Omicidio Civitanova, Formigli accusa Meloni: ma vuole solo risonanza mediatica

Il giornalista ha attaccato in maniera un po' confusa la leader di Fratelli d'Italia, ma non sarà solo alla ricerca di un po' di risonanza mediatica?

Di Giuseppe Vatinno
Corrado Formigli
MediaTech
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Omicidio Civitanova, Formigli teme le elezioni e accusa la destra di Meloni e Salvini 

Corrado Formigli ha quell’aria corrucciata dell’intellettuale comunista in ambasce perché, mentre sta parlando del Capitale di Karl Marx, la moglie gli ha già buttato la pasta e lui teme grandemente che gli si scuocia. Barbetta ispida d’ordinanza, occhialetto alla John Lennon, conduce Piazzapulita dal 2011 su La7 che gli dà soldi, onori e poteri come solo Re Cairo sa fare.

Nasce a Napoli da genitori toscani e fin da piccolo è comunista. Inizia a scrivere per Paese Sera e poi passa al Manifesto. Agli inizi del nuovo secolo lo troviamo in Rai 1 con Circus dove è addirittura inviato speciale, poi lui anti –capitalista (a parole) si piazza a Sky Tg24 per ben cinque anni dove guadagna molti soldini indignandosi, appunto a pagamento, per i poveri e gli ultimi del mondo (eterogenesi dei fini).

Ora è terrorizzato dalla destra e dai “fassisti” che potrebbero –secondo i sondaggi-vincere le elezioni e proiettare Giorgia Meloni alla guida dell’Italia, prima donna a farlo nella storia patria. Altro che le femministe di sinistra.

Giammai, ha giurato il prode Formigli perché la Meloni, nella sua testa, è e sarà sempre alla guida del PNF, di un partito di gente che fa il saluto romano o peggio ancora quello nazista (che poi non si distingue bene perché sarebbe un saluto romano timido, un po’ più moscio, per restare nel primevo linguaggio del senatur). Ma torniamo all’attuale diatriba.

Tutto nasce per l’omicidio di Alika Ogorchukwu, il barbone che pare con tecniche di accattonaggio molesto (che è un reato) provoca la spropositata reazione criminale di Filippo Ferlazzo, peraltro già sottoposto a TSOFormigli manco fa le condoglianze alla famiglia che attacca subito la “destra fascista” di “Meloni e Salvini” che, a suo dire, sarebbe comunque responsabile morale di quanto successo, per le sue campagne contro gli immigrati.

Al che Giorgia Meloni gli dà dello “sciacallo” e Formigli la butta sulla professione con la solita tiritera della separazione tra giornalismo e politica, dicendosi però “partigiano” (almeno fino al 25 settembre poi si vedrà), cioè ammettendo di fare una specifica propaganda politica. E questo è gravissimo perché non puoi fare la solfa sulla separazione delle carriere tra giornalismo e politica e poi tu stesso la politica la fai e lo ammetti pure.

Insomma, risposta confusa e contradditoria del prode Corrado che poi pubblica una lettera su La Stampa dell’amico direttore “rosso” Massimo Giannini, una lettera strana sul rispetto dei “rispettivi ruoli”, “regole di convivenza” e similari.

La risposta sembra essere più una furbata di Formigli, con la complicità di Giannini che visto la fine che ha fatto Marco Damilano una mano gliela dà volentieri, non si sa mai, per agganciare la risonanza mediatica che ha in questo momento la Meloni che una vera polemica ideale. Una domanda andreottiana, fatta di cattivi pensieri che spesso però ci prendono ci sovviene… il contratto di Formigli a La7 è in scadenza?