OpenAi, caos dopo licenziamento di Altman. I dipendenti minacciano la rivolta

Terremoto alla società "madre" di ChatGpt dopo l'addio del Ceo e del presidente Brockman. Ben 500 dipendenti minacciano: "Via il board o andiamo a Microsoft"

di Redazione Mediatech
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OpenAi, i dipendenti minacciano le dimissioni di massa: "Se il Cda non si dimette andiamo tutti da Microsoft"

Un nuovo terremoto travolge OpenAi. Dopo l’inaspettata notizia del licenziamento di Sam Altman, Ceo e co-fondatore dell’azienda a capo di ChatGpt, i dipendenti della società leader nella Silicon Valley per l’intelligenza artificiale minacciano le dimissioni di massa.

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E no, non si tratta solo di un gesto disperato da parte dei più affezionati al vecchio Amministratore delegato, ma di una vera e propria “class-action” che coinvolge più di 500 attuali membri dello staff. I dipendenti, nel dettaglio, chiedono il reintegro di Altman e Brockman (co-fondatore ed ex presidente di OpenAi, anch’esso defenestrato, ndr) e le dimissioni di tutto il Consiglio di amministrazione. Nella lettera di “protesta” i dipendenti affermano che “Microsoft ci ha assicurato che ci sono posizioni per tutti i dipendenti di OpenAI in questa nuova filiale se dovessimo scegliere di aderire”.

I dipendenti che hanno firmato la lettera accusano il consiglio di amministrazione dell’azienda di mettere a repentaglio il loro lavoro e di aver minato la missione dell’azienda, respingendo anche l’idea che OpenAI stesse andando avanti troppo in fretta nel campo delle IA senza preoccuparsi della sicurezza.

Le motivazioni dietro il licenziamento del Ceo di OpenAi Sam Altman

Dal comunicato del Cda in seguito al defenestramento del co-fondatore e Ceo, le motivazioni rilasciate si rifanno alla "scarsa trasparenza nelle comunicazioni di Altman con la società". Ma quello che si legge tra le righe, come provano a spiegarsi i più informati del settore, è che la mossa del Cda sia da identificarsi nel timore dei piani alti di OpenAi (e dunque di Microsoft, in quanto maggior azionista, ndr) che Altman e Brockman, i due co-fondatori dotati non solo di senso puramente tecnico ma anche imprenditoriale, potessero staccarsi dalla società e diventare, così, nuovi competitor.