Berlusconi e i rapporti con Dell'Utri, Marina fa causa a Report: "Pattume giornalistico. Due ore di bugie su mio padre"
La trasmissione è tornata sui presunti legami con la mafia e sulla vicenda Dell'Utri
Marina Berlusconi durissima contro Report: "Il peggior disservizio pubblico"
Marina Berlusconi, la figlia di Silvio, annuncia una querela contro Report in seguito al servizio trasmesso ieri sera dalla trasmissione di Rai Tre condotta da Sigfrido Ranucci sulla vicenda dei presunti legami tra suo padre e la mafia, attraverso Marcello Dell'Utri. Nella lunga inchiesta Report si concentra soprattutto sul ruolo di Marcello dell’Utri e sui suoi rapporti con la criminalità organizzata. Tra le altre cose si racconta come "agli atti delle stragi di Firenze e Milano ci sono gli identikit di alcune donne. Presenze che non c’entrano con i mafiosi. Le indagini rivelano — dice Report e lo riporta La Repubblica — che quelle stragi non sarebbero state orchestrate solo dalla mafia, ma anche da soggetti esterni, appartenenti al mondo imprenditoriale, politico e istituzionale". Ma Marina Berlusconi non ci sta e attraverso un duro comunicato risponde così alla trasmissione di Ranucci.
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Il servizio che ieri sera Report ha dedicato a Silvio Berlusconi - dice Marina Berlusconi - appartiene alla categoria del peggior pattume mediatico-giudiziario. Rimestando per quasi due ore in un bidone di accuse sconnesse, illogiche, già smentite mille volte, utilizzando prevalentemente, addirittura, brani di puntate precedenti, e dando voce a personaggi più che screditati, la trasmissione ha tentato di riesumare le infamanti, paradossali accuse di una presunta vicinanza di mio padre alla criminalità organizzata: accuse ormai vecchie un quarto di secolo e tutte regolarmente sepolte sotto le plurime archiviazioni decise - sempre su richiesta degli stessi inquirenti - dai Tribunali di Palermo, di Caltanissetta e di Firenze.
Accuse - prosegue Marina Berlusconi - totalmente false finite nel nulla, insomma, così come nel nulla non potrà che finire anche l’ultima di queste inchieste, assurdamente riaperta a Firenze molti anni fa, dopo quattro successive archiviazioni. Per mio padre parlano i fatti: Silvio Berlusconi è sempre stato in prima fila contro tutte le mafie. I suoi governi hanno varato normative e ottenuto risultati che nessun altro esecutivo italiano può vantare: dalla stabilizzazione del carcere duro per i boss mafiosi (il cosiddetto 41 bis) nel 2002, all’Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati ai mafiosi nel 2010, fino al primo Codice antimafia nel 2011. Ma Report resta fedele al proprio dogma di disprezzo per la verità e per le garanzie processuali, oltre a perseverare nel consapevole esercizio del peggior “disservizio pubblico”, che non danneggia soltanto la memoria di Berlusconi, ma tutti coloro che avrebbero diritto a un’informazione basata sui fatti.
Con l’aggravante di accanirsi su un uomo che, scomparso oltre un anno e mezzo fa, non può più difendersi. Report, però, va anche oltre, e nel suo delirio calunniatorio non riesce a trattenersi nemmeno davanti alla morte. I suoi autori non solo hanno scelto di inserire nel loro montaggio alcune riprese del funerale di mio padre senza che ce ne fosse alcuna necessità, ma sono arrivati a irridere quei momenti di cordoglio, sovrapponendo alle immagini del suo feretro una canzonetta ironica: più che una colonna sonora, una colonna infame - conclude Marina Berlusconi - che viola non solo la deontologia giornalistica, ma il rispetto stesso della dignità umana. Naturalmente faremo ricorso a tutti gli strumenti legali più idonei per reagire a questo ignobile e vergognoso esercizio di pseudo-giornalismo.