è con il presidente? Sono reali le voci di una sua possibile candidatura in futuro?

2) Che rapporto c’è tra Pegaso e Epu con sede in Bulgaria? Ci risulta che Epu ha acquistato due immobili in Bulgaria al prezzo di 450 mila euro circa da una società in cui compare un soggetto Nikolay Dobrev Kolev, che è stato anche il rappresentante di Epu in Bulgaria. Sappiamo inoltre che uno degli immobili è finito poi all’asta per 80 mila euro poco tempo dopo. Può spiegarci il motivo di questa operazione?

3) Via Medina 5 a Napoli è ancora sede di Pegaso? Perché nel 2013 la fondazione di cui era a capo (Frontiere internazionali della ricerca scientifica e tecnologica) pagava l’affitto dell’immobile (10 mila euro al mese) di proprietà di sua moglie Chiara Giugliano?

4) In un articolo del Foglio è scritto che suo padre è stato senatore, tuttavia questa informazione risulta non corretta dai documenti letti da Domani: suo padre era il fondatore dell’istituto Iervolino e aveva patteggiato una pena per reati contro la pubblica amministrazione. Per quale motivo è stato coinvolto in quell’indagine?

5) Ci può dire del miliardo e poco più ottenuto dalla vendita di Pegaso al fondo Cvc è rimasto a lei? A noi risulta circa 300 milioni. Corretto?

6) Ci risulta che ha acquistato L’Espresso a zero, ma prendendosi i debiti della testata e la redazione intera?

7) Conosce il notaio di Salerno Roberto Orlando che aveva presentato un’offerta con caparra di 78 mila euro per acquistare la Salernitana?

8) Dai documenti ottenuti da Domani relativi ad alcuni flussi di denaro risulta che Pegaso Consulting è stata usata come tesoreria della sede bulgara di Pegaso, così come segnalato dall’antiriciclaggio. Per quale motivo la gestione di cassa della sede bulgara è stata gestita in Italia?

9) L’indagine di Napoli per corruzione è stata archiviata? A noi risulta che il riesame si è espresso a vostro favore, ma non ci risulta il decreto di archiviazione. Può chiarirci questo aspetto?

10) Lei ha fatto causa all’Espresso in sede civile e penale. In sede civile aveva chiesto una cifra di circa 38 milioni di euro. Ha perso entrambe in primo grado. Farà appello? La rifarebbe la causa?

Ebbene, Iervolino, tramite i suoi legali, ha fatto recapitare una mail in risposta a quella del “Domani” la quale, appunto, conteneva solo delle domande. Ma la risposta ricevuta dalla redazione del quotidiano non era quella che probabilmente si aspettava. Questo il messaggio integrale. “In relazione ai quesiti che ci avete sottoposto faccio presente preliminarmente che appaiono connotati da una strumentale capziosità che disvela un chiaro intento diffamatorio tracimante in nuce i canoni di verità, critica e continenza”, questo l'inizio della lettera.

E prosegue: “Ciò renderebbe ogni risposta del tutto inutile e funzionale solo ai vostri malcelati intenti di colorare le stesse con un simulacro di dovere di controllo delle fonti e diritto di replica. Ma ciò che è più grave, e che impedisce persino ogni risposta, è che le stesse domande contengono non solo profili violativi della privacy ma soprattutto possibili violazioni del segreto istruttorio”.

 

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