Parigi 2024, ma non solo: Taylor Swift e la guerra da 300 milioni che ha spaccato la musica mondiale su Discovery

Taylor Swift vs Scooter Braun: Bad Blood su Discovery+. Quando va in onda lo scontro da 300 milioni di dollari che ha diviso l'industria musicale

di Redazione Mediatech
Taylor Swift (foto Lapresse)
MediaTech

Parigi 2024, ma non solo: Taylor Swift e lo scontro da 300 milioni che ha spaccato la musica mondiale su Discovery+

Estate caldissima per Discovery+ che racconta ogni singolo minuto di ogni singola gara alle Olimpiadi di Parigi 2024. Ma la piattaforma streaming by Warner Bros non si ferma solo allo sport. Arriva in esclusiva "Taylor Swift vs Scooter Braun: Bad Blood", lo scontro da 300 milioni di dollari che ha diviso l'industria musicale. Vediamo di cosa si tratta.

Taylor Swift vs Scooter Braun: Bad Blood su Discovery+ (quando va in onda)

Nel 2019, l'imprenditore americano e talent manager di alcuni dei più famosi artisti musicali, Scooter Braun, ha acquistato l'etichetta discografica Big Machine Records e con essa i primi sei album di Taylor Swift, l'artista pop di maggior successo di tutti i tempi. Con una copertura mediatica mai vista prima per una trattativa d'affari, la storia si è trasformata in quello che alcuni sostengono essere un tipico esempio di sfruttamento delle donne nell'industria dell'intrattenimento, mentre altri sostengono che Taylor abbia istigato la sua fanbase al solo scopo di riformulare un accordo che non le piaceva.

Il nuovissimo documentario in due parti, Taylor Swift vs Scooter Braun: Bad Blood (disponibile in streaming da giovedì 1 agosto su discovery+), mostra in esclusiva interviste ad avvocati, giornalisti e persone vicine alla Swift o a Braun. Il nuovo affascinante documentario approfondisce le complessità che riguardano i diritti musicali, le dinamiche di genere nel settore e il potere d'influenza dei fan, coprendo tutti gli aspetti di quella faida che si dice abbia cambiato irrevocabilmente l'industria musicale.

Taylor Swift su Discovery+, le due puntate della docu-serie

Il primo episodio si apre con il cercare di capire cosa ha reso Taylor l'artista musicale più celebre della sua generazione. Brian Mansfield, giornalista e suo amico da Nashville, racconta della Taylor quindicenne. "Taylor ha continuato a crescere insieme ai suoi fan, ma al tempo stesso ha iniziato a conquistare quella tipologia di pubblico che quando era ancora un'adolescente non le aveva mai prestato attenzione e così, non solo è riuscita a fare il salto da popstar adolescente a grande star della musica adulta, ma è, addirittura, diventata ancora più grande". Secondo lui, è stata questa autenticità a far sì che i suoi fan le rimanessero accanto: "ha trovato un modo per entrare in contatto con persone che avevano appena iniziato ad ascoltare la sua musica e trasformarle in ammiratori che hanno iniziato a considerarla un’amica". Zack Hourihane, suo grande appassionato e conduttore di podcast, aggiunge: "Taylor Swift è la migliore amica del mondo" e le attribuisce "un’abilità unica come autrice e interprete nel raccontare qualcosa di molto personale e farlo sembrare generale o universalmente valido ". Come spiega anche Alex Goldschmidt, suo fan e amico "nella sua carriera è sempre stata attenta a gratificare [...] i fan e a sorprenderli e, quando è stato possibile, è stata presente nei momenti importanti per dimostrare il legame e l'amore che sentiva per loro".

Taylor è stata estromessa dal suo stesso catalogo musicale e presa alla sprovvista dalla sua casa discografica, che non le ha lasciato altra scelta se non quella di rivolgersi ai suoi fan per ottenere supporto? Il punto è stato sollevato da Goldschmidt che dice: "Quando canta di qualcosa di veramente straziante o triste, vorresti afferrare un forcone e dire: "Chi ha fatto del male a Taylor?"".

