Oggi, Marco Pratellesi è il nuovo vicedirettore: Verdelli punta sul digitale
La testata milanese, edita da Rcs MediaGroup, arruola Marco Pratellesi, tra i giornalisti più esperti di digitale e IA, come nuovo vicedirettore
Oggi, Marco Pratellesi arruolato come nuovo vicedirettore: Carlo Verdelli rafforza il digital
Marco Pratellesi è il nuovo vicedirettore di Oggi. Pratellesi, tra i più esperti giornalisti italiani di digitale e intelligenza artificiale, ha assunto la carica ieri, martedì 15 febbraio. L’obbiettivo di Carlo Verdelli, direttore di Oggi, è quello di rafforzare, appunto, il settore digital.
Sentito da Affari, il direttore Carlo Verdelli ha commentato: "Pratellesi è uno dei giornalisti che più ha studiato l'argomento 'digital'. Con il suo arrivo, puntiamo a dilatare la presenza del pubblico di Oggi su quei canali online che, fino a prima, non avevano quel tocco in più".
Pratellesi si occuperà di carta e digitale, che al momento sono due mondi separati. La testata di Verdelli, comunque, ha altri due vicedirettori: Livio Colombo, che si occupa dell’edizione di carta e Roberto Beccaria, che si occupa del sito online. Pratellesi è uno dei pionieri del digitale in Italia. Ha avviato (proprio con Verdelli vicedirettore) il sito del Corriere della Sera. Poi è passato al sito web dell’Espresso, quindi è stato vicedirettore dell’Agenzia Agi, sotto la direzione di Riccardo Luna.
Fiorentino, 65 anni, ha lavorato anche allo sviluppo digitale di Condé Nast (sempre con il suo attuale direttore Verdelli) e di Poligrafici Editoriale, ha collaborato con AppliedXlab di Francesco Marconi, già direttore Research and Development per l’Oltreoceano Wall Street Journal. E’ un sostenitore dell’intelligenza artificiale nel giornalismo.
In un’intervista a professionereporter.eu ha detto: “Lasciamo i lavori ripetitivi all’intelligenza artificiale, e il valore aggiunto ai giornalisti: contatti con le fonti, collegamenti, comprensione, spiegazione, interviste esclusive, inchieste. Il giornalismo si evolve con le tecnologia, come è sempre stato, peraltro. Rifiutare tutto questo equivarrebbe a un lento suicidio. Se si vogliono far pagare i lettori per accedere ai contenuti online, si deve, prima di tutto, offrire qualità”.