Parmigiano Reggiano, "Renatino sfruttato": e l'azienda ritira lo spot

A lanciare la prima "denuncia" su Facebook era stato Christian Raimo a cui si è accodato il mondo social a difesa del casaro Renatino

Uno screenshot dallo spot del Parmigiano Reggiano
MediaTech
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La pubblicità del Parmigiano Reggiano mostra un casaro che lavora 365 giorni l'anno senza ferie né malattie: "Sfruttamento dei lavoratori" per i social, "licenza narrativa" per l'azienda, che  però modifica lo spot

Social offesi dalla pubblicità del Parmigiano Reggiano girata da Paolo Genovese e interpretata da Stefano Fresi in cui si racconta di "Renatino" che ama talmente il prodotto da rinunciare a tutto, comprese ferie e vacanze: e l'azienda decide di fare un passo indietro modificando lo spot.

Sui social si moltiplicano i commenti di utenti arrabbiati che vedono un'esaltazione "dello sfruttamento" dei lavoratori nello spot del Parmigiano Reggiano: da giorni si parla molto del suo protagonista, Renatino, che "da quando aveva 18, tutte le mattine, 365 giorni all'anno" si occupa del latte che dà vita al prestigioso formaggio. Una frase, quest'ultima, che ha innescato rapidamente il risentimento di molti utenti che lo hanno interpretato nel senso peggiore, ovvero "un'esaltazione del lavoratore sfruttato".

A lanciare la denuncia social è stato Christian Raimo, che a furia di post e commenti è riuscito a farsi bloccare dalla pagina Facebook Ufficiale di Parmigiano Reggiano e dare vita alla campagna #freeRenatino. Un tam tam social tra accusati e accusatori, detrattori e difensori, che alla fine ha costretto l'azienda a fare marcia indietro.

Il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha quindi annunciato la decisione di "modificare lievemente la pianificazione della campagna, potendo intervenire sul quarto spot apportando alcune modifiche che accoglieranno quanto emerso".

Il direttore comunicazione, marketing e sviluppo commerciale Carlo Mangini sottolinea infatti: "Il nostro prodotto è inclusivo, gestiamo un patrimonio reputazionale che è merito di coloro che lo producono da quasi mille anni e ne sentiamo l'enorme responsabilità".

Per "questa ragione ci dispiace se la volontà di sottolineare la passione dei nostri casari è stata letta con un messaggio differente, che non abbiamo avuto la sensibilità di rilevare e che, grazie al dibattito accesosi in rete, raccogliamo con grande rispetto".

Quella messa in video, tuttavia era "una licenza narrativa per raccontare al consumatore che il Parmigiano Reggiano si produce, con grande passione ogni giorno". Così, conclude Mangini, "ogni giorno, 365 giorni l'anno, trasformiamo il nostro latte nel più apprezzato formaggio del mondo e lo continueremo a fare con sempre maggiore sensibilità nei confronti di coloro che lo consumano nel mondo".

Parmigiano Reggiano, Renatino e lo spot "incriminato"

Non si tratta di una campagna banale. Il regista è Paolo Genovese mentre la produzione è firmata Akita film. Tra i protagonisti di Amigos, questo il nome della serie, c'è Stefano Fresi, uno degli attori più noti del panorama cinematografico italiano.

Cinque ragazzi, dopo una notte in tenda e in viaggio, entrano nella fabbrica del Parmigiano dove, grazie a Renatino, scoprono i segreti che stanno dietro uno dei prodotti d'eccellenza del "made in Italy".

Ed è qui che a un certo punto, dopo aver appurato che l'impiegato lavora 365 giorni all'anno in fabbrica, uno dei ragazzi gli chiede: "Hai mai visto il mare? Parigi? Sciare?" con risposta 'no' e poi "Ma sei felice?" con un lapidario "sì". La pubblicità si conclude con i complimenti degli ammirati visitatori: "Renatino sei un grande".

A leggere i commenti su Facebook e Twitter non tutti la pensano allo stesso modo. Molti utenti si chiedono: "perché Renatino dovrebbe essere felice?". E rimarcano come nessuno dovrebbe lavorare "ogni mattina" senza poter "coltivare interessi propri" o "avere riposi, ferie e altri diritti". In tanti insomma ci vedono l'esaltazione, non voluta, di un messaggio pericoloso.

Tra i critici più attivi c'è Christian Raimo, scrittore e assessore municipale a Roma. Con toni molto accessi ha provato a riflettere su che cosa c'è dietro questo tipo di storytelling e perché, secondo lui, il messaggio che passa dallo spot sia scorretto.  

Lo stesso Raimo, sul suo profilo Facebook, ha inoltre pubblicato un messaggio arrivato direttamente dall'azienda: “Lo spot in questione ha un linguaggio cinematografico che ammette licenze per rafforzare messaggi e comunicazioni, in questo caso, l’intento è quello di sottolineare la grande passione e l’impegno di chi, ogni giorno, produce il Parmigiano Reggiano. Uno dei valori fondanti della produzione del Parmigiano Reggiano è la salvaguardia della comunità e il benessere di chi opera in questa filiera, quindi i diritti dei lavoratori sono assolutamente garantiti secondo le normative vigenti e senza eccezione alcuna”. 

La risposta di Fresi

"Un'opera di finzione" così ha spiegato sul suo profilo Instagram l'attore Stefano Fresi per giustificare le frasi contenute all'interno dello spot. "È un messaggio pubblicitario di cui ha bisogno lo sceneggiatore per magnificare il prodotto e renderlo la cosa migliore del mondo. Si può dire che l'opera sia bella o brutta ma non ne fate una lotta di classe, di politica o di diritti dei lavoratori. Non è un documentario ma una pubblicità che deve vendere il prodotto. Secondo me non sono stati fatti torti ai lavoratori".