Mentre la battaglia legale che minacciava la sua carriera cresceva, il giornalista di Vice, Zing Tsjeng, elogiava la capacità artistica di Taylor, "di trasformare qualcosa che per la maggior parte delle persone è una situazione davvero incomprensibile, incredibile, come quando ci si trova a lottare contro un consiglio di amministrazione e contro un'etichetta musicale, in qualcosa molto condivisibile: 'Ho fatto le canzoni, le ho create, le ho scritte, le ho cantate, mi merito di possederle'".

La dottoressa Amelia Morris, teorica della cultura presso l'Università di Exeter, sostiene che Taylor nel corso della sua carriera ha dovuto affrontare la misoginia: "Le donne nel pop sono state storicamente e erroneamente ritratte come semplici ingranaggi della macchina". Continua dicendo che Taylor "è stata oggetto di molta misoginia perché veniva giudicata per chi frequentava. I tabloid scrivevano ossessivamente di lei, veniva rappresentata come la coniglietta, una che esce con qualcuno solo per poi poter scrivere una canzone su quel qualcuno, e questo riflette perfettamente il doppio standard di come si giudicano i musicisti celebri. Non sta facendo nulla di diverso da quanto artisti come i Beatles o Harry Styles hanno fatto nel trattare la loro vita sentimentale nelle loro canzoni, ma se per alcuni artisti questo è considerato catartico, le canzoni di Taylor Swift sono giudicate come il risultato di un certo vittimismo".

La battaglia di Taylor è stata una presa di posizione contro lo sfruttamento e la lotta per ciò che è giusto? Il giornalista del LA Times, Mikael Wood, afferma che: "Le donne sono il motore dell'industria musicale. Sono quelle che generano più passione, che vendono più dischi, che vendono più biglietti per i loro concerti, eppure l'industria musicale, come molte altre, è generalmente gestita da uomini".

La seconda parte del documentario esplora la versione dei fatti secondo il punto di vista di Scooter Braun. Il giornalista di Vice, Zing Tsjeng, all’inizio del secondo episodio afferma: "Penso che tutto quanto si riduca a capire da che parte stare. Se ti schieri dalla parte di Scooter, Taylor è solo qualcuno che utilizza la sua fanbase, per passare come vittima e distruggere un accordo che, a detta di tutti, è finanziariamente e commercialmente valido".

La dottoressa Jennifer Otter Bickerdike, autrice e accademica, sottolinea: "Una cosa davvero interessante del fenomeno Taylor Swift è che tutto sembra perfettamente orchestrato per controllare perfettamente la storia e il marchio". Secondo la dottoressa Bickerdike, in occasione dei Women in Music Awards del 2019, ritirando il premio Taylor avrebbe potuto scegliere di celebrare le donne, invece "lo ha usato ancora per attaccare il suo nemico", attirando l'attenzione sullo scontro legale della vendita dei suoi master.

Il documentario mostra anche il punto di vista di alcuni secondo cui Taylor avrebbe aizzato i suoi fan con un post di Tumblr scrivendo "fate sapere a Scott Borchetta e Scooter Braun come la pensate", il che potrebbe aver portato a una serie di minacce e molestie online. Il reporter e giornalista di Bloomberg, Lucas Shaw, sostiene che "gli Swifties e i fan di Taylor Swift sono probabilmente uno dei gruppi elettorali più potenti del mondo. Sono questi fan molto accaniti, che la venerano e che pensano che lei non possa sbagliare".

"È un fenomeno davvero interessante, in cui lei è la vittima ma è anche sempre stata la vincitrice, come se alla fine riuscisse ad avere sempre la meglio", dice Nola Ojomu, Senior Entertainment Reporter del Daily Mail. Nel 2020 Scooter vende i master di Taylor a Shamrock, un gruppo di private equity di proprietà della Disney, ma introduce una clausola nella vendita grazie alla quale continua a trarre profitto da qualsiasi guadagno, continua Ojomu, "lei si vendica sempre. E lei stessa ci ha scherzato su, l'ha detto nelle sue canzoni, 'Karma', 'guarda cosa mi hai fatto fare'. Aspetta e pianifica la sua vendetta che una volta realizzata è perfetta". Taylor Swift vs Scooter Braun: Bad Blood (2 episodi da 1 ora) è disponibile in streaming da giovedì 1 agosto su discovery+.

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