L’Espresso, giornalisti in sciopero. La replica del direttore Carelli e del cda
L’Espresso, la redazione in sciopero contro editore e direttore: “Vogliamo garanzie occupazionali e un piano editoriale”. La risposta del CdA e del Direttore Responsabile
L’Espresso, la redazione in sciopero
I giornalisti de l’Espresso oggi, 3 settembre, sono in sciopero “con l’obiettivo di impedire l’uscita del numero in edicola venerdì 6 settembre”.
Ecco la nota
L’assemblea dei giornalisti de L'Espresso esprime sconcerto per le scelte dell’editore e del direttore e forte preoccupazione per le ultime comunicazioni ricevute. I mancati rinnovi dei contratti a termine, l’assenza di un piano editoriale, il massiccio utilizzo di collaboratori esterni, la confusione per lo sviluppo sul web e il giudizio sprezzante sulla redazione definita “sovradimensionata” e “sproporzionata” ci inducono a riprendere le protesta. La stessa assemblea, con un atto di responsabilità, aveva sospeso il pacchetto di cinque giorni di sciopero affidato al Cdr dopo la traumatica sostituzione del direttore Enrico Bellavia dando fiducia e credito alle rassicurazioni dell’editore e del direttore sul perimetro occupazionale e sulla salvaguardia dell’identità dell’Espresso.
Venuti meno questi presupposti, l’assemblea – già in stato di agitazione - proclama un giorno di sciopero per la giornata di martedì 3 settembre, con l'obiettivo di impedire l'uscita del numero in edicola venerdì 6 settembre. E si riserva di proclamarne altri attingendo al pacchetto di 5 giorni già approvato.
L'assemblea, infine, dopo mesi di promesse disattese, chiede garanzie occupazionali e la presentazione scritta di un dettagliato piano editoriale che includa mansioni, perimetro occupazionale e strategie per lo sviluppo e la tutela della testata.
L'Espresso in sciopero - Il comunicato congiunto del CdA e del Direttore Responsabile
Il CdA e il Direttore Responsabile de L’Espresso Media S.p.A., irritualmente chiamati in causa in modo congiunto dal comunicato di ieri 2 settembre 2024 del Cdr del giornale, respingono le infondate illazioni, mosse dall’assemblea dei giornalisti e, di contro, intendono evidenziare: l’impegno dell’Editore, non solo economico, a tutela della testata; lo sforzo finanziario già apportato e reiterato nel budget per il sostegno futuro del giornale; il processo di risanamento aziendale in corso per garantire la corretta gestione e tenuta della Testata.
Sul piano del merito è principio incontestabile che i contratti a termine, in virtù della loro natura “a termine”, non comportano nessun obbligo di rinnovo, peraltro proprio nel piano di riassetto, l’azienda non ha prospettato nuove assunzioni garantendo l’attuale assetto di organigramma. Sono invece i toni del comunicato a generare “forte preoccupazione", in quanto inappropriati, ultronei e strumentali. Le preoccupazioni dei giornalisti infatti non trovano nessuna motivazione e giustificazione: il piano editoriale è stato declinato dal direttore, già nel primo incontro con la redazione, nel corso del quale sono state rappresentare le novità volte a migliorare l’identità del settimanale ed un nuovo corso editoriale; nessuna confusione è rinvenibile nel web, anzi è piuttosto concreta la determinazione dell’editore di puntare sullo sviluppo del digitale e ciò che viene appellata come “confusione” è invece il processo di una necessaria riorganizzazione di un servizio che presenta molti margini di miglioramento e che necessita, ancora, di ulteriori importanti cambiamenti; in nessuna occasione si è accennato ad una sproporzione della redazione, viceversa si è sempre fatto riferimento al costo del lavoro in relazione al fatturato. Per quanto concerne la direzione della testata l’avvicendamento tra direttori non ha avuto impatti negativi o creato disequilibrio gestionale come dimostra anche l’apprezzamento dei lettori. In questo contesto appare del tutto incomprensibile e immotivata la proclamazione di una giornata di sciopero e molto grave nonché contraria alla natura stessa dello sciopero, la dichiarazione di voler impedire l’uscita del prossimo numero del giornale.
Tale fatto prorompente ha una qualificazione pregiudizievole e di danno nonché di edulcorazione di tutti gli sforzi fatti in queste settimane con apprezzabili risultati ed un significativo aumento delle vendite. A questo proposito, al fine proprio di salvaguardare tutti gli sforzi messi in campo dell’Editore, il CdA ritiene di dover garantire la regolare uscita del giornale, ed ha quindi deciso di spostare la chiusura di questo numero a mercoledì sera, consentendo così nella giornata di mercoledì di completare le operazioni di titolazione e impaginazione, nel rispetto del diritto allo sciopero, seppur non condivisibile nelle motivazioni e negli obiettivi.
Il Presidente Gianluca Ianuario
Il Direttore Emilio Carelli