Il nuovo direttore di Neri Pozza: "Ecco come cambierà la casa editrice"

L'intervista di Affaritaliani.it a Giovanni Francesio, nuovo direttore editoriale della casa editrice Neri Pozza

di Lorenzo Goj
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Neri Pozza, l'intervista al nuovo direttore editoriale Giovanni Francesio

È stato un inizio di stagione movimentato per Neri Pozza. Dopo oltre 20 anni, il direttore editoriale Giuseppe Russo ha deciso di abbandonare la “propria” creatura, curata con grande attenzione fino all’ultimo momento.

Ma al suo posto, la casa editrice può contare su un altro nome d’eccezione. A salire sulla poltrona di direttore, infatti, è Giovanni Francesio che, forte di quasi 30 anni di esperienza nel mondo dell’editoria tra ruoli di primo piano in Mondadori, Piemme, Sperling & Kupfer e Frassinelli si propone di imprimere il proprio “taglio” alla vision dei prossimi anni.

Direttore, come cambierà Neri Pozza con il suo arrivo?

La verità? Non molto. Ho trovato una casa editrice molto in forma, piena di persone di grande qualità e di alto livello professionale. La linea editoriale è chiara e la strategia è proseguire conservando molto di quello che mi è stato lasciato. Credo che, al massimo, ci concentreremo sullo sviluppo della narrativa italiana, dato che quella straniera è da tempo un fiore all’occhiello di Neri Pozza, esattamente come la saggistica storica e filosofica.

Oltre alla strategia editoriale, anche il gruppo di lavoro è molto forte. Francesca Lang prenderà presto il ruolo di editor di narrativa italiana; Sabine Schultz ha assunto la carica di vicedirettrice editoriale; a Francesca Colletti, invece, abbiamo affidato la responsabilità della parte marketing e comunicazione; Stella Boschetti è la capo-redattrice. Infine, tutte le altre colleghe che hanno fatto la fortuna della casa editrice.

Sta studiando qualche partnership particolare con autori?

L’anno prossimo avremo quasi tutti i nuovi romanzi dei grandi autori degli ultimi anni di narrativa straniera. A partire da Micheal McDowel, di cui usciranno “Gli aghi d’oro” che riproporremo con una nuova forma grafica. L’anno inizierà con lui. Ma non solo. Ci sarà grande focus, poi, su David Nichols e altri grandi autori di narrativa straniera.

Teniamo molto, inoltre, a Demon Copperhead di Barbara Kingsolverci, vincitore del Premio Pulitzer del 2023, che è partito benissimo. A gennaio uscirà Francesco Pala, vincitore del premio Neri Pozza, poi altri libri di narrativa italiana importanti. Sia esordi che non. Tra gli ultimi acquisti è da annoverare quello Nathan Trall sulla guerra in Palestina che pubblicheremo a marzo.

Spostando l’attenzione sul settore, l’editoria libraria è in crisi?

No, non è assolutamente in crisi. Al di là della stagione collegata alla pandemia, in cui, in particolare, i primi sei mesi del 2021 sono stati mesi eccezionali, in generale il mercato è sano, concorrenziale.

Le case editrici non ricevono aiuti pubblici (e se ne ricevono sono molto pochi) si mantengono da sole e normalmente fanno numeri più che sufficienti per mantenere in piedi l’azienda e pagare gli stipendi. Non direi, dunque, che si tratta di un settore in crisi. E se vogliamo parlare in prospettiva, lo sviluppo del mercato online ha diversi aspetti positivi che aiuteranno non poco il settore.

Quali sono i pro e contro dell’e-commerce?

Il vantaggio principale dato dal mercato online è indubbiamente quello della disponibilità dei titoli rispetto al mercato fisico. Che sia una libreria indipendente o una catena, lo spazio fisico per quanto grande è limitato e, dunque, si deve fare più selezione rispetto a un negozio online. Questo aiuta i libri a vivere più a lungo, non è una cosa di poco conto.

Come si differenzia una casa editrice per stare a galla nonostante i competitor?

Una casa editrice deve sempre cercare il massimo della qualità su tutto ciò in cui opera. Non si parla di fare libri di alta letteratura, ma si deve cercare la qualità anche dentro la narrativa di genere. Pubblicare un libro è un gesto importante, perché si crea qualche cosa che potenzialmente è eterno.

L’altro aspetto è che col tempo una casa editrice individua un suo pubblico di riferimento. Una volta trovato, a quel pubblico bisogna rivolgersi con grande attenzione e rispetto. Solo successivamente, con le dovute misure, si può provare ad allargarlo.