"In Italia c'è la tentazione fascista". Bufera in Rai per l'intervista di Levy

Esplode la polemica dopo le dichiarazioni del filosofo francese, ospite di Marco Damilano su Rai Tre. Il centrodestra chiede le dimissioni dell'ad Fuortes

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Rai, esplode il caso Levy: "Non bisogna sempre rispettare l'elettorato"

Le elezioni si avviciano e i toni della campagna elettorale si fanno sempre più pesanti. L'ultimo episodio vede al centro della polemica la Rai e in particolare l'intervento del filosofo francese Bernard Henry-Levy durante il programma condotto da Marco Damilano su Rai Tre: "La torre e il cavallo". L’ultima parola - si legge sul Corriere della Sera - spetterà oggi all’Autorità per le comunicazioni (Agcom). Ma il duro attacco al centrodestra italiano, accusato di fascismo dal filosofo, ha già prodotto un tentativo di riequilibrio nella puntata di ieri. Damilano, ribadendo di aver preso le distanze da alcune affermazioni del filosofo, ha ospitato il docente Luiss Giovanni Orsina. Che ne ha confutato le tesi, definendo «ridicola» l’affermazione che il fascismo sia alle porte.

Levy, - prosegue il Corriere - intervistato sul tema della legittimità del voto popolare, aveva definito il leader della Lega, Matteo Salvini, «patetico e ridicolo» e i suoi «traditori della patria che negoziano il futuro del Paese nel retrobottega con inviati dell’ambasciata russa». Per il filosofo «c’è una tentazione fascista in Europa, in particolare in Italia, e bisogna prenderla di petto». E ha detto che «non bisogna sempre rispettare l’elettorato: un fascista che arriva al potere non si converte automaticamente in democratico». Damilano ha preso subito le distanze dalle dichiarazioni di Lavy: "Sono parole sue". Ma il caso è esploso, alcuni partiti hanno chiesto le dimissioni dell'ad Fuortes.